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Lotta contro i rumori molesti

Un esempio dei disagi causati dall'inquinamento fonico: il frastuono di un aeroplano sopra un centro abitato Keystone Archive

Circa un quarto della popolazione elvetica è confrontata quotidianamente con emissioni foniche superiori ai limiti stabiliti dalla legge.

La «Giornata internazionale contro il rumore» mette in guardia contro le conseguenze negative di questo fenomeno.

Capita relativamente spesso di essere svegliati nel cuore della notte da un inopportuno suono di clacson, oppure di faticare a concentrarsi a causa del rumore proveniente da un vicino cantiere edile. Una semplice seccatura, si è soliti pensare… In realtà, il rumore eccessivo ha conseguenze negative per tutto l’organismo.

Infatti, l’inquinamento fonico può causare problemi del sonno, indebolire l’udito e rendere più problematica la comunicazione, sottoponendo così i nervi ad uno stress costante che alla lunga può causare malattie. Alcune recenti ricerche dimostrano inoltre che l’inquinamento fonico accresce il rischio di malattie cardio-vascolari e d’infarto.

Per questo motivo, la «Giornata internazionale contro il rumore» (20 aprile 2005), a cui la Svizzera partecipa per la prima volta, mira a rendere attenta la popolazione unitamente agli ambienti politici, affinché le emissioni di rumore non superino il livello di guardia e la questione venga considerata come un reale problema ambientale.

Cause molteplici

Secondo le stime dell’Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP), circa un terzo della popolazione elvetica è sottoposta durante la giornata a valori fonici critici per la salute.

Inoltre, addirittura un quarto dei cittadini – un terzo durante la notte -subisce emissioni foniche superiori al valore limite stabilito dall’Ordinanza contro l’inquinamento fonico (OIF)

La principale fonte di inquinamento fonico è costituita dal traffico stradale, ma tra le maggiori sorgenti di rumore figurano anche ferrovie, impianti industriali, aeroporti civili e militari, piazze d’armi e di tiro.

Di fronte a questa situazione, l’Associazione Traffico e Ambiente (ATA) sottolinea l’importanza di agire concretamente: «è importante sensibilizzare i cittadini al problema, in quanto non è assolutamente vero – come spesso si sente dire – che al rumore si fa l’abitudine! L’inquinamento fonico influisce invece considerevolmente sulla qualità di vita», afferma Rolf Albisser, responsabile delle campagne presso l’associazione ecologista.

Premiare i veicoli più silenziosi

In particolare, l’ATA suggerisce di incentivare l’acquisto di veicoli poco rumorosi. In quest’ottica, è stata elaborata una classifica dei modelli più silenziosi in commercio, che tiene anche conto di altri criteri, quali i gas inquinanti.

Tra gli altri provvedimenti ritenuti necessari dall’associazione, figurano il risanamento fonico dei tratti stradali più rumorosi e la prevenzione alla fonte, ossia un potenziamento del trasporto pubblico, la realizzazione di strutture pedonali e ciclabili più attraenti. Se necessario, vengono ipotizzate anche delle limitazioni al traffico.

«Spesso, vengono progettati e realizzati nuovi tratti stradali che generano un forte volume di traffico, senza mettere in atto di pari passo adeguati provvedimenti contro il rumore, per motivi politici, geografici o paesaggistici», sottolinea Rolf Albisser.

In questo senso, è di fondamentale importanza la recente revisione dell’OIF (2004), che impone alle autorità cantonali di presentare ogni due anni una panoramica concernente il numero di persone esposte ad immissioni foniche superiori ai valori limite, i tratti stradali da risanare, i temi previsti e i fondi complessivi destinati all’isolamento acustico.

I cantoni sono inoltre tenuti a stilare un rapporto un rapporto riguardante
gli interventi effettuati nei due anni precedenti e sulla loro efficacia. I documenti saranno poi resi pubblici dall’UFAFP: «questo è estremamente positivo, in quanto l’opinione pubblica e la stampa disporranno di abbondanti elementi di giudizio sull’inquinamento acustico», afferma Rolf Albisser.

Ripercussioni economiche

La lotta contro l’inquinamento fonico, oltre che fondamentale per la salute pubblica, riveste una grande importanza dal punto di vista economico. Un fattore, questo, poco sovente considerato.

Infatti, «spesso non si pensa ai costi generati dalle emissioni di rumore: essi comprendono, ad esempio, le spese sanitarie necessarie per curare i vari disturbi e il deprezzamento dei terreni situati nei pressi delle aree più trafficate», rileva Irène Schlachter, attiva presso la Divisione Lotta contro i rumori dell’UFAFP.

A suo parere, «la questione è forse considerata secondaria rispetto ad altri problemi di cui si parla più frequentemente». Proprio per questo motivo, «è quindi importante proseguire nell’opera di prevenzione, parallelamente agli interventi di risanamento e alla cooperazione tra le diverse entità coinvolte».

In quest’ottica, la «Giornata internazionale contro il rumore» vuole dunque essere un’occasione per prendere coscienza del fatto che la lotta all’inquinamento fonico è un investimento, e non una lotta superflua ad una normale conseguenza dello sviluppo e della mobilità.

swissinfo, Andrea Clementi

L’80% dell’inquinamento fonico è causato dal traffico, per la maggior parte stradale (70-80%)
Quello causato dal traffico stradale colpisce circa mezzo milione di persone, mentre il traffico ferroviario disturba circa 200’000 svizzeri. Il rumore aereo interessa circa 50’000 persone
Secondo alcune stime, i costi globali generati dal rumore e non coperti dal settore dei trasporti, ammontano ogni anno a circa un miliardo di franchi. Essi comprendono anche le spese sanitarie e le perdite derivanti dal calo degli introiti degli affitti.

In Svizzera, le emissioni foniche sono infatti state attenuate negli ultimi anni grazie a pareti antirumore o tramite misure tecniche o aziendali.

Gli impianti dell’industria e dell’artigianato, così come i poligoni di tiro civili, sono stati risanati quasi interamente entro il 2002. Per le ferrovie e le autostrade il termine è stato posticipato al 2015, per le altre vie di traffico al 2018.

Oltre a combattere in senso stretto l’inquinamento fonico, l’obiettivo delle autorità è quello di tutelare le zone ancora poco toccate dal rumore.

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