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Fondi in giacenza: nuove pressioni dagli Stati uniti

Halan Hevesi vuole ottenere maggiori informazioni dalle banche svizzere sui fondi in giacenza Keystone Archive

Le autorità finanziarie americane rilanciano le rivendicazioni nei confronti dell'Unione europea e della Svizzera per ottenere un rapido risarcimento delle vittime dell'Olocausto. Le banche elvetiche sono chiamate ad aprire oltre 4 milioni di conti che risalgono al periodo nazista.

Questo contenuto è stato pubblicato il 19 gennaio 2001

Il responsabile finanziario della città di Nuova York, Alan Hevesi, vuole mettere sotto pressione l'Unione europea e la Svizzera, affinché versino a breve termine le somme concordate per il risarcimento delle vittime dell'Olocausto. Complessivamente oltre 10 miliardi di dollari sono previsti a tale scopo, in base agli accordi stipulati negli ultimi due anni tra il Congresso ebraico mondiale (CEM) e alcuni paesi europei.

La Germania si è impegnata l'anno scorso a versare 5 miliardi di dollari. L'accordo globale, raggiunto nel 1998 dalle banche svizzere e dal CEM, concerne invece una somma di 1,6 miliardi. 1 miliardo dovrebbe venir versato dall'Austria e un altro miliardo da Francia e Olanda. Diverse centinaia di milioni di dollari dovrebbero provenire da opere d'arte rubate durante il periodo nazista, 60 milioni dall'oro nazista riciclato in altri paesi. Per finire, 60 milioni sono stati concordati con la Norvegia e 30 con la Gran Bretagna.

Secondo un portavoce di Hevesi, finora soltanto una piccola parte di questi importi sono giunti a destinazione. I dirigenti della comunità ebraica ricordano a tale proposito che l'età media dei sopravvissuti all'Olocausto è di 81 anni e che in molti casi i risarcimenti rischiano di arrivare troppo tardi.

Nuove rivendicazioni dovrebbero inoltre venir formulate nei confronti della Svizzera. Venerdì, nell'ambito di una nuova audizione presso il tribunale federale distrettuale di Nuova York, Hevesi intende chiedere alle banche elvetiche di rendere accessibili tutti i 4,1 milioni di conti che risalgono al periodo nazista.

La Commissione Volker, incaricata di rintracciare i fondi appartenenti alle vittime dell'Olocausto, aveva potuto accedere a 46'000 conti rimasti in giacenza presso le banche svizzere. L'UBS e il Credit Suisse si sarebbero dichiarate disposte a fornire indicazioni su oltre 2 milioni di conti aperti presso le loro filiali durante questo periodo. Prossimamente dovrebbero inoltre pubblicare una nuova lista con i nomi di altre 26'000 persone detentrici di conti.

Nell'agosto del 1998, le grandi banche svizzere e il CEM erano giunte ad un accordo globale che sembrava destinato a porre fine ad ogni nuova rivendicazione. In base a tale accordo, i principali istituti finanziari elvetici si impegnavano a versare 1,2 miliardi di dollari alle vittime dell'Olocausto.

swissinfo e agenzie

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