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Haiti: La famiglia Duvalier non demorde

La famiglia dell'ex dittatore Jean-Claude Duvalier ha presentato ricorso contro la decisione del Tribunale penale federale (TPF) di restituire ad Haiti gli averi depositati in Svizzera, del valore di sette milioni di franchi.

I Duvalier sostengono che i fondi bloccati nelle banche elvetiche dal 2002 «avevano per unica origine il patrimonio personale di Simone Duvalier», madre dell’ex dittatore, e chiedono dunque di poterne usufruire liberamente.

Un’argomentazione rifiutata però dal TPF, secondo cui «è stato stabilito che Simone Duvalier faceva parte di un’organizzazione criminale diretta dal marito François Duvalier e in seguito dal figlio Jean-Claude». Nella sentenza del TPF, emessa il 12 agosto, i giudici definiscono il clan Duvalier un’«organizzazione criminale» che usava «il potere assoluto del capo dello Stato per far regnare un clima di terrore ad Haiti e procurare ai suoi membri redditi considerevoli tramite lo storno sistematico di fondi pubblici».

Sulla base di queste argomentazioni, la Corte federale aveva così respinto il ricorso della fondazione della famiglia dell’ex dittatore, confermando una decisione dell’Ufficio federale di giustizia. L’obiettivo era di consegnare i sette milioni di franchi alle autorità del paese caraibico, da «utilizzare in maniera trasparente a profitto della popolazione attraverso progetti umanitari o sociali gestiti in collaborazione con le autorità e le organizzazioni non governative».

Le autorità haitiane accusano Duvalier di aver saccheggiato – con l’aiuto di persone a lui vicine – le casse dello Stato dalla sua entrata in carica (1971) fino alla sua fuga (1986), e di aver poi depositato all’estero i fondi sottratti.

swissinfo.ch e agenzie

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