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Il clima politico si fa sempre più aspro

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In Svizzera il clima politico è divenuto talmente ostile che Pascal Couchepin non esita a paragonarlo al periodo del fascismo degli anni Trenta.

Il ministro degli interni critica aspramente i metodi utilizzati durante la campagna elettorale e la teoria del complotto avanzata dall’Unione democratica di centro (UDC – destra nazional-conservatrice).

“Quello che sta contraddistinguendo questo periodo preelettorale è un clima inquietante, che mi ricorda un po’ i tempi del fascismo”. Sono le parole pronunciate giovedì a Lugano dal consigliere federale Pascal Couchepin e messe in onda venerdì dalla Radio svizzera di lingua italiana (RSI).

Couchepin si trovava in Ticino per una conferenza organizzata dal Partito liberale radicale ticinese, mentre a Berna l’UDC definiva “fesserie (bullshit)” le ipotesi di un complotto – in cui potrebbe essere coinvolto il ministro di giustizia Christoph Blocher – che avrebbe portato alle dimissioni l’ex procuratore generale della Confederazione Valentin Roschacher, e ribaltava le accuse ribadendo la tesi di un complotto contro il ministro stesso.

Clima malsano

“Quando per settimane la stampa svizzera è inondata di annunci di complotti che impedirebbero a uomini democraticamente eletti di stare al loro posto, dico che è qualcosa che ci ricorda gli anni ’30”, ha dichiarato Couchepin alla RSI. Secondo il consigliere federale, “è una visione che non rispetta gli altri partiti”.

Sperare che un consigliere federale non venga rieletto è legittimo: “Non mi opporrei al desiderio di qualcuno di non vedermi rieletto: lotterei per il mio posto. Ma accusare colui che esprime questa idea di volere distruggere il paese, dicendo che in caso di mancata rielezione vi sarà una catastrofe, è una cosa che ricorda il fascismo: se il Duce viene a mancare, allora tutto sparisce. È malsano, così come è malsana l’idea che ci siano dei complotti”.

“Vi possono essere stati dei piani, e credo che in effetti sia stato così, è legittimo, ma non vi è nessun complotto per cacciare qualcuno dal Consiglio federale (governo). Nessuno, nemmeno il Duce, è indispensabile per il benessere della Svizzera”, ha detto ancora Couchepin.

Attitudine “ripugnante”

In un’altra intervista, stavolta ai microfoni della Radio svizzera tedesca, Couchepin ha dichiarato che il rapporto della Commissione della gestione del Consiglio nazionale (CdG-N) presentato mercoledì a Berna e riguardante “L’affare Blocher-Roschacher”, contiene critiche gravi.

Giovedì, i vertici dell’UDC hanno aspramente criticato il rapporto, sostenendo che con esso si cerca di denigrare Christoph Blocher e il suo partito ora che si avvicinano le elezioni federali.

Per l’UDC non è la prima volta che la CdG-N tenta di denigrare il lavoro del ministro di giustizia. Ma “Quest’ultimo tentativo, che non si basa su alcuna prova seria, oltrepassa i limiti dell’accettabile e equivale a una cospirazione. Questa attitudine è ripugnante e condannabile”.

I democentristi criticano inoltre il fatto che il rapporto addossi l’intera responsabilità a Blocher senza criticare Roschacher. Ne conclude quindi che “questa presentazione non corrisponde alla realtà”.

Per la politologa bernese Regula Stämpfli, è chiaro che l’UDC farà di tutto per fare passare il ministro di giustizia come una vittima, e vincere in tal modo le elezioni federali.

Denuncia contro ignoti

Intanto, il liberale radicale (PLR) Marc Suter – membro della CdG-N – ha detto alla stampa che il rapporto avrebbe potuto essere reso pubblico prima se alcuni rappresentanti dell’UDC membri della sottocommissione che ha in mano il dossier non si fossero opposti.

Dal canto suo, la presidente democristiana della sottocommissione, Lucrezia Meier-Schatz, ha dichiarato di avere sporto denuncia contro ignoti: il Ministero pubblico della Confederazione dovrà appurare se vi sono state delle fughe di informazioni provenienti dalla sottocommissione, che hanno permesso ai media di accedere al dossier sul presunto complotto contro Valentin Roschacher.

Anche la sessione autunnale delle Camere federali si annuncia burrascosa. Sia l’UDC che il PLR hanno infatti chiesto venerdì un dibattito urgente: il primo sui compiti e sui metodi di lavoro della CdG-N, il secondo sulla separazione dei poteri.

swissinfo e agenzie

Oggetto di continue critiche e poco apprezzato dal ministro di giustizia e polizia Christoph Blocher, il procuratore della Confederazione Valentin Roschacher aveva rassegnato le dimissioni nel luglio del 2006.

Il ministero pubblico era stato tra l’altro attaccato dalla stampa per aver impiegato, quale informatore, un ex-trafficante di droga colombiano. Nel 2006 il Tribunale federale aveva però scagionato Roschacher da ogni accusa in quest’ambito.

Nel gennaio scorso, la delegazione delle finanze del parlamento aveva criticato Blocher per la generosa indennità di partenza accordata al suo collaboratore dimissionario. Secondo i parlamentari, spetta all’insieme del governo fissare in simili casi l’importo dell’indennità.

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