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La Svizzera si sottrae all’influenza dei polli asiatici

Precauzioni severe anche in Svizzera per evitare la peste dei volatili Keystone

Venerdì la Svizzera ha vietato le importazioni di volatili – vivi e no – e dei loro prodotti derivati, provenienti da Tailandia e Cina.

La misura intende prevenire tutti i rischi legati al virus dell’influenza dei polli, scoppiata in più paesi dell’estremo oriente.

Si conferma la proliferazione della malattia dei volatili: le misure adottate per evitare l’espansione del virus non hanno ancora avuto il successo sperato. La Tailandia è l’ultimo dei paesi arrivato sulla lista nera della FAO, l’organizzazione dell’ONU per l’alimentazione. L’attuale epidemia di peste aviaria è cominciata alcune settimane fa in Corea del Sud, Vietnam, Giappone e Taiwan.

Nella mattinata di venerdì, l’Unione europea ha tratto le sue conseguenze, proibendo l’importazione della carne dai paesi in cui la malattia è stata accertata. La misura è stata presa dopo avere ricevuto dalle autorità tailandesi la conferma dell’esistenza di focolai di questo tipo di influenza.

Conseguenze in Svizzera

Poche ore dopo l’annuncio di Bruxelles, l’Ufficio federale di veterinaria (UFV) ha a sua volta posto il divieto alle importazioni di volatili vivi, della carne di pollame, dei sottoprodotti di pollame (per es. piume) e di uova da Tailandia e Cina. Voci ufficiose affermano infatti che l’epidemia avanzi anche in questo paese.

L’anno scorso sono state importate in Svizzera circa 5’000 tonnellate di carne di pollo dalla Tailandia, nonché 500 tonnellate di carne di pollame e 16 tonnellate di piume di pollo dalla Cina.

«Mediante il blocco delle importazioni si garantisce che non giungano in Svizzera prodotti derivati da volatili in provenienza dall’Asia orientale», spiega a swissinfo Marcel Falk, portavoce dell’Ufficio federale della sanità (UFV). Il provvedimento ha in primo luogo carattere preventivo.

«Con il divieto d’importazione l’UFV intende salvaguardare i volatili svizzeri da un contagio della peste aviare, malattia nota anche con il nome di influenza aviaria», ha precisato ancora Falk.

Sicurezza alimentare

In verità il consumo di carne di pollame non rappresenta alcun pericolo per l’uomo. «Le persone che hanno contratto l’infezione sono state a diretto contatto con gli animali vivi. Il contagio passa attraverso gli escrementi, come conferma il fatto che fra i colpiti ci siano anche alcuni bambini che hanno giocato a terra», spiega a swissinfo Dick Thompson, portavoce della sezione malattie infettive dell’Organizzazione mondiale della sanità.

A riaffermare l’assenza di pericolo c’è anche il fatto che la Svizzera non importa dai paesi incriminati del pollame vivo. Inoltre la carne e i prodotti derivati da volatili di questi paesi sono attualmente assenti dal mercato elvetico. Già l’anno scorso la loro presenza era fortemente regredita. Il divieto ha dunque soprattutto delle ragioni psicologiche.

L’UFV continuerà a non autorizzare le importazioni di prodotti derivati da volatili dall’area del contagio. La peste aviaria è un’epidemia altamente contagiosa per i volatili che in Svizzera non si è più manifestata dal 1930.

Distributori preparati

I grossisti, attivi nel settore alimentare, hanno già preso da tempo delle misure severe per non perdere la fiducia dei consumatori. La Coop per esempio afferma che non sono necessarie delle nuove misure di sicurezza.

«Dal 22 febbraio del 2002, non importiamo più carne di pollo dall’Asia. In quel periodo erano gli ormoni a preoccupare l’opinione pubblica», afferma Karl Weisskopf, portavoce del numero due della distribuzione a livello nazionale.

La Coop sostiene da anni una politica della qualità, promovendo soprattutto i prodotti biologici. Anche per la carne, si tiene a precisare alla centrale di Basilea, vigono degli standard molto alti.

Analoga la situazione per il numero uno del mercato elvetico, Migros: «Il pollo che si trova nei nostri scaffali è soprattutto svizzero. Il resto proviene da Ungheria, Francia e Danimarca», spiega a swissinfo il portavoce Urs Peter Naef.

swissinfo e agenzie

Le importazioni del 2003:
5’000 tonnellate di pollo dalla Tailandia
500 tonnellate di volatili dalla Cina
16 tonnellate di piume dalla Cina

L’epidemia di influenza aviaria, o influenza dei polli, che ha colpito alcuni paesi asiatici (Vietnam, Corea del Sud, Giappone, Taiwan e Tailandia), ha portato allo sterminio di milioni di volatili.

Nessun caso è invece segnalato in Svizzera o nei paesi dai quali si importano pollame o carne di volatile, per cui le autorità federali non vedono alcun pericolo per la popolazione svizzera.

Tuttavia, l’Ufficio federale della sanità ha aperto una linea telefonica per le persone che intendono recarsi nei paesi colpiti dall’epidemia. Il numero è: +41/ (0)31/ 322 21 00.

Dal canto suo, l’OMS segue da vicino l’evoluzione della malattia, perché attraverso mutazioni genetiche l’H5N1 (il virus responsabile dell’influenza aviaria) potrebbe diventare direttamente trasmissibile da persona a persona.

In tal caso, a seconda del grado di virulenza, ci sarebbe il pericolo di una nuova pandemia d’influenza.

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