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I liberali radicali non rinunciano al nucleare

Fulvio Pelli, presidente del PLR, durante l'assemblea dei delegati del partito, sabato a Sempach Keystone

Sabato, i delegati del partito liberale radicale si sono detti preoccupati per la situazione ambientale attuale. Al contempo hanno affermato di non volere rinunciare all'energia nucleare.

Venerdì sera, i presidenti delle sezioni cantonali del partito hanno deciso di raccomandare di votare no all’armonizzazione degli assegni familiari in votazione il 26 novembre prossimo.

«Sì» ad una nuova centrale nucleare in Svizzera in tempi brevi e «no» alle centrali a gas, che rendono il Paese dipendente dall’estero e che rischierebbero di trovarsi senza sufficienti materie prime tra il 2020 e il 2030.

Questa, in sintesi, la strategia del partito liberale radicale (PLR) in politica energetica delineatasi sabato nel corso dell’Assemblea dei delegati a Sempach, nel canton Lucerna.

«No» alle centrali a gas

La questione energetica, quella del gas in particolare, è stata oggetto di un lungo dibattito: molti sono stati infatti i delegati del parere che non si debba vietare nessuna forma di produzione. È giusto che il mercato decida da solo, hanno detto.

Altri hanno invece proposto di usare il gas come soluzione provvisoria, per evitare difficoltà di approvvigionamento a medio termine.

Alla fine l’ha spuntata la tesi del comitato direttivo, che, per ragioni di politica climatica, mira a ridurre la produzione di gas a effetto serra.

«Sì» alle centrali nucleari

Nulla di nuovo invece sul versante del nucleare: il PLR vuole una nuova centrale. A tale proposito i delegati hanno accettato una proposta avanzata dalla sezione argoviese, secondo cui un nuovo progetto va presentato al più presto. La procedura d’autorizzazione per la costruzione di un nuovo impianto può infatti durare anche tra i 15 e i 20 anni.

Il PLR ha già elaborato un documento sul tema, da cui emerge che le maggiori sfide del futuro saranno le conseguenze dei consumi energetici sull’ambiente, la diminuzione delle risorse e la dipendenza da Paesi politicamente instabili, che esportano petrolio e gas. Il PLR, che mira ad assicurare nel tempo l’approvvigionamento energetico, intende puntare su sostenibilità e innovazione. La politica climatica vuole che i produttori di energia limitino le emissioni di anidride carbonica e mette in guardia dalla dipendenza dai prodotti fossili.

Secondo i liberali radicali vanno quindi potenziate l’efficienza energetica e le quote di energia provenienti da fonti rinnovabili: queste dovrebbero raggiungere il 7% del totale entro il 2020 e il 10% entro il 2030. Tutti gli obiettivi dovrebbero però essere realizzati grazie a misure volontarie e a meccanismi di mercato.

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Blocher criticato

In un discorso che ha suscitato molti applausi, il presidente del partito Fulvio Pelli ha poi condannato l’atteggiamento del ministro di giustizia e polizia Christoph Blocher, soprattutto per le critiche lanciate da quest’ultimo nei confronti della norma antirazzismo durante il suo recente viaggio ufficiale in Turchia.

Il ticinese non ha risparmiato critiche neppure alla televisione, incapace, a suo avviso, di distinguere tra vera informazione e propaganda.

In merito, Pelli ha affermato che «il PLR non parteciperà mai agli spettacoli di Christoph Blocher, più bravo a fare l’istigatore che l’uomo di Stato».

Raccomandazioni di voto

Venerdì sera frattanto i presidenti delle sezioni cantonali del partito hanno deciso, con 16 voti contro 7 e due astensioni, di raccomandare un “no” alla legge federale sugli assegni famigliari in votazione popolare il prossimo 26 novembre.

I liberali radicali ritengono che la nuova normativa porterà solo nuove ingiustizie, mentre le diversità di trattamento a livello cantonale sono sensate.

Per quanto riguarda invece il miliardo di coesione in favore dei paesi dell’est, il PLR si era già pronunciato all’unanimità per un “sì” nel mese di agosto.

swissinfo e agenzie

La Svizzera dispone di 5 centrali nucleari: Beznau I e II (entrate in funzione nel 1969 e 1972), Mühleberg (1972), Gösgen (1978) e Leibstadt (1984).

La percentuale di energia atomica nella produzione totale svizzera è del 38% in media annuale (inverno: fino al 45%). Media annuale in Europa: 33%.

In base alla nuova legge sull’energia nucleare, entrata in vigore il 1.febbraio del 2005, i progetti di nuove centrali nucleari sottostanno al referendum facoltativo.

Tra i partiti maggiori che fanno parte del comitato per il no alla nuova legge sugli assegni famigliari vi è l’Unione democratica di centro (UDC-destra populista).

Sabato anche il Partito liberale radicale (PLR) è entrato ufficialmente nel campo degli oppositori. In questo ambito infatti, il PLR preferisce un sistema federalista.

Socialisti, Democristiani e Verdi raccomandano invece di votare sì: l’armonizzazione andrebbe a vantaggio della società e i costi sarebbero sopportabili per l’economia.

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