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Ex ambasciatore davanti ai giudici

Il futuro rischia di essere difficile per l'ex ambasciatore Peter Friederich. SF DRS

Il processo contro l'ex ambasciatore elvetico in Lussemburgo Peter Friederich si è aperto lunedì. L'accusa è di riciclaggio di denaro sporco.

Friederich, arrestato nel luglio 2002 a Berna, è inoltre sospettato di aver collaborato con trafficanti di droga, di appropriazione indebita e frode. Rischia fino a 10 anni di carcere.

Sarà l’ex procuratore generale di Ginevra Bernard Bertossa a decidere delle sorti di Peter Friederich nel processo che si apre lunedì presso il Tribunale penale federale di Bellinzona.

Nelle mani del vicepresidente della Corte penale, un dossier di 200 pagine redatto dal giudice d’istruzione federale Paul Perraudin. Un incarto che il Ministero pubblico della Confederazione sta studiando dall’agosto 2004 per decidere quali accuse formulare a carico dell’ex ambasciatore in Lussemburgo.

Gravi accuse

I reati sospettati più gravi sono il riciclaggio di denaro sporco e il legame – forse anche l’appartenenza – ad un’organizzazione criminale.

Friederich (63 anni) è pure accusato di appropriazione indebita, falsificazione in documenti, danneggio dell’interesse dei creditori e frode, oltre a dover affrontare varie cause civili.

Secondo il suo avvocato però, l’ex ambasciatore respinge tutte le imputazioni: «Il mio cliente è al massimo un piccolo anello di una grande catena. Sono d’altronde stupito che sia l’unica persona a dover comparire davanti ai giudici, considerando che le investigazioni hanno interessato vari paesi», afferma a swissinfo Didier Bottge.

Una carriera da diplomatico

Durante i suoi 30 anni di carriera, Friederich ha lavorato per il Dipartimento degli affari esteri ed ha ricoperto la carica di ambasciatore in Vietnam, a Cuba e infine in Lussemburgo (1999-2002).

Gli investigatori hanno scoperto che mentre svolgeva questi mandati, Friederich investiva spesso forti somme di denaro in borsa nell’interesse di amici e associati. Questo promettendo loro un guadagno superiore alla media dei mercati finanziari.

Secondo quanto indicato dal Ministero pubblico della Confederazione, l’ex diplomatico si sarebbe appropriato di una parte del denaro per ripagare debiti e per altri usi personali.

Quando il mercato azionario crollò nel 2000, Friederich perse 5 milioni di franchi, ciò che lo mise in una situazione finanziaria critica.

Scatole di sigari

Peter Friederich è stato arrestato nel luglio 2002 mentre si trovava in vacanza in Svizzera: a dare il via all’inchiesta, un versamento dubbio di 2,37 milioni di franchi sul suo conto privato in Lussemburgo, nel periodo in cui era ambasciatore. Dopo l’arresto, è stato posto in detenzione preventiva per un mese.

Gli investigatori scoprirono che il pagamento fu fatto da un tale Antonio Florido Sosa (noto anche con lo pseudonimo di «Radio Jean»), un cittadino spagnolo sospettato dal suo paese di essere coinvolto nel traffico di droga e nel riciclaggio. Fu in seguito arrestato per spaccio di cocaina.

Il Ministero pubblico della Confederazione è convinto che Friederich sapesse delle attività di Radio Jean e che avesse addirittura approfittato del traffico di stupefacenti.

Poco dopo il trasferimento sul conto privato del diplomatico elvetico, i soldi sono stati girati in altre banche in Svizzera e all’estero. I principali beneficiari di questi conti erano noti alle autorità perché al centro di perseguimenti penali.

Inizialmente, Freiderich si era difeso affermando che il montante era il frutto della vendita di quadri, scatole di sigari, libri e oggetti antichi.

Gli avvocati difensori pretendono inoltre che i soldi sono stati depositati da una banca fiduciaria spagnola per evadere il fisco.

Friederich ha però in seguito ammesso di aver mentito sull’origine del denaro, oltre alla confessione di aver falsificato alcuni documenti. Ha tuttavia respinto le accuse di riciclaggio.

Colpevole o naif?

Secondo i difensori, Friederich non è a conoscenza di alcuna rete mafiosa o legata al traffico di droga. A sostegno della loro posizione, gli avvocati sottolineano che il pagamento finale sul conto in Lussemburgo è giunto prima della scoperta di un carico di cocaina in cui era coinvolto Radio Jean.

I procuratori generali sono però convinti che, date le circostanze, Friederich avrebbe dovuto sapere che qualcosa di illecito stava succedendo.

«L’esito del processo dipenderà da quello che Friederich è effettivamente a conoscenza», spiega Bottge.

«Chiederò che l’imputato venga prosciolto dalla maggior parte delle accuse. Se la corte dovesse giudicarlo colpevole, spero che almeno possa beneficiare della condizionale», aggiunge l’avvocato.

Il processo dovrebbe durare 12 giorni, ma la data del verdetto non è ancora nota.

swissinfo, Thomas Stephens
(traduzione: Luigi Jorio)

1971: Peter Friederich entra al servizio del Dipartimento federale degli affari esteri.
1999: dopo incarichi in Vietnam e a Cuba, viene nominato ambasciatore in Lussemburgo.
2002: sospettato di aver riciclato denaro sporco, il diplomatico è arrestato a Berna.
Dopo 38 giorni di detenzione, Friederich viene rilasciato, sospeso dalle sue funzioni e pensionato anticipatamente.

Il processo contro Peter Friederich inizia lunedì 9 maggio e dovrebbe durare 12 giorni.

L’ex ambasciatore in Lussemburgo dovrà rispondere di collaborazione con il crimine organizzato e di riciclaggio di denaro sporco.

Se giudicato colpevole, rischia 10 anni di carcere.

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