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Governo al timone per salvare la piazza finanziaria

Hans-Rudolf Merz tempestato di domande sui piani governativi per difendere la piazza finanziaria e il segreto bancario svizzeri Reuters

Un triumvirato per difendere gli interessi della piazza finanziaria elvetica dagli attacchi internazionali: è la strada scelta dal governo, che ha costituito al suo interno una delegazione incarica di elaborare una strategia in tal senso.

Sarà inoltre formato almeno un gruppo di lavoro, del quale faranno parte specialisti di varie discipline. Probabilmente comprenderà anche esperti americani.

Al centro di aspre critiche in relazione alla vertenza fra l’UBS e le autorità statunitensi, il ministro delle finanze e presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz ha cercato mercoledì di placare la bufera, esprimendo la comprensione del governo per la collera e la preoccupazione che regnano nell’opinione pubblica in seguito alla vicenda.

Ai rimproveri di inerzia, Merz ha replicato che egli non può prendere autonomamente determinate decisioni, ma deve discuterle con i colleghi di governo. Cosa che ha puntualmente fatto.

Così, nella seduta settimanale, il Consiglio federale ha deciso la creazione della delegazione strategica. Oltre a Merz, che la dirige, ne fanno parte le ministre di giustizia e polizia Eveline Widmer-Schlumpf e degli affari esteri Micheline Calmy-Rey.

L’intento è di agire rapidamente: occorre adottare decisioni strategiche nel giro di pochi giorni, poiché c’è in gioco il futuro della piazza finanziaria e del segreto bancario svizzeri. Perciò la delegazione si è immediatamente riunita, prima della conferenza stampa, ha detto il ministro delle finanze. I suoi compiti non sono tuttavia ancora stati definiti.

Il mandato della delegazione è di salvaguardare gli interessi della Svizzera non solo nella controversia UBS-Stati Uniti, ma anche nei confronti dell’Unione europea (Ue) e di altri paesi, ha puntualizzato Merz.

Alla ricerca di una soluzione contribuirà anche l’incontro di lunedì a Washington tra Eveline Widmer-Schlumpf e il ministro di giustizia statunitense Eric Holder. Merz ha comunque tenuto a precisare che la trasferta americana della ministra elvetica non è una conseguenza della vicenda UBS: questo argomento è solo uno dei vari temi all’ordine del giorno delle discussioni.

Rispondendo a una domanda di un giornalista, Merz ha detto che finora non ci sono stati contatti diretti tra il governo svizzero e quello statunitense di Barack Obama governo. Secondo Merz, ora bisogna anzitutto esaminare come intendono procedere le autorità fiscali statunitensi.

Svizzera aperta al dialogo

Interrogato dai giornalisti sulla possibilità di eliminare la distinzione, fatta dalla legge svizzera, tra evasione e frode fiscale, il presidente della Confederazione ha risposto che è prematuro pronunciarsi in merito.

Merz si è mostrato prudente anche riguardo al segreto bancario. Ha affermato che è tuttora valido, così definito nell’accordo sulla tassazione del risparmio fra la Svizzera e l’UE. Il ministro delle finanze non ha escluso che l’accordo possa essere adattato o esteso ad altri Stati. Berna è pure disposta ad esaminare l’eventualità di tassare altri profitti, come per esempio i dividendi.

“La questione verrà esaminata, ma tutto dipenderà anche dagli altri paesi”, ha detto. La delegazione studierà sicuramente tali varianti, ma il primo passo spetterà a Bruxelles: “l’Ue deve dapprima dire cosa vuole”, ha rilevato.

Il tesoriere della Confederazione ha pure ricordato che egli parteciperà, in marzo a Londra, alla Conferenza del comitato del Fondo monetario internazionale, durante la quale 24 ministri delle finanze prepareranno il G-20 che si terrà in aprile. Appuntamento, quest’ultimo, a cui la Svizzera non è invitata.

Il governo vuole anche avvalersi di un gruppo di lavoro pluridisciplinare. Esso sarà composto di specialisti di diritto, fisco, banche, imprenditoria, finanza, economia e diplomazia. “Se volete potete chiamarlo task force”, ha detto Merz, spiegando che il Consiglio federale ha puntato su una doppia struttura – delegazione e gruppo di lavoro – per rispondere a due esigenze: la volontà governativa di dirigere le operazioni e la necessità di avanzare celermente.

Partiti divisi

Non tutti i partiti ritengono però che la via imboccata dal Consiglio federale sia quella giusta. Le reazioni sono contrastanti.

Per il presidente del Partito popolare democratico (PPD), si è di fronte a una decisione debole che dimostra come l’esecutivo non abbia ancora capito la serietà della situazione. Serve una task force che sia sì guidata da un ministro, ma che sia composta da diplomatici e da specialisti del settore bancario, osserva il presidente del PPD Christophe Darbellay. Il deputato vallesano non intende rimanere con le mani in mano e nella sessione parlamentare primaverile presenterà un’interpellanza urgente affinché sia costituito un “vero gruppo di lavoro”.

Secondo il Partito socialista, l’esecutivo continua operare in modo difensivo e senza coraggio, danneggiando in tal modo la piazza finanziaria. In un comunicato il partito dubita che la delegazione riesca ad affrontare al meglio la crisi, tanto più che è guidata dal presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz, il ministro delle finanze che “finora ha minimizzato i problemi”. Per i socialisti occorre riformare il segreto bancario, abolendo in particolare la distinzione fra frode fiscale e semplice evasione.

Anche l’Unione democratica di centro (UDC) non fa i salti di gioia. A parte il fatto che la decisione interviene con molto ritardo, i tre ministri che fanno parte della delegazione “non si sono distinti finora per il loro enorme impegno in questo campo”, afferma il presidente del partito Toni Brunner. Sono comunque i ministri responsabili dei settori interessati e la loro nomina risponde quindi “a una certa logica”, ammette. Brunner vede invece di buon occhio il gruppo di esperti.

Il Partito liberale radicale (PLR) è fiducioso. Finora il governo ha sempre agito in modo corretto in questo dossier e anche questa decisione è giusta, sostiene il presidente Fulvio Pelli. A suo avviso, ciò dimostra che l’esecutivo è in grado di governare.

Soddisfatto anche il presidente dei Verdi Ueli Leuenberger: a suo parere, era ora che il governo prendesse le redini in mano sul tema. Leuenberger teme però che il governo si concentri troppo sulla difesa del segreto bancario, invece di elaborare una nuova strategia che permetta di uscire dalla crisi.

swissinfo e agenzie

Il segreto bancario svizzero garantisce ai clienti delle banche elvetiche la confidenzialità delle informazioni nei confronti dei privati e delle amministrazioni. Analogamente a quanto avviene per i medici rispetto ai loro pazienti, i banchieri sono tenuti a mantenere il segreto sulla situazione finanziaria dei loro clienti.

Il segreto bancario è regolato dalla legge sulle banche (art. 47), che risale al 1934. La violazione del segreto professionale è punita con la detenzione fino a 6 mesi e con multe fino a 50’000 franchi.

Solo in casi eccezionali stabiliti dalla legge (per esempio in relazione ai reati di riciclaggio o terrorismo) il segreto bancario può essere sospeso. L’evasione fiscale non rientra fra queste eccezioni.

18 febbraio:
Accordo extragiudiziale fra UBS e il Dipartimento federale di giustizia americano. UBS è obbligata a fornire i dati di 250-300 clienti alle autorità americane e a pagare 780 milioni di dollari per evitare un procedimento penale. L’accordo è approvato dall’autorità federale di vigilanza sui mercati finanziaria (FINMA).

19 febbraio:
Il Dipartimento federale di giustizia americano inoltra una denuncia civile contro la banca svizzera per obbligarla a comunicare l’identità di 52’000 titolari di “conti segreti illegali”, per un totale di 14,8 miliardi di dollari.

20 febbraio
Il Tribunale amministrativo federale (TAF) vieta provvisoriamente alla FINMA la consegna di documenti bancari di otto clienti UBS alle autorità fiscali americane.

Il TAF accoglie una denuncia collettiva presentata precauzionalmente il 18 febbraio contro la decisione della FINMA, che pregiudicherebbe le conclusioni della procedura penale in corso negli USA.

La FINMA risponde di aver tuttavia già trasmesso i dati alle autorità americane il 18 febbraio.

24 febbraio:
Lo studio di avvocatura Rüd Winkler Partner, legale degli otto clienti che si sono rivolti al TAF, inoltra una denuncia penale presso il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) contro i vertici di UBS e la FINMA accusati di aver violato il segreto bancario con la trasmissione di dati alle autorità fiscali americane.

25 febbraio:
Il Consiglio federale decide di creare una delegazione strategica e un gruppo d’esperti. Obiettivo: elaborare una strategia per risolvere i problemi che riguardano UBS, le relazioni con gli Stati Uniti e l’Ue, il segreto bancario e il futuro di tutta la piazza finanziaria.

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