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Ricerca: la Svizzera continua a cooperare con l’Europa

In parlamento è stato criticato anche il coinvolgimento svizzero nel progetto di un reattore atomico sperimentale a Cadarache, in Francia Reuters

Nei prossimi sette anni, la Svizzera parteciperà al settimo programma di ricerca dell'UE. Dopo il Nazionale, anche il Consiglio degli Stati ha approvato un credito di 2.5 miliardi di franchi.

La camera dei cantoni non ha tuttavia mancato di criticare il peso della burocrazia europea ed il limitato coinvolgimento delle scuole specializzate e delle piccole e medie imprese.

La partecipazione svizzera al settimo programma quadro di ricerca dell’Unione europea è dunque assicurata. Dopo il Consiglio Nazionale (camera bassa del parlamento federale), mercoledì anche il Consiglio degli Stati ha deciso di attribuire a questo scopo 2,545 miliardi di franchi per gli anni 2007-2013.

La cooperazione scientifica e tecnologica con l’Unione europea (UE) costituisce una grande opportunità per la Svizzera, ha detto la socialista Anita Fetz a nome della commissione. Essa contribuisce ad assicurare la competitività del paese.

Stando alla democristiana Madeleine Amgwerd, la Svizzera ha ottenuto un ritorno sugli investimenti del 100% durante il sesto programma.

“Sono stati creati centinaia di impieghi e il tasso di accettazione dei programmi presentati dai ricercatori svizzeri supera la media europea”, ha sottolineato la senatrice del Canton Giura.

Anche note stonate

La camera dei cantoni ha tuttavia pure chiesto che vengano maggiormente coinvolte le piccole e medie imprese (PMI) e le Scuole universitarie professionali (SUP).

Finora un terzo dei fondi messi a disposizione sono stati utilizzati dai Politecnici e poco meno di un quarto dalle Università, contro soltanto il 2% destinato alle SUP. Le grandi imprese hanno ricevuto il 18% dei fondi.

Per parte dei senatori, secondo i quali il peso della burocrazia europea distrae i ricercatori dal loro lavoro, una delle soluzione sta nella semplificazione dell’iter amministrativo, in modo da ridurre i freni al coinvolgimento delle PMI.

Come il Nazionale, gli Stati hanno poi chiesto l’istituzione di un sistema di controllo fin dalla liberazione delle prime somme del credito. Lo scopo è di misurare il rapporto costi/benefici e le ricadute della partecipazione elvetica ai differenti programmi e progetti.

swissinfo e agenzie

L’analisi della partecipazione svizzera al quinto e al sesto programma di ricerca europeo ha messo in evidenza che il coinvolgimento della Confederazione passava per il 35% dei fondi disponibili attraverso i due politecnici federali di Zurigo e Losanna e le loro attività di ricerca.

La percentuale riguardante le piccole e medie imprese (PMI) ha raggiunto il 20% nell’ambito del quinto programma e il 17% nel sesto. Il loro tasso di partecipazione è piuttosto elevato rispetto a quello che accade negli altri Stati europei.

I programmi di ricerca europei facilitano la cooperazione a livello continentale.

Oggi i temi oggetto di attività di ricerca e sviluppo sono soltanto raramente risolvibili facendo capo alle sole competenze locali.

Sempre più spesso vengono dunque creati dei team composti dai più brillanti ricercatori provenienti da diversi paesi che, grazie alla partecipazione svizzera ai programmi dell’UE, possono essere guidati anche da esperti elvetici.

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