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Il CICR chiude i suoi uffici di Bagdad e Bassora

La sede del CICR a Bagdad prima dell'attentato del 27 ottobre Keystone

La misura è dettata dall'estrema pericolosità della situazione, dopo l'attentato del 27 ottobre contro la sede della Croce rossa internazionale a Bagdad, che aveva fatto 12 morti e 22 feriti.

L’organizzazione umanitaria rimarrà presente nel nord dell’Iraq.

Il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) ha deciso di chiudere temporaneamente i suoi uffici a Baghdad e a Bassora.

La notizia, confermata dal portavoce dell’organizzazione umanitaria, era stata anticipata nell’intervista al presidente del CICR, Jakob Kellenberger, pubblicata sabato dal «Tages-Anzeiger» di Zurigo.

Nell’intervista, Kellenberger precisa che l’organizzazione continuerà comunque ad operare in Iraq facendo leva sulle sue basi nel nord del paese.

La decisione è la conseguenza diretta dell’attentato suicida del 27 ottobre scorso contro la centrale del CICR a Bagdad, costato la vita a due dipendenti iracheni dell’organizzazione, un episodio che aveva già spinto la Croce Rossa a ridurre il personale sul posto.

Complessivamente, nell’attentato erano morte 12 persone e altre 22 erano rimaste ferite.

«Per il nostro personale, che era in parte già attivo da tempo nel paese, è stato un vero choc», ha detto il presidente del CICR al quotidiano zurighese, sottolineando quando sia doloroso, per l’organizzazione umanitaria, essere diventata il bersaglio di un gruppo armato.

Per Kellenberger, si tratta ora di considerare come adempiere al mandato umanitario, proteggendo nel contempo i collaboratori.

Rinuncia alla protezione armata

«Nelle prossime settimane dovremo ripensare al nostro modo di operare», ha spiegato Kellenberger, che vuole però anche in futuro rinunciare alla protezione armata delle truppe della coalizione.

Per il presidente del CICR, la protezione militare non è compatibile con l’idea dell’azione umanitaria indipendente.

«D’altronde», ha detto Kellenberger, «il CICR non si lascia aggregare da nessuna potenza del mondo. Il suo impegno è unicamente rivolto alle vittime di conflitti armati e tensioni interne». Per questo, sottolinea, il CICR deve essere considerato e accettato quale l’organizzazione umanitaria indipendente.

Nel prossimo futuro, l’attività del CICR in Iraq si concentrerà sulle visite ai prigionieri, sulle ricerche per riallacciare i contatti familiari e sugli interventi di prima necessità nei settori dell’acqua potabile e delle cure mediche.

Prima dell’attentato di Bagdad, il CICR era presente in Iraq con una trentina di dipendenti stranieri e 600 locali. Gli uffici più importanti sono a Bagdad, Bassora e – nel nord – ad Arbil.

swissinfo e agenzie

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