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Gli sponsor di Alinghi hanno già vinto la scommessa

I principali sponsor hanno sborsato iun centinaio di milioni di franchi Keystone Archive

Gli sponsor che hanno deciso di sostenere Alinghi hanno investito bene i loro milioni.

Prima ancora della finale si dà per certo che gli investitori avranno un buon tornaconto.

Il patrimonio personale di Ernesto Bertarelli, direttore dell’imbarcazione
svizzera e direttore generale dell’azienda Serono, gli avrebbe consentito senza problemi di finanziarsi da solo il sogno della Coppa America.

«Ma ci teneva assolutamente ad avere dei partner al fine di rendere più credibile il suo progetto», spiega Jean-François Collet, condirettore (insieme al cognato di Ernesto Bertarelli) dell’agenzia di marketing Grand Chelem Management. Lo stesso Collet era stato incaricato di “scegliere” i futuri partner finanziari di Alinghi.

Tutti i partner dovevano rispondere ai seguenti criteri: tecnologia di punta, dinamismo, alta gamma e spirito di squadra.

Quattro felici eletti

Dire che si trattava di superfici care per gli sponsor sarebbe un eufemismo. Infatti, se da un lato il “ragazzo d’oro” della biotecnologia ha investito 40 milioni di franchi di tasca propria, dall’altro ha rifiutato categoricamente ogni tipo di partecipazione finanziaria da parte della Serono. Questo per separare in modo chiaro la vita privata da quella professionale. Dal canto loro, gli sponsor hanno immesso nell’operazione altri cento milioni.

Pare anzi che le cifre ufficiali pubblicate dalla stampa siano ben al di sotto di quelle effettive. Ciò vale a maggior ragione proprio in questa competizione, dove la ricchezza accumulata dai quattro migliori equipaggi della Vuitton Cup, si avvicina ai 70 miliardi di franchi svizzeri.

Ad ogni modo, già prima del via della finale della Coppa America, UBS, infonet, Audermars Piguet e Riri non rimpiangono di avere allargato i cordoni delle loro borse.

Il percorso eccezionale e i successi dell’impresa elvetica hanno procurato agli sponsor una presenza mediatica insperata. La scommessa l’hanno già vinta sin d’ora.

«Posso affermare che lo scopo è stato raggiunto», riassume il direttore generale della Riri, Livio Cossutto. «Tutto ciò che seguirà è da considerare come un risultato che va ben al di là delle aspettative.» Di stesso tenore il giudizio della manifattura Audemars Piguet, l’altro co-sponsor dell’avventura.

Stare dalla parte dei vincenti

Dal canto loro, i due sponsor principali dell’impresa sono soddisfatti ma non nascondono le loro speranze di ottenere anche la vittoria finale, affinché l’investimento iniziale abbia un tornaconto ancora maggiore.

«Quando ci siamo impegnati nel progetto Alinghi, l’obiettivo principale era quello di aumentare il grado di notorietà della nostra marca», precisa il responsabile dello sponsoring vela per l’UBS, Laurant Joliat.

Stiamo inoltre raggiungendo il nostro obiettivo tramite una campagna di spot pubblicitari diffusi soprattutto da CNN, BBC e Eurosport nonché attraverso campagne di immagine sulla stampa scritta.

Giudizio condiviso da Bob Lewis, vice-presidente per l’Europa di infonet, il quale sottolinea: «Vincere la finale, comunque, per l’imbarcazione e i suoi sponsor sarebbe un’ulteriore opportunità per mettersi in evidenza.»

L’appetito viene mangiando

Certamente a partire dal 15 febbraio l’interesse per la competizione aumenterà ulteriormente. Si dice che l’appetito viene mangiando. Ma il semplice fatto di avere potuto porre il proprio logo sul battello svizzero dello skip Russel Coutts vale già una fortuna.

C’è da scommettere che per la prossima Coppa America nel 2006, alla quale Ernesto Bertarelli ha già annunciato di volere partecipare, di sponsor potenziali ve ne saranno moltissimi.

Tutti desiderano figurare sullo scafo o sulla vela della futura Formula 1 dei mari svizzera. Ciò a prescindere dal fatto che la gara si svolga di nuovo al largo della Nuova Zelanda o (e perché no?) vicino a un porto europeo.

Swissinfo, Matthias Froideveax
(Traduzione: Rolando Stocker)

Bertarelli ha investito 40 milioni
Altri 100 milioni provengono dagli sponsor
Si stima che, insieme, i propretari delle quattro finaliste della Vuitton Cup accumulano un patrimonio di 70 miliardi di franchi svizzeri

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