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Gli stranieri lasciano la Costa d’Avorio

I soldati francesi coordinano le evacuazioni degli stranieri, iniziate mercoledì. Keystone

L’evacuazione dal paese africano in crisi è iniziata. La metà dei residenti svizzeri ha espresso l’intenzione di ritornare in patria.

Il Dipartimento degli affari esteri sta organizzando, in collaborazione con la Francia, il rimpatrio dei suoi cittadini.

“La situazione sul posto è difficile. Stiamo valutando le modalità di evacuazione dei cittadini elvetici che intendono ritornare in patria”, ha affermato la ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey durante una conferenza stampa.

Dopo quattro giorni di violenze, centinaia di stranieri hanno cominciato a lasciare la Costa d’Avorio mercoledì.

Ad Abidjan, la rivolta anti-francese non si è placata e la città è teatro di scontri tra i sostenitori del presidente ivoriano Laurent Gbagbo ed i soldati inviati da Parigi.

Ritorno a casa

Migliaia di francesi e altri residenti stranieri – tra cui italiani, tedeschi, statunitensi e canadesi – saranno evacuati nei prossimi giorni.

“Più della metà dei cittadini svizzeri vorrebbe lasciare il paese”, indica la consigliera federale.

267 svizzeri erano registrati all’ambasciata elvetica all’inizio dei disordini. Mercoledì sera, il Dipartimento degli affari esteri (Dfae) ha stimato che potrebbero essere ancora in 200 ad essere sul posto.

Decisione individuale

L’evacuazione non sarà però sistematica. “Lasciamo ad ognuno la libertà di scegliere”, afferma Ivo Sieber, portavoce del Dfae.

“Tutti saranno comunque informati su come lasciare il territorio in guerra e l’ambasciata elvetica continuerà a svolgere il proprio lavoro”, prosegue Sieber.

Una funzione che i diplomatici svolgeranno dal loro domicilio privato, visto che gli uffici della rappresentanza svizzera sono al momento chiusi.

Reazioni internazionali

Intanto, a livello internazionale le preoccupazioni salgono.

L’ONU ha fatto allontanare i familiari del personale e la Banca mondiale ha fatto uscire tutti i collaboratori non necessari.

Il presidente sudafricano Thabo Mbeki, incaricato dall’Unione africana di cercare di trovare una soluzione alla crisi, ha frattanto invitato a Pretoria i rappresentanti delle fazioni che si oppongono in Costa d’Avorio e che sono all’origine della guerra civile che aveva sconvolto il paese anni fa, fino alla firma degli accordi di pace nel gennaio 2003.

Il 4 novembre scorso, le forze governative della Costa d’Avorio hanno bombardato la città ribelle di Bouakè, roccaforte degli insorti che dal settembre 2002 controllano il centro-nord del paese.

Le due parti sono divise dalla zona-cuscinetto presidiata dai soldati francesi e dai caschi blu della missione di pace dell’Onu.

Durante gli ultimi quattro giorni, gli scontri tra i partigiani del presidente ivoriano Laurent Gbagbo e le forze francese hanno provocato decine di morti e oltre mille di feriti.

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