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Ginevra si batte contro il ritorno dei camion sotto il Monte Bianco

Mentre continuano i lavori per la riapertura della galleria, Ginevra si è unita agli oppositori del traffico pesante sotto il Monte Bianco Keystone

La città si oppone al ritorno del traffico pesante nella galleria del Monte Bianco, la cui riapertura è prevista in settembre. Il sindaco, Alain Vaissade, ha indicato che il municipio ha aderito all'Associazione per il rispetto del sito del Monte Bianco (ARSMB), perché teme che un ritorno dei Tir congeli «qualsiasi soluzione di traffico combinato a breve termine» nella regione.

Questo contenuto è stato pubblicato il 12 marzo 2001 minuti

I camion - ha dichiarato Vaissade - continueranno a danneggiare un sito che appartiene al «patrimonio mondiale, inestimabile quanto i Buddha giganti d'Afghanistan distrutti dai Taleban». Il ritorno degli autocarri rischia pure di compromettere la sicurezza degli utenti del tunnel, secondo il sindaco di Ginevra.

La ristrutturazione, effettuata dopo la catastrofe del marzo 1999 che costò la vita a 39 persone, è insufficiente a suo avviso per garantire che una simile tragedia non si ripeta. Perciò il sindaco ha invitato altri comuni ad aderire all'ARSMB, nello stesso spirito che ha animato alcuni anni fa la lotta contro il reattore autofertilizzante di Creys-Malville, nella quale Ginevra si è molto impegnata. Passi sono in corso anche in vista di una adesione del Cantone all'ARSMB, ha detto Vaissade.

L'ARSMB denuncia da oltre 10 anni la priorità conferita alla strada nel trasporto di merci attraverso le Alpi. Per impedire il ritorno dei Tir al Monte Bianco, l'associazione ha messo in atto una strategia di guerriglia giudiziaria, ritenendo che la decisione di riaprire la galleria sia costellata da una serie di irregolarità.

Il fatto che la Città di Ginevra sia azionista nella misura del 5 per cento della Società delle autostrade e del tunnel del Monte Bianco (ATMB) e nel contempo membro dell'ARSMB non disturba il sindaco Vaissade. Egli che non giudica opportuno dimettersi dal consiglio d'amministrazione della società, perché, afferma è «meglio essere nel cuore dell'azione».

swissinfo e agenzie

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