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Il futuro dei mercati finanziari e gli errori del passato

Che impatto avrà la nuova borsa sui mercati finanziari? Photopress/Friedel Ammann

Se andrà in porto, la proposta di una nuova Borsa, sostenuta dalle due banche svizzere più grandi - UBS e Credit Suisse - dovrà evitare gli errori del passato. Questo il monito di un esperto.

Le due banche fanno parte di un consorzio che intende lanciare a Londra una nuova piattaforma finanziaria. Ed erano anche dietro il defunto “Tradepoint”, che negli anni Novanta non è riuscito ad avere l’impatto desiderato.

Lo scopo di questo progetto è di trarre vantaggio dalla nuova direttiva dell’Unione europea (Ue) in materia di liberalizzazione dei mercati finanziari con l’apertura, l’anno prossimo a Londra, di una nuova Borsa.

Il consorzio delle banche investitrici si lamenta infatti delle tasse esorbitanti che devono pagare per le transazioni borsistiche sulle loro piattaforme.

Ma Manuel Ammann, direttore dell’Istituto svizzero di studi bancari e finanziari all’Università di San Gallo, teme il ripetersi dell’esperienza fallimentare del “Tradepoint”. Creato nel 1995, il “Tradepoint” rimase a terra quando fallì nel tentativo di attirare un sufficiente giro di affari dalla Borsa di Londra (London Stock Exchange, LSE).

Ravvivare il mercato borsistico

“E’ molto difficile accaparrarsi quote di mercato dagli attori già esistenti, poiché essi possono contare su molta liquidità finanziaria. I migliori prezzi – spiega Ammann a swissinfo – si trovano sempre dove c’è liquidità. I fondatori del nuovo consorzio dovranno pertanto impegnarsi a fondo per offrire ai loro clienti migliori condizioni”.

Il portavoce del consorzio, Nick Miles, ha comunque ribadito a swissinfo che la nuova direttiva dell’Ue, conosciuta con l’acronimo di MiFID, conferisce alla proposta del progetto borsistico maggiore fattibilità. Nel nuovo sistema, la concessione di attività commerciali fuori dagli scambi esistenti rafforzerà la competitività.

“Queste nuove regolamentazioni – sostiene Miles – getteranno le basi per un contesto operativo completamente diverso. Sono infatti state concepite per creare una reale piattaforma paneuropea – attualmente inesistente – e per ravvivare la concorrenza sui mercati finanziari”. Le tecnologie di punta di cui oggi possono disporre le banche, aggiunge il portavoce del consorzio, faciliteranno inoltre l’allestimento e l’avvio della nuova borsa.

Un progetto, qualche minaccia

Il “Tradepoint” alla fine era stato incorporato alla Borsa svizzera (Swiss Stock Exchange, SWX) per avviare, nel 2001, lo scambio dei “blue-chip” sulla piattaforma finanziaria “virt-x”. In borsa con “blue chip” si intendono le azioni delle società di maggior valore. L’acquisto di tali azioni può rappresentare una garanzia di fronte all’instabilità dei mercati finanziari.

Per “ironia della sorte”, sia l’UBS che il Credit Suisse sono membri del “virt-x”, un gruppo legato allo “Swiss Stock Exchange”, ovvero alla Borsa svizzera; pertanto con il loro nuovo progetto di borsa rischiano di creare sul mercato dei cambi delle rivalità.

“Assodato che gli attori associati al nuovo consorzio possiedono circa la metà del volume di affari in Europa – osserva Ammann – possono effettivamente rappresentare una minaccia”. Troppo presto invece, secondo la Borsa svizzera, considerare questo progetto come una minaccia. Il consorzio non ha ancora definito nei dettagli né il tipo di azioni che intende trattare, né come intende muoversi sul mercato azionario.

“Sarà necessario attendere come si svilupperanno le cose nei prossimi mesi – sottolinea il portavoce di SWX, Jürg von Arx – ma siamo abbastanza sicuri di essere ben posizionati tanto con “Eurex”, quanto con “virt.x”. Del resto la Borsa svizzera ha già predisposto tutta una serie di misure per aumentare la propria competitività abbassando le tariffe nella sua piattaforma di scambio “virt-x”.

Intanto le grandi manovre sui mercati finanziari del Vecchio continente sono seguite con interesse dalla Borsa di New York, che si aspetta dall’anno prossimo un rialzo delle borse europee.


swissinfo, Matthew Allen, Zurigo
(traduzione e adattamento dall’inglese Françoise Gehring)

La Borsa svizzera (Swiss Sock Exchange) rappresenta l’anello essenziale alla base della creazione del mercato finanziario svizzero. Sottoposta al diritto svizzero, opera sul piano internazionale e a livello di tecnologia si è profilata come una borsa leader a livello mondiale.

Tratta un’ampia gamma di prodotti avvalendosi anche di partner e di servizi borsistici di prim’ordine. Le azioni negoziate da SWX sono principalmente detenute da investitori svizzeri e stranieri in conti depositati in Svizzera.

Nel consorzio che progetta la nuova Borsa, con il sostegno di UBS e Credi Suisse, figurano: Citigroup, Deutsche Bank, Goldman Sachs, Merrill Lynch and Morgan Stanley.

La direttiva MiFID, che entrerà in vigore il primo novembre 2007, è una delle pietre angolari del piano di azione per i servizi finanziari, volto a dar vita ad un mercato unico dei servizi finanziari in Europa, ed è anche una risposta ai mutamenti strutturali in corso nei mercati europei dei valori mobiliari.

La direttiva è finalizzata a consentire agli investitori di investire e di prestare servizi di investimento a livello transfrontaliero più agevolmente e a rimuovere gli ostacoli all’uso del passaporto UE da parte delle imprese di investimento.

Tra gli altri obbiettivi, figurano la promozione della concorrenza e la parità di condizioni tra i sistemi di negoziazione esistenti in Europa. Vuole anche garantire un’adeguata protezione agli investitori e ai fruitori di servizi di investimento in tutta Europa.

La direttiva MiFID avrà un ruolo essenziale nella realizzazione di un mercato dei capitali più integrato, più profondo e più efficiente, di cui l’Europa ha bisogno per ridurre il costo del capitale, favorire la crescita e rafforzare la propria competitività sul piano internazionale.

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