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Fondi ebraici: un percorso durato cinque anni

Con l'approvazione da parte della giustizia americana, l'accordo globale sui fondi ebraici è ad un passo dall'essere definito. Ecco in sintesi i principali momenti di una vicenda durata cinque anni.

Di seguito ricordiamo le principali tappe della vicenda.

1995: critiche crescenti in Svizzera e all’estero riguardo alla gestione dei fondi in giacenza da parte delle banche svizzere e al ruolo del paese durante la Seconda guerra mondiale.

10 luglio 1995: l’Associazione svizzera dei banchieri (ASB) incarica un gruppo di lavoro speciale di aiutare i discendenti delle vittime dell’Olocausto a ricercare i fondi nelle banche svizzere.

2 maggio 1996: ASB e organizzazioni ebraiche annunciano la creazione di una commissione d’inchiesta mista. Il comitato indipendente è presieduto dall’ex presidente della banca centrale americana Paul Volcker.

3 ottobre 1996: una sopravvissuta di Auschwitz, Gizella Weisshaus, presenta a New York la prima denuncia collettiva contro le banche, reclamando 20 miliardi di dollari in favore dellevittime della Shoa; seguiranno dopo alcuni giorni altre denunce analoghe.

23 ottobre 1996: il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) crea una «task force» incaricata di coordinare tutte le questioni relative al ruolo della Svizzera durante la Seconda guerra mondiale, con alla testa l’ambasciatore Thomas Borer.

19 dicembre 1996: il Consiglio federale nomina una commissione indipendente di storici, presieduta dal professor Jean-François Bergier.

7 maggio 1997: il sottosegretario di stato USA Stuart Eizenstat pubblica il suo primo rapporto; vive reazioni alla tesi secondo cui la Svizzera è stata il banchiere di Hitler e ha contribuito a prolungare della guerra.

8 dicembre 1997: i tesorieri di città e stati americani proclamano una moratoria di 90 giorni delle sanzioni – più volte minacciate – contro la Svizzera in attesa di un accordo globale tra banche elvetiche, denuncianti e rappresentanti ebraici.

25 maggio 1998: la commissione Bergier presenta un rapporto intermedio sull’oro nazista; anche oro proveniente dai campi di sterminio finì nei forzieri della BNS.

19 giugno 1998: le grandi banche fanno la loro offerta per una soluzione globale: massimo 600 milioni di dollari (compresi i circa 70 messi a disposione del Fondo speciale).

26 giugno 1998: contro-offerta delle organizzazioni ebraiche: 1,5 miliardi per rinunciare a qualsiasi pretesa, anche contro il governo e la BNS; il Consiglio federale ribadisce che non parteciperà alla soluzione globale.

30 giugno 1998: una denuncia collettiva contro la BNS è depositata a New York.

12 agosto 1998: banche e controporte ebraica trovano un accordo globale a New York; gli istituti si impegnano a versare 1,25 miliardi di dollari, i denuncianti rinunciano a qualsiasi pretesa anche contro il governo svizzero e la BNS. aprile 1999: Le ricerche dei conti sono terminate. Si confrontano i nomi dei titolari con la lista delle vittime
dell’Olocausto.

5 novembre 1999: Circa 380 000 tra famigliari e sopravvissuti all’Olocausto di tutto il mondo accettano l’accordo globale, solo 291 lo respingono.

6 dicembre 1999: Il comitato Volcker presenta a Zurigo il suo rapporto finale. In circa la metà dei 50 000 conti in giacenza trovati è possibile o probabile una connessione con l’Olocausto.

26 luglio 2000: Il giudice Korman approva l’accordo globale da 1,25 miliardi di dollari tra i sopravvissuti dell’Olocausto e le banche svizzere UBS e Credit Suisse. Korman concede sette giorni di tempo alle parti per trovare l’intesa sugli ultimi punti in sospeso.

swissinfo e agenzie


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