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Gli svizzeri si avvicinano all’Unione europea

Tutto pronto per l'atto conclusivo dei bilaterali bis tra Svizzera e Ue Keystone

Lunedì, a Bruxelles, i ministri degli esteri dell'Ue hanno dato il loro benestare al compromesso globale con la Svizzera.

Micheline Calmy-Rey, Joseph Deiss e Hans-Rudolf Merz rappresenteranno la Svizzera al vertice di mercoledì, che segnerà la conclusione politica dei bilaterali bis.

Saranno il presidente della Confederazione Joseph Deiss, la ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey e il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz a rappresentare mercoledì prossimo il Consiglio federale a Bruxelles, per la conclusione politica degli accordi con l’Unione Europea. Non ci sarà invece Christoph Blocher, responsabile del dossier di Schengen.

Lo ha deciso lunedì sera lo stesso Consiglio federale, nel corso di una seduta straordinaria, dopo le conclusioni adottate nel pomeriggio dai ministri europei degli esteri.

Mercoledì le due parti daranno il via libera «politico» alla conclusione dei nove accordi che compongono la tornata dei bilaterali bis, al termine di quasi tre anni di negoziati.

A Bruxelles ci saranno rappresentanti della Commissione UE e dell’Irlanda, che assicura la presidenza di turno dell’Unione.

Il secondo ciclo di negoziati bilaterali, che è così praticament econcluso, comporta tre accordi principali: sulla fiscalità del risparmio, sulla frode e su Schengen. Ma pure sei altri accordi, alcuni dei quali permetteranno alla Svizzera di partecipare a programmi europei.

Ecco quanto cambierà per la Svizzera e per gli svizzeri, che si avvicinano ancora un po’ all’Europa dei 25.

Fiscalità del risparmio

Per rispondere a una richiesta dell’Ue in materia di fiscalità del risparmio, il 17 giugno 2002 era stato aperto un secondo ciclo di negoziati bilaterali con la Svizzera.

In effetti l’Ue, che da anni cercava di armonizzare la fiscalità del risparmio sul suo territorio per mettere fine alla frode fiscale, aveva chiesto a diversi paesi terzi, tra cui la Svizzera, di partecipare a questa lotta.

A partire dal 1° gennaio 2005, se la direttiva europea entrerà effettivamente in vigore per quella data, la confederazione effettuerà una trattenuta fiscale sugli interessi dei conti appartenenti a cittadini comunitari che non risiedono in Svizzera.

Per i cittadini svizzeri non cambierà niente, visto che le autorità elvetiche sono riuscite a salvaguardare il segreto bancario.

Lotta contro la frode doganale

Secondo grosso oggetto di questi bilaterali: la partecipazione della Svizzera alla lotta europea contro la frode doganale, in particolare contro il contrabbando di sigarette.

Dopo intensi negoziati, Berna ha accettato di cooperare «pienamente» per lottare contro i delitti nell’ambito della fiscalità indiretta.

Ma Berna ha ottenuto una deroga permanente nel settore della fiscalità diretta, il che permetterà alla Svizzera di rifiutare richieste d’assistenza giuridica concernenti infrazioni non sanzionate dal diritto penale svizzero.

Quindi, dal momento in cui l’accordo entrerà in vigore, Berna risponderà positivamente alle richieste d’assistenza amministrativa e giudiziaria concernenti le infrazioni o i delitti previsti nell’accordo.

Apertura delle frontiere

Terzo dossier, l’adesione della Svizzera agli accordi di Schengen (cooperazione giuridica e in materia di polizia) e di Dublino.

L’adesione a Schengen avrà come prima conseguenza la soppressione dei controlli alle frontiere. Negli aeroporti, i cittadini svizzeri potranno così presentarsi allo sportello «Ue-Spazio Schengen».

Per le autorità, questa adesione permetterà soprattutto di avere accesso agli strumenti di cooperazione in materia di sicurezza e d’asilo dell’Ue, in particolare alla banca dati SIS, che contiene informazioni sulle persone e gli oggetti ricercati.

Questo strumento si è rivelato efficace nella lotta alla criminalità transfrontaliera, come il contrabbando, il traffico di esseri umani, di droga e di armi.

Grazie a «Dublino», la Svizzera avrà pure accesso al sistema EURODAC, che raccoglie le impronte digitali dei richiedenti asilo.

La Svizzera disporrà di un periodo di due anni per adattarsi agli sviluppi futuri della legislazione di Schengen e Dublino. In tal modo avrà tempo di ottenere l’accordo del legislatore competente (consiglio federale, parlamento o popolo, in caso di referendum).

In questo dossier è inclusa l’estensione dell’accordo bilaterale sulla libera circolazione delle persone anche ai dieci nuovi membri dell’Ue.

Sei altri accordi

Nel «pacchetto» dei bilaterali bis ci sono sei altri accordi di grande importanza.

L’Ue sopprimerà i suoi diritti doganali su tutti i prodotti agricoli trasformati provenienti dalla Svizzera. Inoltre, non accorderà più sovvenzioni all’esportazione di prodotti destinati al mercato svizzero.

Quale contropartita, la Svizzera ridurrà i diritti doganali che percepisce sui prodotti agricoli trasformati, come il cioccolato, la pasta, i biscotti, i gelati e altri prodotti alimentari.

In tutt’altro campo, la Svizzera potrà partecipare all’Agenzia europea per l’ambiente e contribuire attivamente ai progetti e alle ricerche condotte in seno all’unione, e accedere alle banche dati europee.

Media e formazione

Grazie all’accordo MEDIA, la Svizzera potrà partecipare a due programmi per la promozione della produzione audiovisiva europea. Una buona notizia per la produzione cinematografica e televisiva svizzera, che potrà beneficiare delle misure di sostegno dell’Ue.

Un altro accordo sulla formazione permetterà alla Svizzera di partecipare a tre programmi comunitari: Socrates (educazione generale), Leonardo da Vinci (formazione professionale) e Jeunesse (attività extrascolari). I partecipanti svizzeri beneficeranno degli stessi diritti dei loro colleghi europei. Ma questo accordo entrerà in vigore soltanto per i programmi a partire dal 2007.

L’accordo sulle statistiche implica che la Svizzera armonizzi progressivamente le sue statistiche agli standard europei, il che le permetterà di rafforzare la sua posizione in occasione di negoziati internazionali.

Gli esperti svizzeri potranno partecipare alle attività di diversi comitati di Eurostat, l’ufficio statistica dell’Ue.

Infine, l’accordo sulle pensioni regola la questione dell’imposizione del reddito di quegli ex funzionari europei che scelgono di trascorrere la loro quiescenza in Svizzera.

swissinfo, Barbara Speziali, Bruxelles
(traduzione dal francese: Fabio Mariani)

Mercoledì le delegazioni della commissione europea, della presidenza irlandese dell’Ue e del consiglio federale si trovano a Bruxelles per la conclusione dei negoziati bilaterali bis.

Questo secondo pacchetto di accordi tra la Svizzera e l’Ue si divide in nove capitoli:
Fiscalità del risparmio; lotta alla frode doganale; cooperazione nei settori della giustizia, della polizia, dell’asilo e della migrazione (Schengen/Dublino); prodotti agricoli trasformati; ambiente; mass media; educazione, formazione professionale e gioventù; statistiche; pensioni.

Il pacchetto comprende pure l’ampliamento dell’accordo di libera circolazione delle persone ai dieci nuovi membri dell’Ue e il contributo svizzero al fondo per la coesione dell’Unione (un miliardo di franchi sull’arco di cinque anni).

Un decimo accordo, sui servizi, era stato tolto dal pacchetto durante i negoziati, dato che le divergenze da risolvere erano troppo importanti. L’accordo sarà concluso in seguito.

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