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Genetica: l’offensiva informativa

Gli specialisti vogliono far guardare anche gli scettici attraverso i loro microscopi Keystone

Per la quinta volta i ricercatori in ingegneria genetica aprono le porte dei laboratori e invitano il pubblico a conoscere la loro attività.

In un mese di azioni pubbliche cercheranno di sfatare i pregiudizi: per loro un organismo geneticamente modificato non è automaticamente veleno.

La fiducia popolare verso gli organismi geneticamente modificati (OGM) è scarsa. I sondaggi rivelano che lo svizzero medio non vuole questo tipo di prodotti nel piatto.

Inoltre le organizzazioni degli agricoltori biologici e dei consumatori hanno lanciato una nuova iniziativa popolare. Con il testo da iscrivere nella Costituzione questi gruppi vogliono – come recita il titolo dell’iniziativa – «degli alimenti prodotti senza manipolazioni genetiche».

Con il sostegno dell’Unione contadina, dei verdi e di ampie frange della sinistra, il testo ha raccolto in poche settimane 70’000 firme.

Un’immagine da rifare

Cinque anni fa il popolo ha rifiutato un’analoga proposta contro l’ingegneria genetica. Malgrado il successo alle urne per l’industria biotecnologia, lo scetticismo non sembra calare. Dunque, all’indomani dei dibattiti pubblici, è stata lanciata la campagna d’informazione per ricostituire un rapporto di fiducia con la popolazione.

Da allora annualmente l’Unione delle aziende svizzere attive nel settore della genetica sostiene queste manifestazioni pubbliche. E il suo presidente, Sandro Rusconi, ritiene l’offensiva informativa più che mai necessaria.

«Nell’opinione pubblica, la tecnologia genetica è ancora una cosa sospetta. Si utilizzano parole come “manipolazione” o “contaminazione”, quasi si trattasse di veleno», costata Rusconi.

Né bianco né nero

«Capisco che si possa avere paura – continua il biologo – ma invece di vedere tutto bianco o nero, si farebbe bene a considerare le sfumature grigie fra i due estremi».

Per Sandro Rusconi né l’agricoltura convenzionale, né l’agricoltura biologica hanno delle risposte ai problemi globali che ci attendono. Le prospettive offerte dalla genetica, invece, sarebbero allettanti. Per Rusconi è dunque necessario imboccare un percorso multidisciplinare.

Il presidente del gruppo d’interesse definisce addirittura «patetica» la battaglia legale contro la sperimentazione di grano transgenico all’aperto. Sono tre anni che il Politecnico di Zurigo cerca di realizzare questi studi fuori dal laboratorio, ma i continui ricorsi bloccano l’operazione.

«Il trambusto costruito attorno a questa storia supera di gran lunga gli otto metri quadrati previsti per l’esperimento. È diventata una questione di principio. Molti considerano nefasto tutto quello che è geneticamente modificato», continua il promotore delle giornate d’informazione.

Una vera rivoluzione

La tecnologia genetica non si limita a produrre delle piante resistenti a parassiti e malattie o più produttive. In ambito medico, la decodificazione del genoma ha stravolto il modo di lavorare degli scienziati.

«Prima cercavano di cacciare il gene responsabile di determinate funzioni – spiega Rusconi – oggi invece, conosciamo il gene e cerchiamo la funzione». Eppure i progressi non bastano a «vendere» la ricerca di base al pubblico, perché i risultati pratici sono ancora lontani.

Eccellenza in pericolo

I crediti per la ricerca biotecnologia stagnano. E i fondi concessi recentemente dal Parlamento alla ricerca scientifica non basteranno a far riprendere il terreno perduto negli ultimi dieci anni.

«Siamo nella stessa situazione di Swissair alla vigilia del grounding – sostiene Sandro Rusconi – se non facciamo niente, la piazza scientifica elvetica scomparirà».

Per il promotore della tecnologia dei geni, questo «sarebbe un insulto all’evoluzione. La natura ha come principio il rimescolamento delle carte in gioco e solo chi si ritiene perfetto intende clonarsi».

A parte questo, lo specialista non ha creduto un istante all’annuncio dell’inverno scorso, quando la setta dei raeliani ha annunciato la futura nascita di più bimbi clonati.

«Chi si occupa del tema sa che questa gente avrebbe voglia di farlo, ma soprattutto sa che questa gente non è capace di farlo», conclude Rusconi. Durante queste settimane di promozione della tecnologia genetica gli specialisti intendono far capire anche questo alla popolazione.

swissinfo, Marc-André Miserez
(Traduzione: Daniele Papacella)

La quinta edizione delle Giornate della ricerca genetica è iniziata sabato a Basilea con un forum pubblico di discussione.

Fino al 13 giugno sono previste delle azioni a Basilea, Bellinzona, Düdingen, Ginvera, Losanna e Zurigo.

Quest’anno il «villaggio del gene», un’esposizione didattica, sarà a Zurigo il 13 maggio.

Si offrono inoltre degli stage in laboratorio per conoscere la quotidianità dei ricercatori.

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