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I ministri europei riuniti per proteggere il bosco

I danni provocati dalla tempesta Lothar del maggio 2000 Keystone Archive

In questi giorni si svolge a Vienna la quarta Conferenza europea per la protezione delle foreste.

Qual è il contributo della Confederazione alla Conferenza e come si presenta la situazione in Svizzera?

La Conferenza ministeriale europea sulle foreste si riunisce per la quarta volta. Il suo compito è quello di evidenziare problemi e prospettive di convivenza fra risorse naturali e essere umano.

L’incontro rimane l’occasione per fare il punto su uno spazio vitale che – con i cambiamenti strutturali della società e il conseguente crollo dei prezzi – ha modificato completamente il suo ruolo verso la comunità umana.

«Sempre di più le decisioni prese in altri settori hanno effetti sulle foreste», ricorda Sandra Limacher. L’agricoltura, l’edilizia, il turismo sfruttano gli spazi verdi spesso in maniera più spregiudicata dei boscaioli.

Nuovi compiti

In Svizzera, la tradizione nella protezione dei boschi è lunga. La prima legge che vietava il taglio indiscriminato degli alberi è di fine Ottocento. «Allora il traguardo era soprattutto quello di evitare l’erosione del terreno», ricorda Sandra Limacher.

Da lì si è sviluppato poi un nuovo paradigma. Oggi, si ribadisce all’Ufficio federale, la protezione contempla tutta una serie di compiti: «Il bosco protegge dai pericoli naturali, offre ristoro, assorbe il CO2, fornisce materie prime rinnovabili, filtra l’acqua potabile e crea posti di lavoro».

Queste nuove mansioni ridefiniscono il rapporto con il bosco che prima era essenzialmente ritenuto un fornitore di legname. Nella sfida del clima, come per la necessità sociale di rigenerazione nel verde, il bosco ha un nuovo ruolo importante.

E l’esempio svizzero ha fatto scuola, come ricorda la Limacher: «La nostra esperienza è valida anche per altri paesi. Il Giappone, per esempio, ha ripreso la nostra legislazione nazionale».

La posizione ambientalista

C’è da rallegrarsi: in Svizzera – soprattutto in ambito alpino, dove l’agricoltura ha perso la sua importanza – la superficie dei boschi cresce. E nell’85 per cento dei casi lo fa in maniera spontanea. Non si segue più l’idea di una monocultura per ottimizzare lo sfruttamento. Il calato interesse economico gioca a favore della rinascita della natura.

Il miglioramento è attestato anche dalle associazioni ambientaliste. «Non si contano praticamente più animali e piante che vivono nel bosco minacciati di estinzione. Ci sono anzi delle specie, come il picchio dal dorso bianco, che sono ritornate a vivere in Svizzera», afferma Urs Tester di Pro Natura.

Inoltre con le procedure di consultazione, gli ambientalisti sono integrati nel processo decisionale della macchina politica. «Anche se – come ricorda Tester – le pressioni per escluderci sono forti, soprattutto in certi ambienti economici».

Manca invece lo spazio. «Malgrado la ricchezza delle specie sia grande, in Svizzera è difficile creare degli spazi continui, non tagliati da strade o insediamenti, in cui gli animali possano passare indisturbati». La superficie incontaminata più grande è il Parco nazionale, segue lo Sihlwald di Zurigo con soli 10 chilometri quadrati di superficie.

Ma se in Svizzera si sono fatti progressi dove possibile, all’estero le cose sono più difficili. Per Gerald Steindlegger del WWF, la Conferenza di Vienna ne è testimone diretto: «Non si tratta di un incontro per la protezione del bosco, ma di una Conferenza per garantire anche in futuro lo sfruttamento».

Esiti progressivi

A conferenza conclusa, saranno state accolte cinque ulteriori risoluzioni. Ma rimangono dei messaggi poco vincolanti, perché la Conferenza non ha un vero peso specifico.

Le mancanza di un quadro istituzionale superiore, che emani delle normative d’applicazione, riduce l’effetto delle risoluzioni dei ministri presenti. La realizzazione rimane questione interna agli Stati.

Anche Sandra Limacher evidenzia questo fatto: «Molte sfide, soprattutto nell’ambito energetico e agricolo, hanno bisogno di una soluzione internazionale. Una sede potrebbero essere le Nazioni unite».

Ma l’occasione offre in tutti i paesi – sia alle istituzioni, sia ai gruppi ambientalisti – l’occasione di ricordare all’opinione pubblica l’importanza di uno sfruttamento e di un rispetto cosciente delle foreste del continente.

swissinfo, Daniele Papacella

Il 30 per cento della superficie svizzera è ricoperta da bosco
Fra il 1985 e il 1995, la superficie è cresciuta del 4 per cento (+477 km2)
Secondo una stima, crescono annualmente 10 milioni di metri cubi di legname nei boschi
I compiti del bosco: regolatore del CO2; protezione degli abitati da valanghe e smottamenti; spazio vitale per fauna e flora; oasi di rigenerazione per l’uomo; offre materie prime e combustibile rigenerabile

La 4. Conferenza ministeriale per la protezione delle foreste in Europa si tiene a Vienna il 28-30 aprile.

La Conferenza è stata indetta la prima volta nel 1990. Nel frattempo è diventata la massima piattaforma del Vecchio Continente di discussione in materia di politica forestale.

Nell’insieme, il 46 per cento della superficie europea è coperta di boschi. I boschi del vecchio continente costituiscono circa un quarto della superficie forestale globale.

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