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Ticinesi e inglesi, la storia in tavola

I rapporti tra Svizzera italiana e Inghilterra visti dalla cucina. Immagine tratta dal libro Foody

Si intitola”Foody”, è scritto in due lingue (italiano e inglese), ed è gradevole come le illustrazioni e le sessanta ricette che contiene.

Il nuovo libro di Alberto Dell’Acqua ripercorre soprattutto due secoli di incontri storici, culinari e culturali tra due popoli.

Durante il regno vittoriano, infatti, molti ticinesi emigrarono in Gran Bretagna per trovare fortuna e alcuni di loro lasciarono tracce indelebili. Erano soprattutto confettieri, pasticcieri, cuochi, camerieri. Tra di loro anche degli artigiani.

Un ticinese sindaco di Londra

E Alberto Dell’Acqua, con lo stile che lo contraddistingue, elenca nomi, aneddoti, episodi. Rievoca pagine di storia con passo lieve. Come non ricordare, per esempio, l’arrivo nel 1847 a Londra del bleniese Carlo Gatti.

Un uomo che dal nulla creò, si direbbe oggi, una catena di ristoranti. Un piccolo impero gastronomico. Il suo “Gatti’s Royal Adelaide Gallery” era considerato il più grande ristorante dell’epoca con 40 cuochi e 200 camerieri.

Ma c’è di più. “Nel 1874 la famiglia Gatti – scrive Dell’Acqua – lascerà un importante segno nella storia dell’emigrazione all’estero fondando l’Unione Ticinese di Londra”. E lo lascerà anche nella storia politica della capitale britannica: nel 1920 un membro della famiglia, Sir John Gatti, diventa sindaco di Londra.

Dalla Valle di Blenio alle sponde del Tamigi

Relazioni ed episodi ricordati anche nel contributo di Alexis Lautenberg, ambasciatore di Svizzera in Gran Bretagna:

“È sorprendente, ad esempio, come a metà del XIX secolo, immigrati spinti da necessità economiche provenienti soprattutto da una piccola e povera valle incavata nelle montagne del Canton Ticino, la Valle di Blenio, abbiano contribuito ad introdurre il rivoluzionario processo di refrigerazione nella catena alimentare, si siano lanciati nella produzione di gelati e abbiano aperto un numero ragguardevole di ristoranti”.

Storie di uomini, di paesi, di culture, di successi. Ma anche di disgrazie. “Furono sfortunati – scrive infatti Dell’Acqua – i tre ticinesi che si imbarcarono nel porto di Southampton su quel Titanic che naufragò il 15 aprile 1912. Erano i camerieri Alessandro Pedrini di Osco, Narciso Bazzi di Brissago e Abele Rigozzi di Aquila”.

Dal 1800 a Lugano si parla inglese



Il libro di Alberto dell’Acqua ci offre dunque un singolare viaggio nel tempo, senza dimenticare che dalle sponde del Tamigi in viaggio verso Sud, molti furono gli inglesi ad innamorarsi del Ticino. Erano nobili, viaggiatori, artisti.

Come William Turner, lo straordinario pittore (uno dei più grandi della storia) che dedicò ai castelli di Bellinzona delle opere davvero suggestive. O come John Ruskin, anche lui affascinato dal medesimo paesaggio.

Pensate che a Lugano nel 1825 si parlava già inglese. E alcune locande luganesi erano note ai britannici fin dall’inizio dell’Ottocento. “Con l’inaugurazione nel 1856 del Grand Hotel du Parc (diventato poi Palace) – precisa Dell’Acqua – inizierà per Lugano una nuova era turistica caratterizzata da una forte presenza della borghesia britannica”.

Gli albori del turismo



La bellezza del Lago Maggiore, da Stresa a Locarno, spinse molti viaggiatori diretti al sud dell’Europa a soggiornare sulle rive del Verbano. A Locarno, nel 1851, l’Hotel Corona si presentava ai britannici come “Great Crown Hotel”, con bagno e alloggio per i cavalli.

E nel 1876 la città divenne meta del turismo di classe britannico grazie all’inaugurazione del Grand Hotel. Gli ospiti, oltre al clima mite del Lago Maggiore, apprezzavano la buona cucina, i vini francesi, il servizio di classe, trattamenti oggi tornati di gran moda: la vinoterapia.

Certo, il grandioso lampadario in vetro di Murano nella hall dell’albergo era il classico fiore all’occhiello. E in quegli anni era appena stata scoperta la luce elettrica.

Le pagine di “Foody” raccontano, in fondo, anche la nascita del turismo di classe. E va oltre. “Ci dimostra – le parole sono del consigliere agli Stati Dick Marty, presidente di Svizzera Turismo – di come l’apertura all’incontro e allo scambio tra due culture diverse possano essere fonte di uno straordinario arricchimento e, nel contempo, di una sana affermazione della propria identità.”

swissinfo, Françoise Gehring, Lugano

I marrons glacés e i gelati (penny-icecream) sbarcano a Londra grazie ai ticinesi.
Nel 1874 giunge a Londra il bleniese Carlo Gatti. Trasformerà la cucina inglese.
Nel 1850 Pietro Torriani apre una confetteria che nel 1871 sarà trasformata in uno dei migliori ristoranti di Londra.
Nel 1885 il cuoco personale del Principe di Galles a Windsor è un ticinese.

Alberto Dell’Acqua, giornalista e gastronomo, pubblica il libro “Foody”, 119 pagine da gustare in inglese (a cura di Cindy Korfmann) e in italiano (edizioni Fontana). Direttore della rivista “Gastronomie et tourisme”, Dell’Acqua ripercorre due secoli di storia.

Il libro contiene anche sessanta ricette, una vera e propria collezione di golosità riproposte da Lulu Cerny.

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