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Furgoncini come deterrenti

I dati sull' esito dei controlli valutari, resi noti dal Comando della guardia di finanza di Como registrano una considerevole diminuzione dei casi di traffici illeciti.

Le telecamere installate sui furgoncini sembrano aver raggiunto il loro scopo.

I 4 milioni e 800 mila euro sequestrati nel 2002 sono ben inferiori alle centinaia di milioni di euro che normalmente venivano sequestrati negli anni precedenti.

Si potrebbe concludere che i furgoncini-radar, i “fiscovelox” sono serviti quantomeno da deterrente per i traffici transfrontalieri. Anche se è lecito chiedersi se i gli eventuali “contrabbandieri” non abbiano scelto valichi meno controllati.

Esportare capitali non è più vietato

Ma esiste anche un’ altra spiegazione possibile, come afferma a swissinfo l’economista Giacomo Vaciago, docente alla Cattolica di Milano: “lo scudo fiscale, non proibisce piu’ l’esportazione all’ estero dei capitali”.

Una volta regolarizzati, i soldi, via conto bancario o anche in contanti, possono lasciare l’Italia. Il controllo con speciali mezzi alle frontiere appare dunque se non inutile, “eccessivo”.

“Tantopiù”, come ci conferma l’economista e parlamentare del centro-sinistra Nicola Rossi, “molte persone, sfruttando l’anonimato della regolarizzazione, hanno dichiarato molti piu’ soldi di quanti in effetti avessero all’estero.

Oppure hanno regolarizzato capitali all’ estero che non avevano e pagando il 2,5 possono ora investirli tranquillamente su un conto oltre frontiera”.

In regola grazie allo scudo fiscale

Dunque, la regolarizzazione, introdotta dallo scudo fiscale, permette di far transitare verso l’estero, anche in contanti, un’ ammontare di soldi pari a quanto dichiarato, fruendo della totale immunità offerta dallo scudo.

Comunque, dal primo gennaio di quest’ anno, con l’introduzione dello scudo fiscale bis, i due furgoncini della finanza sono stati riposizionati sulla frontiera italo-svizzera e vi rimarranno fino a giugno 2003, a conclusione dell’ operazione.

swissinfo, Paolo Bertossa, Roma

Molte persone, sfruttando l’anonimato della regolarizzazione, hanno dichiarato molti piu’ soldi di quanti in effetti avessero all’estero. Spesso hanno anche regolarizzato capitali all’estero che non avevano e pagando il 2,5 possono ora investirli tranquillamente su un conto oltre frontiera.

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