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L’innovazione in Svizzera c’è ma non si vede

La società ticinese Geomag ha vinto numerosi premi grazie ai suoi innovativi giochi di costruzioni magnetiche. geomagsa.ch

Il bacino elvetico di idee futuriste e innovative è fra i più ricchi d'Europa. Pur essendo un importante motore di crescita per il Paese, rimane però spesso nell'ombra.

Un libro racconta la storia degli svizzeri e degli stranieri residenti nella Confederazione che si sono contraddistinti per il loro spirito di creatività e che per questo hanno vinto un premio.

In barba alla sua immagine un po’ polverosa di conservatrice, la Svizzera è terreno fertile per la creatività.

È quanto dimostrano una serie di studi condotti dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) che piazzano la Confederazione ai primi posti nel campo dell’innovazione a livello europeo.

Fra le condizioni-quadro favorevoli alla creazione di nuove idee e progetti, le statistiche dell’OCSE annoverano soprattutto la collaborazione fra aziende e mondo accademico, le condizioni finanziarie positive o l’ampia apertura internazionale.

Attraverso borse di studio per promuovere la ricerca o facilitazioni amministrative e fiscali accordate alle nuove ditte anche gli aiuti statali contribuiscono alla promozione di questo importante settore dell’economia.

Settori innovativi

All’interno delle frontiere rossocrociate l’innovazione spazia in ambiti molto eterogenei, ma «i suoi punti di forza si concentrano essenzialmente nei settori delle tecnologie mediche e delle biotecnologie», spiega Christoph Caviezel, capo dell’Agenzia federale per la promozione dell’innovazione (CTI).

La ditta Wood Welding di Zugo, vincitrice lo scorso mese di maggio dello Swiss Economic Award 2006 per il suo sistema di fissazione dei materiali porosi basato sulla tecnica degli ultrasuoni, è un esempio emblematico del ruolo di primo piano della Svizzera in ambito di tecnica medica. Destinato a conquistare il mercato mondiale, il procedimento è già stato omologato dalla FDA (autorità sanitaria americana) ed ha ricevuto la certificazione dell’Unione europea.

«Anche per quanto riguarda le nuove iniziative in ambito di tecnologie legate allo sviluppo durevole – ad esempio nel settore dei trasporti o dell’energia rinnovabile – la Svizzera occupa una posizione di leader», rileva dal canto suo Geneviève Morand, fondatrice di «Rezonance.ch», una società che promuove gli scambi di idee e di conoscenze fra oltre 17’000 aziende.

A questo proposito si può citare lo «Stade de Suisse» di Berna, il cui tetto ospita il più grande impianto fotovoltaico mai realizzato in un complesso sportivo. Un progetto innovativo, che nel 2005 è stato insignito del prestigioso Premio europeo per l’energia solare.

Freni all’innovazione

Secondo i due esperti, il potenziale della Confederazione in ambito di innovazione potrebbe essere meglio sfruttato. «La maggior parte delle idee si sviluppano in seno alle nuove aziende. Ma, in questo settore, il paese manca di coraggio», sottolinea il direttore della CTI.

Negli ultimi tre anni e mezzo infatti, solo il 6% circa degli svizzeri fra i 18 e i 64 anni ha partecipato alla creazione di un’azienda, contro una media mondiale dell’8,4% (12,5% negli Stati Uniti e oltre il 20% nella zona asiatica). «In Svizzera in pochi osano tentare nuove esperienze. È un salto nel buio e la nostra mentalità è poco consona ad accettare i rischi. Questo perché generalmente i fallimenti sono considerati stigmatizzanti», rileva Morand.

Per Christoph Caviezel, a tarpare le ali alle nuove iniziative ci pensa pure il sistema federalista elvetico, «dove ognuno sviluppa le proprie idee per conto proprio e non vi è sufficiente scambio di know-how. Non solo fra un’università e l’altra, ma anche e soprattutto fra l’industria e il settore accademico».

Il mercato interno limitato è pure considerato un freno allo sviluppo di nuove idee. Le ditte innovatrici, anche se hanno un forte potenziale di crescita, stagnano attorno al milione di franchi di fatturato e faticano a trovare gli investimenti necessari per fare il salto a livello internazionale. È molto più semplice invece raccogliere fondi laddove il mercato è più esteso. Come negli Stati Uniti, dove i consumatori potenziali sono circa 250 milioni.

Promuovere la creatività

Malgrado gli ottimi risultati ottenuti a livello internazionale, il settore dell’innovazione rimane spesso nell’ombra. «Il Paese brulica di menti eccellenti che iniettano nel mercato nuove importanti idee e contribuiscono ad alimentare il settore economico, scientifico e culturale. Sono il nostro fiore all’occhiello eppure, paradossalmente, nessuno lo sa!» afferma l’esperta in comunicazione Geneviève Morand.

Occorre quindi valorizzare il loro operato, facendolo meglio conoscere al pubblico. Soprattutto alle imprese, a cui spetterà poi il compito di finanziarlo.

A tale scopo, ogni anno Rezonance, in collaborazione con la CTI, pubblica un libro nel quale sono recensiti i campioni della creatività, lo «Swiss Innovators Yearbook».

Una pubblicazione che rende omaggio a tutti gli svizzeri e alle persone residenti nella Confederazione che con le proprie idee talentose sviluppano delle innovazioni.

«Speriamo che pubblicizzando in questo modo la loro attività spingeremo altri a seguirne l’esempio», conclude Morand.

swissinfo, Anna Passera

Il progetto «+SwiTI» (Swiss Talents for Innovation) racconta in un libro la storia degli svizzeri (o stranieri residenti nella Confederazione) che hanno vinto un premio per il loro spirito d’innovazione.

Il libro è pubblicato ogni anno. L’edizione del 2005 conta 116 persone premiate

I premi catalogati sono stati attribuiti in Svizzera o all’estero da autorità, fondazioni private o aziende rinomate.

I settori d’attività ricompensati sono molteplici. Si passa dall’alimentazione, allo sviluppo durevole, all’orologeria, fino alla Formula 1.

Il libro «Swiss Innovators Yearbook», scritto in inglese ed edito dalla società Rezonance è venduto al pubblico e distribuito a tutte le ambasciate svizzere.

L’Agenzia per la promozione dell’innovazione (CTI), che sino al 2003 si chiamava Commissione per la tecnologia e l’innovazione, dispone annualmente di circa 100 milioni di franchi.

L’80% di questa somma è destinato a sostenere progetti di piccole e medie imprese.

Il resto permette di finanziare programmi per formare e aiutare giovani che vogliono mettersi in proprio e altre attività legate alla promozione dell’innovazione.

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