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Il filo di Arianna della Regio Insubrica

Dall'attualità al passato: sulle tracce della regione insubrica swissinfo.ch

A dieci anni dalla sua fondazione, la comunità di lavoro transfrontaliera si è sviluppata ed è alla ricerca di nuovi slanci.

Un libro ripercorre le origini storiche di una regione in cui “italicità” ed “elveticità” condividono valori comuni, al di là dei rispettivi confini politici.

Prima di essere un organismo istituzionale, la regione insubrica è infatti una realtà regionale storica, un territorio transfrontaliero da sempre caratterizzato da una fitta rete di scambi. Il libro “Lo spazio insubrico”, curato dagli storici Luigi Lorenzetti e Nelly Valsangiacomo, ci porta alle origini.

E ci porta in un momento di grande vitalità a livello istituzionale. Nei giorni scorsi il sindaco di Lugano Giorgio Giudici e il presidente della Regio Insubrica Marco Reguzzoni (presidente della Provincia di Varese) hanno infatti ribadito l’importanza della cooperazione transfrontaliera come strumento di sviluppo della regione italo-svizzera dei tre laghi.

Un’identità di vedute significativa alla vigilia dell’assemblea generale a Lugano: unire le forze nell’affrontare sfide e problemi comuni e nel cogliere le opportunità di sviluppo, permette alle rispettive regioni di avere maggior peso sia a livello nazionale che internazionale.

Ritorno al passato

Quella dello spazio insubrico è un’identità, rivelano gli storici, “forgiata e vissuta da secoli di prossimità, di stretti rapporti in tutti gli ambiti della vita”. “Le vicende storiche hanno fatto dello spazio insubrico un territorio di vita”.

L’interdipendenza con l’economia agricola locale, l’elevata integrazione di una serie di mercati (legname, cereali, bestiame) e l’appartenenza a comuni istituzioni diocesane (Como e Milano), hanno strutturato il territorio insubrico in modo durevole e coerente, indipendentemente dal variare del significato delle frontiere.

“Lo spazio insubrico – scrivono Lorenzetti e Valsangiacomo – ha conosciuto a partire dal Cinquecento una serie di ristrutturazioni dei suoi confini politici”.

“A cominciare dal passaggio delle terre dell’attuale canton Ticino ai cantoni confederati e alla conseguente ridefinizione della frontiera del Ducato di Milano”.

Nonostante rotture e cambiamenti, la continuità socioeconomica transfrontaliera permane. E nel tempo, tra Ottocento e Novecento, gli scambi transfrontalieri non solo incidono sulla realtà economica, ma anche nell’organizzazione sociale e territoriale.

Condivisione e identità

Ma esiste allora un’identità insubrica? Difficile parlare di un’identità comune nel senso di “coscienza collettiva di appartenenza”, osservano gli storici.

Come in altre realtà territoriali accomunate da un’identica tradizione linguistica e culturale – spiegano Lorenzetti e Valsangiacomo – anche nello spazio insubrico le frontiere hanno probabilmente impedito la nascita di un’identità intesa come sistema di rappresentazioni identitarie comuni.

Eppure, i fitti intrecci di relazioni economiche e sociali e la condivisione di un’ area geografica comune, hanno comunque generato un’ “identità insubrica”, sintesi di esperienze, di scambi, di memorie di uno spazio vissuto.

Omogeneo nelle origini del suo popolamento, ma anche in molti tratti della sua cultura , delle sue mentalità e delle sue aspirazioni economiche e sociali, lo spazio insubrico si deve ancora oggi confrontare con la frontiera. Con le sue dinamiche, le sue trasformazioni e le sue funzioni.

Il ruolo della frontiera

Percepita negli ultimi due secoli come cesura, specialmente a livello politico e amministrativo, la frontiera oggi è piuttosto vista, perlomeno generalmente, come occasione di scambio e di sviluppo. E nella costruzione dell’Europa delle Regioni, la collaborazione transfrontaliera acquisterà maggior peso.

Anche la Regio Insubrica, come comunità di lavoro transfrontaliera, potrà giocare un ruolo maggiore non solo a livello di scambi economici e istituzionali.

Ma anche come veicolo di quell’identità insubrica – a tratti astratta e distante nella percezione comune – che non annulla le identità nazionali, ma le rafforza.

swissinfo, Françoise Gehring, Lugano

Fanno parte della Regio Insubrica il Canton Ticino, le provincie di Como, Varese e del Verbano-Cusio-Ossola
La comunità di lavoro è nata il 19 dicembre 1995
Oggi conta più di 160 membri e l’ente comprende anche diversi comuni, istituzioni e associazioni attive a livello economico e culturale, istituti universitari, singole aree di montagna

“Lo spazio insubrico. Un’identità tra percorsi politici e realtà socio-economiche 1500-1900” raccoglie gli atti di un convegno tenutosi a Lugano nel 2003.

Il volume di 300 pagine, edito da Giampiero Casagrande, si divide in tre parti. La prima analizza gli aspetti istituzionali e i fenomeni socio-economici nello spazio insubrico tra il Cinquecento e il Settecento.

La seconda parte è dedicata ai traffici e alla mobilità nell’area transfronataliera tra Ottocento e Novecento. La terza riguarda l’impatto de ruolo della frontiera sullo sviluppo economico regionale.

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