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Fumare nei luoghi pubblici è sempre meno «in»

I due terzi degli svizzeri sono per un divieto di fumo in caffè e ristoranti Keystone

Il 77% degli svizzeri vuole un divieto di fumo nei locali pubblici: lo rivela un sondaggio del dipartimento di medicina sociale dell'Università di Losanna.

Si tratta di risultati che arrivano all’indomani della controversa decisione, presa dall’Organizzazione mondiale della salute, di non più assumere fumatori.

L’inchiesta è stata presentata venerdì a Berna dalla Lega svizzera contro il cancro. I risultati non sorprendono tanto per la sostanza, quanto per l’ampiezza del consenso riscontrato dall’idea di vietare il fumo nei locali pubblici e sul lavoro, seguendo l’esempio dato dall’Italia e dal canton Ticino.

Ben il 77% degli svizzeri, fumatori e no, è favorevole al divieto. Per la Lega contro il cancro, quindi, ci sarebbero le condizioni per introdurre una proibizione generalizzata a livello nazionale. Dopo i treni, che dall’undici dicembre saranno territorio tabù per sigarette e affini, anche i locali pubblici dovrebbero essere totalmente privi di fumo.

Anche i fumatori dicono no

L’inchiesta – realizzata dall’istituto Doxa su mandato dell’unità di epidemiologia del cancro dell’Istituto universitario vodese di medicina sociale e preventiva – dimostra che oltre tre quarti della popolazione sono favorevoli a imporre un simile divieto nei luoghi pubblici chiusi. Fra gli ex fumatori la percentuale sale addirittura all’80%, ma anche chi ancora consuma tabacco avalla il divieto: il 62% dei fumatori, infatti, è favorevole.

Anche per quanto riguarda il luogo di lavoro e i ritrovi pubblici la maggioranza (62% lavoro, 64% luoghi pubblici) vorrebbe dichiarare il fumo «off limits». Nel caso di caffè e ristoranti, però, i fumatori sono meno disposti a rinunciare alla sigaretta: solo il 34%, infatti, approva la misura.

Tempi maturi

I tempi – ha detto il professor Fabio Levi, dell’Istituto vodese di medicina sociale e preventiva – sono maturi per un divieto generalizzato a livello nazionale. Il sondaggio conferma la bontà della strada intrapresa da diversi cantoni. Il parlamento cantonale ticinese, in particolare, ha votato a larga maggioranza lo scorso 11 ottobre una legge che proibisce il fumo nei ritrovi pubblici.

Che i tempi non siano favorevoli ai fumatori lo dimostra anche la decisione dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che il primo dicembre ha annunciato che non avrebbe più assunto dei fumatori. L’OMS è la prima organizzazione internazionale a prendere un provvedimento del genere.

Dopo l’annuncio è subito divampata la polemica. C’è chi ritiene che la decisione dell’OMS, la cui sede è a Ginevra, sia una discriminazione nei confronti dei fumatori. Per il diritto elvetico, però, le cose non stanno così. I testi di legge, infatti, evocano solo casi di discriminazione sessuale, razziale o religiosa.

In Italia funziona

Fra i fumatori, molti condividono le nuove regole introdotte in Ticino. E l’esempio della vicina Italia, dove la proibizione è in vigore da un anno, dimostra che la misura è ben accolta dai clienti dei ritrovi pubblici e addirittura ha spinto molti fumatori ad abbandonare il vizio.

L’Italia non è un caso isolato. Anche in Irlanda e in Norvegia il numero di favorevoli al divieto è aumentato dopo che quest’ultimo è entrato in vigore, ha sottolineato il professor Fabio Levi. E non ha avuto ripercussioni negative sul fatturato dei ristoratori.

Meno fumo, meno vittime

Per la Lega contro il cancro, meno la sigaretta sarà tollerata nei luoghi pubblici, più diminuiranno le vittime di cancro ai polmoni e di malattie respiratorie. Attualmente in Svizzera circa 8000 persone muoiono ogni anno per malattie legate al consumo di tabacco e altre 300 a causa del fumo passivo.

Per aiutare chi desidera liberarsi dal vizio della sigaretta, la Lega ha aperto il primo ottobre una linea telefonica gratuita (0848 000 181). Stando alle ultime inchieste, circa il 30% della popolazione fuma, vale a dire 1,75 milioni di persone fra i 15 e i 74 anni. Gli ex fumatori sono circa un milione.

swissinfo e agenzie

L’80% dei non fumatori o ex fumatori e il 62% dei fumatori è favorevole al divieto di fumo negli edifici pubblici.
Il 62% degli intervistati è favorevole ad un divieto di fumo generalizzato nei luoghi di lavoro.
Il 64% è favorevole ad un divieto di fumo nei bar e nei ristoranti; tra i fumatori la percentuale scende al 34%.

Il sondaggio è stato realizzato nel settembre del 2005 presso 2000 persone tra i 15 e i 74 anni residenti in Svizzera.

L’inchiesta è stata svolta dall’istituto italiano DOXA su incarico dell’Istituto universitario vodese di medicina sociale e preventiva.

I risultati sono stati presentati il 2 dicembre a Berna dalla Lega svizzera contro il cancro.

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