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I governi promettono di colmare il divario digitale

Molte promesse, ma per ora pochi impegni concreti escono dal vertice di Ginevra Keystone

Al termine del Vertice mondiale Onu sulla società dell'informazione circa 176 paesi firmano la prima convenzione per colmare il divario digitale.

Per gli organizzatori la bozza d’accordo è un passo storico verso una mondo in cui informazione e comunicazione non restino un privilegio di pochi.

“Ginevra 2003 sarà ricordata per il lancio di un nuovo dialogo internazionale e di un nuovo concetto politico, ossia la solidarietà digitale”, ha detto venerdì il presidente della Confederazione elvetica Pascal Couchepin alla chiusura del primo vertice mondiale sulla società dell’informazione.

Secondo Couchepin: “Si è messo in moto un processo politico innovativo. Per la prima volta nella storia delle Nazioni Unite gli stati hanno invitato a partecipare al dibattito anche i membri della società civile.”

La dichiarazione e il piano d’azione adottati dai governi riflettono l’impegno per la creazione di una società dell’informazione che abbia alla base le esigenze della popolazione.

Lo scopo è quello di incitare i governi ad usare anche le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) per promuovere gli obiettivi di sviluppo della “Dichiarazione del Millennio” delle Nazioni Unite.

Tra i quali ridurre la fame e l’estrema povertà, garantire un’educazione di base a tutti e creare una “collaborazione globale” affinché nel 2015 ci sia un mondo più giusto, pacifico e prospero.

Il piano d’azione dell’ONU per la società dell’informazione prevede dei gruppi di lavoro per esaminare problemi come il finanziamento nei paesi poveri di reti d’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, e la regolamentazione di Internet, prima della seconda fase del vertice, in programma in Tunisia nel 2005.

Considerando che più della metà della popolazione mondiale non ha accesso ad un telefono, bisognerà che gli investimenti nello sviluppo delle TIC siano accompagnati da investimenti anche nei settori più tradizionali.

“C’è un rischio che le tecnologie dell’informazione e della comunicazione diventino il prossimo elefante bianco degli investimenti,” ovvero un capriccio costoso, ha detto Mark Malloch Brown, incaricato del programma di sviluppo dell’Onu.

“Gli investimenti nel settore delle TIC devono servire come strumenti per migliorare l’educazione, la sanità e altri servizi…ma non possono sostituire gli investimenti diretti nell’educazione e nella sanità”.

Missione compiuta

Nel suo discorso di fronte all’assemblea dei delegati, Couchepin ha lodato i partecipanti al vertice per lo sforzo compiuto per la creazione di un mondo migliore.

“Qui a Ginevra abbiamo costruito le fondamenta di una nuova società dell’informazione caratterizzata dalla solidarietà e dall’apertura”, ha detto Couchepin. “Il nostro desiderio comune è un futuro più giusto ed equo”.

Per la Svizzera, che ha ospitato il summit, terminano così due anni di preparazione e di negoziazioni, impiegati anche per convincere i governi ad accordarsi su alcuni punti importanti, tra cui il rispetto dei diritti umani e la libertà di stampa, cui fa riferimento il documento finale.

“In generale il summit è stato un successo, abbiamo raggiunto il nostro scopo, ma naturalmente il processo continua e sarà seguito anche dalla Svizzera”, ha dichiarato a swissinfo Marc Furrer, principale negoziatore al vertice per la Svizzera.

Gli fa eco Sarbuland Khan, capo della Task Force Onu per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione: “Il summit è stato un vero successo, senza dubbio”.

“Tutti i principali gruppi d’interesse si sono riuniti da ogni parte del mondo su di una piattaforma unica e alla fine, dopo un difficile processo di negoziazioni, hanno raggiunto un accordo su alcuni temi chiave”.

Soddisfazione da parte dell’Onu

È stato detto che uno dei principali successi del vertice è quello di essere riuscito a coinvolgere un numero eccezionale di rappresentanti della società civile e del settore privato.

Una prima per un summit Onu, e questa nuova collaborazione è vista da molti come l’inizio di una nuova era per le negoziazioni internazionali.

Secondo Khan: “Questo evento ha mostrato che l’Onu, come istituzione, riesce ad adattarsi ed essere innovativa”.

Accanto alle ONG e ai rappresentanti del mondo economico, hanno preso parte al summit più di 50 capi di stato, per la maggior parte di paesi in via di sviluppo.

A chi fa notare la scarsa presenza di leader occidentali, segno del loro mancato appoggio politico agli obiettivi del summit, Furrer risponde augurandosi che questo loro scetticismo possa essere superato.

“Penso che i funzionari che non hanno partecipato al vertice si sono resi conto che è stato un errore non venire e spero che saranno presenti alla fase successiva”, dichiara Furrer.

Prossima fermata: Tunisi

Mentre gli svizzeri possono ora tirare un sospiro di sollievo, sono già cominciati i lavori per la seconda fase del vertice, che si terrà in Tunisia nel 2005.

La scelta di Tunisi è stata criticata da molte organizzazioni non governative, che hanno accusato il presidente Zine El Abidine Ben Ali di violare sistematicamente i diritti umani.

“La Tunisia è uno dei paesi peggiori per quanto riguarda la libertà d’espressione”, dice Robert Ménard, direttore di “Reporter senza frontiere”.

Ma Sarbuland Khan insiste sul fatto che il summit del 2005: “aprirà il processo politico in Tunisia”, e segnerà un momento importante dello sviluppo delle dinamiche cominciate a Ginevra.

“Bisogna far discutere insieme tutti i paesi e i gruppi in gioco. Il disimpegno non funziona”.

Una visione che condivide anche il ministro degli esteri tunisino, Habib Ben Yahia: “Consideriamo la fase due come un coronamento di questo processo. Si tratta di una nuova rivoluzione e la gente in tutto il mondo deve rendersi conto che per noi la posta in gioco è alta, per arrivare al 2005 con un consenso e una visione”, ha dichiarato.

swissinfo, Anna Nelson, Ginevra
traduzione, Raffaella Rossello

I principali obiettivi dalla Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite sono: ridurre entro il 2015 la povertà e la fame nel mondo, garantire l’educazione di base, promuovere l’uguaglianza dei sessi e ridurre la mortalità infantile.

Altri obiettivi: la protezione ambientale e la lotta contro l’Aids, la malaria e altre malattie.

La dichiarazione della società dell’informazione e il suo piano d’azione prevedono per raggiungere questi obiettivi anche l’uso delle TIC.

Per organizzare il vertice la Svizzera ha investito 15 milioni di franchi.

A Ginevra al termine del primo Vertice mondiale Onu sulla società dell’informazione (VMSI), 176 paesi hanno adottato una dichiarazione di principio e un piano d’azione per colmare il divario digitale.

I firmatari chiedono ai leader del mondo di usare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) per creare una società orientata allo sviluppo che metta al centro i bisogni della popolazione.

Tra gli obiettivi, collegare tutti i villaggi del mondo ad Internet entro il 2015.

La prossima fase del vertice si terrà a Tunisi nel 2005.

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