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Il calcio volta pagina

Domenica prossima in molti stadi italiani i cancelli rimarranno chiusi Keystone

Dopo il dramma di Catania, il governo Prodi ha varato misure senza precedenti per frenare la violenza negli stadi. Vittima del volto peggiore dei suoi «tifosi», il calcio non sarà più quello di prima.

A poco più di un anno dal grande appuntamento dell’Euro 2008, anche la Svizzera sta affinando le proprie armi per combattere l’hooliganismo, un fenomeno ben presente anche alle nostre latitudini.

Il calcio italiano si ferma. Anzi no riparte, ma a porte chiuse. Dopo i tragici fatti di Catania – dove un poliziotto è stato ucciso da alcuni «tifosi» a margine del derby siciliano Catania-Palermo – sul futuro del calcio in Italia è stato detto di tutto e di più.

Se si può morire per una partita, allora è meglio rinunciare al pallone, hanno reagito alcuni. È un incidente di percorso, «the show must go no», hanno ribattuto altri. Una cosa è certa: a partire da domenica, il calcio in Italia non sarà più lo stesso.

Lo ha deciso mercoledì il Consiglio dei ministri del governo Prodi, che in tempo record ha varato un provvedimento severissimo per sopprimere la violenza negli stadi.

«Il caos di Catania ci ha colpiti doppiamente, siccome ne ha risentito anche l’immagine dell’Italia all’estero. In quanto italiani in Svizzera ci dobbiamo vergognare per la figura che ha fatto il nostro paese», commenta Giuliano Racioppi, responsabile dei Comitati degli Italiani in Svizzera.

Decreto antiviolenza

Il decreto legge approvato a Palazzo Chigi – definito «senza precedenti» – prevede in particolare la chiusura al pubblico degli stadi che non rispettano le norme di sicurezza, l’inasprimento delle pene per chi oppone resistenza a pubblico ufficiale (il massimo passa da 5 a 15 anni) e l’estensione a 48 ore della flagranza di reato.

Le società non avranno inoltre più diritto di vendere biglietti in blocco alle squadre ospitate (questo per evitare gli atti vandalici commessi dai tifosi in trasferta, spesso molto esagitati) e non potranno più intrattenere alcun rapporto economico con i fan club.

E chi malgrado le severe misure si farà beccare a lanciare oggetti pericolosi, a maneggiare un fumogeno o a partecipare ad un’invasione di campo, sarà processato per direttissima.

«Non abbiamo ancora avuto modo di valutare quanto deciso in Italia. Analizzeremo comunque queste misure nel dettaglio e le confronteremo con quanto in atto in Svizzera», ci dice Barbara Meier, portavoce dell’Ufficio federale dello sport (Ufspo).

Dichiarazione contro la violenza

I disordini di Basilea al termine della finale del campionato svizzero di calcio lo scorso 13 maggio e gli incidenti che (troppo) spesso si verificano in occasione di partite di pallone o di hockey su ghiaccio testimoniano che il fenomeno hooligan è una realtà anche in Svizzera.

Certo, a differenza della vicina Penisola – per usare una brutta espressione – «il morto non ci è ancora scappato». Non ci si può tuttavia permettere di aspettare l’evento tragico (come invece si è fatto in Italia) per reagire. A maggior ragione se si considera che la Svizzera accoglierà gli Europei di calcio nel 2008 e i Mondiali di hockey nel 2009. Sotto i riflettori di tutto il mondo, non si avrà diritto allo sbaglio.

«Con i vari partner attivi nel contesto sportivo abbiamo adottato una Dichiarazione contro la violenza che stabilisce chiaramente le responsabilità di ognuno e le misure da adottare», rileva Barbara Meier.

Responsabilità. Forse è proprio questo il punto sul quale bisogna insistere: chi conosce i propri obblighi – e quindi deve rispondere in caso di problemi – fa rispettare meglio l’ordine in casa propria.

«Partiamo dal principio che all’interno degli stadi è l’organizzatore ad essere responsabile. Le autorità intervengono solamente nel caso non fosse possibile garantire la sicurezza. Al di fuori dei campi sportivi la responsabilità incombe invece ai poteri pubblici», spiega Peter Guilliéron, segretario generale dell’Associazione svizzera di football.

Limitare gli hooligans

Per l’Euro 2008 la Svizzera ha detto di volersi ispirare al sistema di sicurezza messo in atto al Mondiale dell’anno scorso. Sebbene non si siano registrati incidenti gravi, alcuni filmati mostrano però che non è filato proprio tutto liscio. Nelle città tedesche non sono mancati gli scontri, i feriti e gli arresti.

Per il grande appuntamento del 2008 sono attesi in Svizzera da uno a tre milioni di persone. Tra di loro sicuramente moltissimi sportivi, ma purtroppo anche qualche teppista. E allora, come evitare il peggio?

«Per limitare gli hooligans abbiamo previsto tre filtri: impedire che lascino il loro paese di origine, bloccare la loro entrata in Svizzera alla frontiera e collaborare con i conoscitori della scena hooligan per identificare i disturbatori», indica a swissinfo Martin Jäggi, responsabile svizzero per la sicurezza ad Euro 2008.

«Inoltre – aggiunge Peter Guilliéron – applicheremo la nuova legge anti-hooligan e scambieremo informazioni con gli altri paesi europei».

swissinfo, Luigi Jorio

La «Dichiarazione dello sport svizzero per la lotta contro la violenza nello sport» è stata elaborata dai rappresentanti delle federazioni sportive, dalla Confederazione e dai cantoni.

Essa prevede innanzitutto l’applicazione della legge anti hooligan, un provvedimento a complemento della legge sulla sicurezza interna varato appositamente per l’Euro 2008.

Tra le misure previste: la creazione di una banca dati nazionale dei tifosi violenti, il divieto d’accesso agli stadi o di entrata in Svizzera per gli hooligans e la detenzione preventiva fino a 24 ore.

La Dichiarazione contro la violenza nello sport prevede inoltre la formazione di addetti alla sicurezza, il lavoro professionale nel confronto dei tifosi ed una sensibilizzazione degli atleti al problema della violenza.

L’Euro 2008 si svolgerà in Svizzera e in Austria dal 7 al 29 giugno.
In Svizzera sono previste 15 partite a Basilea, Berna, Ginevra e Zurigo.
Attualmente, i costi complessivi dell’evento in Svizzera ammontano a 182 milioni di franchi (64 milioni sono per la sicurezza).

Il Viminale (Ministero italiano dell’interno) ha stabilito giovedì che solamente gli stadi di Roma, Genova, Siena, Cagliari, Torino e Palermo sono a norma di regola e quindi agibili.

In tutti gli altri stadi di Serie A e B le partite si giocheranno invece a porte chiuse.

In ragione dell’inadeguatezza dello stadio San Siro, il Milan non ha escluso di giocare il suo prossimo match di Champions League a Ginevra.

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