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Espugnato l’Hallenstadion: il Lugano s’impone per 4 a 0

Giubilo bianconero dopo la seconda rete di Olivier Keller Keystone

Hockey su ghiaccio, gara 4 della finale: il Lugano espugna, per la prima volta nella storia dei playoffs, la roccaforte zurighese. E conduce ora la serie per tre successi ad uno. La formazione di Jim Koleff si trova ad un solo passo dalla conquista del sesto titolo nazionale.

0 – 4. Lions sconfitti sul ghiaccio di casa con un punteggio inequivocabile, anche se determinato, forse soltanto numericamente, da singoli episodi. Che, attorno a metà partita, hanno dato una vera e propria svolta ad una partita, fino a quel momento piuttosto indecisa.

Per i primi 30 minuti si è infatti visto un buon Zurigo. Il problema per i padroni di casa è che il Lugano, ancora privo dello squalificato Andersson ma con il rientrante Conne, ha pienamente confermato quanto di buono aveva offerto giovedì alla Resega. Aggressività, convinzione e tanta voglia di (ri)vincere il campionato. Un gioco solido in difesa e ficcante in zona offensiva. Con, oltretutto, un ritrovato bombardiere in Philippe Bozon.

Primo tempo molto spettacolare, con il Lugano a crearsi le occasioni principali. Parlavamo di episodi. Lo ZSC giostra in inferiorità numerica. Mark Streit, per il resto uno dei migliori dei Lions, ha tutto il tempo per liberare la propria zona ma cincischia con il disco. Troppo a lungo. Dubé recupera ed attiva Fuchs il quale imbecca Philippe Bozon. Siamo al 12:47, polsino micidiale e vantaggio per gli ospiti.

Da qui alla fine del tempo lo ZSC disunisce il suo assetto difensivo, forse infastidito dal fatto di trovarsi in svantaggio in una serie nella quale si segna poco (i Lions contabilizzano 4 reti in 4 partite…) e soprattutto dove chi sblocca il punteggio ha sempre vinto. Ed il Lugano, approfittando degli spazi in contropiede, punge, anche parecchio. Ma, per il momento, spreca (occasionissime per Aeschlimann e Fair). I Lions sono ben contenti di andare al primo riposo sotto di una sola rete.

La partita si fa addirittura entusiasmante nella fase iniziale del periodo centrale, con i Lions che forzano alla ricerca del pareggio ed i bianconeri che non stanno a guardare. Il ritmo è sempre altissimo e l’indecisione sull’esito dell’incontro è totale. Poi, nel giro di un paio di minuti, la svolta. Parlavamo di episodi. All’11:32 l’arbitro Bertolotti ferma tutto e tutti e decide di consultare il video per verificare la rete del pareggio ottenuta pochi istanti prima dai Lions. Dopo attenta e prolungata analisi, il goal risulta viziato da un bastone alto di Pat Lebeau, che devia alle spalle di Huet una fucilata di Streit. Bertolotti annulla giustamente la rete, con il pubblico di casa che proprio non condivide.

Una quarantina di secondi dopo questo choc per gli zurighesi ne giunge un altro. Determinato da un altro episodio. Adrien Plavsic, in netto anticipo sugli avversari, si appresta a controllare un disco nella zona neutra. Ma cade sul ghiaccio, scivolando su una monetina gettata sul ghiaccio dal pubblico inviperito dall’annullamento della rete di Lebeau. Lo scaltro Dubé ne approfitta per lanciare Olivier Keller, appena rientrato da una penalità, solo contro Sulander. Che viene puntualmente trafitto. 0 – 2.

E soltanto 103 secondi dopo, Geo Vauclair ribadisce in rete una respinta di un difensore che spiazza il portiere zurighese, calando così pesantemente la mannaia sulle speranze degli ZSC. Siamo al 13:19 del secondo periodo. In meno di due minuti la partita subisce i 3 scossoni che ne decidono l’esito.

Ancora prima della seconda pausa, lo scatenato Philippe Bozon scaglia un vero e proprio missile nell’angolino alto alla sinistra del frastornato Sulander. E fanno quattro, con la partita che, manco a dirlo, finisce qui.

Il terzo tempo, per la seconda volta consecutiva, viene giocato per onor di firma, con i Lions comunque alla (vana) ricerca della rete della bandiera. Il pubblico di fede zurighese, in precedenza ammutolito dagli eventi (al contrario dei fans bianconeri), si risveglia e tributa ai propri giocatori, in particolare al partente Andreas Zehnder, vero e proprio “monumento” dei Lions, calorose ovazioni. Temendo forse che quella di sabato possa essere l’ultima partita stagionale all’Hallenstadion.

In effetti ora il Lugano dispone di tre match balls per la conquista del titolo. I ticinesi necessitano di una sola ulteriore vittoria. E martedì si gioca alla Resega…

Con un Lugano che sta giocando davvero alla grande, i giochi potrebbero sembrare fatti. Ma potrebbe anche non essere così. I bianconeri hanno meritato di imporsi all’Hallenstadion ma, come abbiamo visto, l’equilibrio in gara 4 è stato spezzato da singoli episodi. Dunque guardia da mantenere alzata per i bianconeri e speranza ancora accesa per i Lions. Fino alla fine.

Marzio Pescia

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