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Crash a New York: probabile guasto al motore

La coda dell'apparecchio è stata ripescata dalla Jamaica Bay Keystone

L'analisi di una delle scatole nere sembra confermare l'ipotesi di un guasto tecnico. 265 le vittime accertate. New York, nuovamente ferita, cerca di reagire.

Ancora terrore a New York: un Airbus A300 dell’American Airlines – la stessa compagnia che si schiantò l’11 settembre contro il World Trade Center – ha trasformato il rione Rockaway del Queens, un popoloso quartiere, in un inferno. in un inferno. A bordo c’erano 251 passeggeri e nove membri d’equipaggio. Sono morti tutti.

Ci sono anche delle vittime tra i residenti del quartiere di Rockaway, dove è caduto il velivolo. Un funzionario della polizia di New York ha infatti comunicato che sono stati recuperati 265 corpi, senza precisare quanti di questi fossero a terra al momento dell’incidente. Almeno 16 i feriti a terra. 6 altri abitanti della zona risultano dispersi.

Il presidente americano George W. Bush ha espresso le proprie condoglianze alle famiglie delle vittime e si è detto sicuro che la città, dopo le stragi terroristiche dell’11 settembre, ce la farà a superare anche questo shock.

Sotto accusa il tipo di motore?

Un mese fa i responsabili statunitensi della sicurezza aerea avevano giudicato a rischio il tipo di motore che equipaggia l’Airbus 300. Le autorità federali avevano deciso di indagare a fondo sui motori CF6 della General Elecitric: la Faa (Federal aviation authority) aveva emesso il 5 ottobre un avviso di sicurezza, dopo mesi di approfonditi esami sul motore tipo CF6-80C2, proprio quello di cui era dotato l’aereo AA 587 diretto a Santo Domingo (e di cui sono dotati oltre mille aerei in tutto il mondo). Precedenti problemi a motori CF6 GE non si erano mai tradotti in perdite di vite umane.

La pista del motore emerge mentre le indagini sulle cause della sciagura puntano sulla tesi dell’incidente, confermata dalle prime risultanze di una scatola nera (voice recorder). Contrariamente a quanto era stato in un primo tempo dichiarato, sembra, invece, che il data recorder non sia stato ancora recuperato.

Gli esperti dell’Ntsb (National transportation safety board) sottolineano, tuttavia, che è “troppo presto” per parlare di cedimento di un motore, anche se insistono sul fatto che la disposizione dei rottami dell’aereo (relativamente poco dispersi sul terreno) non è quella di un’esplosione a bordo.

Ancora diverse domande

La catena televisiva CBS afferma tuttavia che gli investigatori sono “stupiti” dalla violenza dell’esplosione prodottasi in volo e che sembra essere all’origine del crash dell’Airbus A-300.

Dei frammenti di carlinga sono stati ritrovati non soltanto nei dintorni del principale punto d’impattto, a Rockaway Beach, ma anche in diversi altri punti della penisola di Belle Harbor e nella baia antistante.

Secondo la CBS gli investigatori ritengono “bizzarro” che le ali dell’apparecchio si siano staccate.

Una fatalità?

Ad avvalorare la tesi dell’incidente è giunta la rivelazione fatta nel corso di una conferenza stampa dal sindaco uscente di New York Rudolph Giuliani e dal governatore George Pataki: l’equipaggio dell’Airbus avrebbe cercato di scaricare carburante nella Jamaica Bay.

Si pensa quindi che l’equipaggio, avvertito il guasto meccanico, abbia cercato di rimediare con la procedura d’emergenza dell’immediato abbandono del carburante, a pochi minuti dal decollo. Con ogni probabilità non c’è stato tempo sufficiente e l’aereo è caduto.

Il portavoce della Casa Bianca, Ari Fleisher ha precisato che, al momento, non esiste nessun elemento che possa avvalorare la tesi dell’attentato. “Tutte le comunicazioni tra torre di controllo e cockpit erano normali fino al crash” ha sottolineato. Tuttavia, al momento, “nessuno scenario è stato scartato” ha concluso il portavoce governativo, nemmeno dunque quelli del terrorismo o del sabotaggio.

Ultima revisione alla vigilia

L’ultima revisione del jet precipitato era avvenuta appena due giorni fa, alla vigilia dell’ultimo decollo. «Le autorità stanno probabilmente torchiando le persone che hanno avuto a che fare con quei controlli», ha detto Mary Schiavo, ex ispettore generale del Ministero dei Trasporti con la delega per l’aviazione civile.

Un controllo più completo era stato effettuato il 3 ottobre e l’ultima manutenzione risale al dicembre 1999. Il ritorno dell’aereo in officina era previsto per il luglio 2002. Il motore sinistro del volo 597 era stato appena revisionato ma il destro, con quasi diecimila ore di volo, doveva essere revisionato a giorni. L’aereo aveva cominciato a volare nel 1988 e per tre volte aveva portato all’interruzione del decollo per fumo a bordo, l’ultima volta nel luglio 1999.

La sequenza

Il volo 587 per Santo Domingo si è abbattuto, due minuti dopo il decollo dal Kennedy Airport, sulle villette “Middle Class” vicine alla spiaggia di Rockaway. Prima di schiantarsi al suolo, ha perso un’ala nella baia. Un motore si è staccato ed è caduto davanti a una pompa di benzina. Precipitando, l’Airbus ha distrutto due case e avviluppato nelle fiamme un’altra decina di abitazioni.

L’aereo era decollato dall’aeroporto Jfk alle ore 09:15 locali (le 15:15 in Svizzera) e l’ultimo contatto con la torre di controllo sarebbe avvenuto alle ore 09:16. Un minuto dopo, lo schianto. Il volo 587 American Airlines sarebbe dovuto arrivare a Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana, alle ore 12:32 locali.

L’Airbus ha perso i contatti con i controllori di volo mentre si trovava a 900 metri di quota: un’altezza critica, secondo gli esperti, quando un decollo finito male raggiunge la soglia del non ritorno. A terra testimoni hanno riferito di aver visto una palla di fuoco staccarsi dall’aereo prima che esso perdesse la spinta e si schiantasse al suolo, nella stretta striscia di terra tra la Jamaica Bay e l’Atlantico.

Numero verde

L’American Airlines ha messo a disposizione un numero per le persone che ritengono di aver avuto familiari a bordo dell’aereo precipitato. Il numero (raggiungibile solo per chi chiama dagli Stati Uniti) è 1- 800- 245 09 99.

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