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Gestire le risorse genetiche in modo durevole

La varietà genetica del frutto più conosciuto, la banana, è anch'essa minacciata Keystone

La Svizzera e una quarantina di altri paesi partecipano a Madrid alla 1. Conferenza mondiale del Trattato sulle risorse genetiche per l'alimentazione e l'agricoltura.

L’incontro deve definire il quadro legale degli scambi delle risorse genetiche vegetali e la strategia di finanziamento per raggiungere gli obiettivi del trattato internazionale.

Per la prima volta, la Commissione delle risorse genetiche per l’alimentazione e l’agricoltura si riunisce – dal 12 al 16 giugno – per discutere della conservazione e dell’utilizzo sostenibile delle risorse genetiche in ambito agro-alimentare. In agenda sono pure previsti colloqui sulla distribuzione dei proventi derivanti dal loro impiego.

Secondo l’Organizzazione mondiale per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), la cooperazione internazionale e la libera circolazione di piante coltivate e materiale genetico è basilare per il futuro dell’agricoltura.

Benefici reciproci

Per il responsabile dell’Ufficio federale dell’agricoltura (Ufag) e capo della delegazione elvetica a Madrid, due questioni di natura politica rappresentano al momento un ostacolo.

«In primo luogo, le opinioni divergono sul contenuto del modello tipo dell’Accordo di trasferimento materiale», afferma a swissinfo Manfred Bötsch, facendo riferimento al testo che regolamenta gli scambi di risorse genetiche tra ricercatori e fitotecnici.

«È una grande opportunità per tutti: se nei paesi in via di sviluppo abbiamo un elevato tasso di biodiversità che può essere utilizzato anche dal mondo industrializzato, ci potranno essere degli scambi di benefici», sottolinea.

Tale sistema, che permette di assicurare l’accesso alle risorse genetiche al fine di stimolare la ricerca e la selezione di nuove varietà vegetali, prevede infatti una ripartizione equa dei proventi economici derivanti dalla loro commercializzazione.

Il secondo ostacolo – aggiunge Bötsch – è invece di natura finanziaria. Gli Stati membri della commissione dovranno in particolare stabilire la strategia di finanziamento per mobilitare rapidamente le risorse necessarie ai paesi in via di sviluppo, onde assicurare la conservazione e l’uso sostenibile delle risorse fitogenetiche.

Il Fondo mondiale per la diversità delle colture – si legge in un comunicato del Dipartimento federale dell’economia – deve rappresentare la pietra miliare della strategia.

Sicurezza

Le risorse fitogenetiche – ovvero il materiale che utilizzano agricoltori e selezionatori di sementi per migliorare la qualità e la produttività dei raccolti – sono fondamentali per nutrire la popolazione mondiale. La diversità vegetale è inoltre cruciale per garantire un’agricoltura sostenibile e la sicurezza alimentare.

Il Trattato internazionale sulle risorse genetiche vegetali per l’alimentazione e l’agricoltura è stato adottato dalla FAO nel novembre 2001. È entrato in vigore nel giugno 2004, 3 mesi dopo la ratifica da parte di 40 Stati, inclusa la Svizzera.

«La Svizzera ha sostenuto attivamente il processo di creazione del trattato, oltre ad aver contribuito al Fondo mondiale per la diversità delle colture», indica Manfred Bötsch. Dal 1998, Berna dispone tra l’altro di un piano d’azione nazionale per l’inventario, la conservazione e l’utilizzo sostenibile delle piante indigene coltivate.

Nonostante qualche divergenza – prosegue il responsabile dell’Ufag – sono ottimista in vista dell’incontro di Madrid. «Tutti gli Stati sono concordi che il Trattato è troppo importante per far sì che aspetti tecnici minori intralcino la sua messa in atto».

swissinfo, Thomas Stephens
(traduzione e adattamento: Luigi Jorio)

La prima Conferenza mondiale della Commissione delle risorse genetiche per l’alimentazione e l’agricoltura si tiene a Madrid dal 12 al 16 giugno.
Ne fanno parte 167 paesi e l’Unione europea.

Con «biodiversità» si intende il numero di specie (animali e vegetali) che coesistono in un medesimo ecosistema.

I biologi stimano che sulla terra vivano tra i 10 e i 100 milioni di specie.

Secondo le cifre dell’Unione mondiale per la conservazione della natura (IUCN), 24’000 specie scompaiono dal pianeta ogni anno. Il 24% dei mammiferi e il 12% degli uccelli sono inoltre fortemente minacciate di estinzione.

Il rapido declino del tasso di biodiversità è dovuto soprattutto alle attività umane, come l’urbanizzazione e l’agricoltura intensiva.

La Svizzera ha firmato la convenzione dell’ONU sulla biodiversità nel 1994.

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