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Gli utili delle aziende per combattere la miseria

In India, 300 milioni di persone devono vivere con meno di un dollaro al giorno swissinfo.ch

Nuova Dehli è in piena crescita. Ma la capitale indiana conta oltre 1200 bidonville, dove milioni di persone riescono appena a sopravvivere.

Per aiutare questa gente, Panther Export Private Ltd e altre imprese destinano una parte degli utili a programmi sociali.

“Il primo obiettivo che si sono dati i fondatori indiani di Panther Export Private Ltd è la lotta contro la miseria”, racconta il presidente della società, lo svizzero Sam Berthoud.

L’imprenditore vodese sottolinea però che i fondatori “non volevano trovarsi a dipendere dalla beneficenza dei donatori occidentali”. Così è nata l’idea di creare un’impresa di successo in India e devolvere parte dei guadagni al finanziamento di progetti sociali locali.

“Almeno il 20 per cento dei nostri profitti è destinato a programmi per la salute, l’istruzione e il lavoro in quattro bidonville di Nuova Dehli. Si tratta di molte decine di migliaia di franchi svizzeri ogni anno”.

Aiutare i più sfortunati

Uno di questi programmi finanzia la scuola di una bidonville dove vivono almeno 500 famiglie immigrate dal Bangladesh, paese a maggioranza musulmana che intrattiene relazioni difficili con il potente vicino.

“Gli indiani ignorano questa comunità”, racconta Sam Berthoud, “tanto che ufficialmente essa non risulta neanche esistere”.

L’isolamento dei cingalesi è aggravato dall’ostilità dei movimenti militanti dell’estrema destra induista verso gli indiani musulmani. Eppure, Sam Berthoud sostiene che c’è di peggio che vivere in una bidonville ed è il caso, per esempio, degli operai del settore delle costruzioni, spesso molto sfruttati.

“In molti casi, questi lavoratori immigrati non sono neanche pagati. Vivono con le loro famiglie nel cantiere in cui lavorano, non hanno accesso alla sanità e all’istruzione”, dice accorato Berthoud, che tenta di aiutarli.

Racconta l’imprenditore vodese: “Il datore di lavoro dà loro cibo in abbondanza, ma quando arriva il giorno della paga c’è sempre un imprevisto o un problema. Guarda caso, proprio in quei giorni un’anima buona passa da quelle parti e offre denaro in prestito. È così che i lavoratori contraggono un debito che li legherà per sempre al loro padrone”.

Una cosa è certa. È immenso il bisogno di aiuto in un paese dove – secondo i dati del PNUD – oltre 300 milioni di persone vivono con meno di un dollaro al giorno. È per questo che l’India è uno dei paesi su cui la cooperazione svizzera ha scelto di concentrare le proprie energie.

Appello alla mobilitazione

L’azione intrapresa da Panther Ltd ha il grande vantaggio di non dipendere dall’aiuto esterno. Si tratta di un’iniziativa privata, un’eccezione ben lontana dall’essere una regola.

“Alcune imprese indiane, come per esempio il gruppo Tata, devolvono una parte del loro fatturato a progetti sociali oppure danno vita a fondazioni che hanno lo stesso obiettivo”, spiega Basheerhamad Shadrach, responsabile per l’Asia del sud della rete di informazione alternativa Oneworld.net.

Secondo questo attivista della società civile: “Si tratta comunque di una goccia in un oceano di miseria. Per lottare contro le immense disparità che affliggono il nostro paese ci vorrebbe una mobilitazione nazionale, come quella che consentì di cacciare gli inglesi nel 1947”.

Ranjit Mathew, numero due della Panther Ltd, ritiene invece che si debba puntare sull’economia per fare uscire il paese dal sottosviluppo.

Ma secondo questo giovane dirigente indiano, “Ci vorranno ancora molti anni. Nonostante la crescita del settore delle tecnologie per l’informazione abbia già una ricaduta positiva sul resto dell’economia indiana”.

Il ruolo della società civile

Solo dal 10 al 25 per cento degli abitanti concentrati nelle grandi metropoli beneficia dello sviluppo economico. E nessuno si preoccupa dei poveri, che vivono per lo più nelle zone rurali.

Almeno, è questo il punto di vista di Kurt Fögele, responsabile per l’India dell’Agenzia svizzera di cooperazione (DSC). “Per questa ragione, la nostra azione è mirata essenzialmente a rafforzare la società civile indiana: le organizzazioni non governative possono rappresentare un legame essenziale fra l’India che vince e quella che ancora perde”.

swissinfo, Frédéric Burnand, Nuova Delhi
(traduzione di Serena Tinari)

Oltre un miliardo di persone vivono in India.
Il 35 per cento dispone di meno di un dollaro al giorno.
Circa un terzo della popolazione indiana vive in città.
L’aiuto allo sviluppo della Svizzera raggiunge i 36 milioni di franchi l’anno.

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