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Il Nazionale insiste per uno studio sulla Stasi

Non era molto affollata la sala del Nazionale, martedì mattina a Lugano, quando la consigliera federale Ruth Metzler ha parlato delle presunte attività della stasi in Svizzera Keystone

Le attività in Svizzera dell'ex polizia segreta della Germania dell'Est (Stasi) devono essere esaminate da uno storico indipendente. Nonostante l'opposizione del Consiglio degli Stati, il Consiglio nazionale ha ribadito martedì a Lugano questa sua volontà.

L’obiettivo è di determinare, entro cinque anni, in che misura la Svizzera sia stata toccata dalle attività della Stasi. Si tratta anche di esaminare il comportamento delle istituzioni ed aziende interessate. Più o meno come avviene per la commissione Bergier, che studia il ruolo della Svizzera nella Seconda Guerra mondiale.

In settembre, con 23 voti contro 9, il Consiglio degli Stati non aveva voluto entrare in materia su questo progetto, frutto di un’iniziativa parlamentare del consigliere nazionale udc zurighese Walter Frey. D’accordo sul principio di un esame storico, la Camera dei cantoni è però dell’opinione che lo si possa fare senza che la Confederazione debba nominare e finanziare un esperto indipendente.

Il Consiglio degli Stati – ha dichiarato il socialista ginevrino Nils de Dardel a nome della commissione – non vuole una «storia ufficiale». Orbene, secondo il progetto del Nazionale, l’esperto indipendente svolgerebbe il lavoro in assoluta libertà, senza direttive delle autorità, ha osservato l’udc turgoviese Alexander Baumann, secondo il quale l’interesse delle ricerche non è soltanto storico, ma anche politico.

Se gli Stati rifiutassero nuovamente l’entrata in materia, il progetto verrebbe abbandonato.

swissinfo e agenzie

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