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Il giorno dei lunghi coltelli alla Kuoni

Daniel Affolter non ha potuto accedere al podio degli oratori Keystone

Prosegue la lotta di potere ai vertici della Kuoni. I due protagonisti principali, Heinz Müller e Daniel Affolter, rispettivamente vice-presidente e presidente del consiglio d'amministrazione del gruppo, si sono rivolti pesanti accuse durante la riunione degli azionisti, martedì. La riunione si è conclusa nella confusione.

Daniel Affolter, provvisoriamente sospeso dalle funzioni di presidente del consiglio di amministrazione, si è presentato all’assemblea con la ferma intenzione di dirigere i dibattiti. Ma l’accesso al podio della dirigenza gli è stato impedito.

“Affolter non è mosso dai suoi interessi finanziari, ma anche dalla sua volontà di prendere il potere”, ha dichiarato Heinz Müller. “Con la sua ostinazione, le sue menzogne e le sue contraddizioni infligge un danno considerevole al gruppo,” ha esclamato, raccogliendo gli applausi di una larga maggioranza degli azionisti presenti.

La polemica sta costando caro al gruppo: da venerdì, il capitale borsistico della Kuoni si è ridotto di 150 milioni di franchi. “Affolter cerca di trarre profitto dalle difficoltà del gruppo e se non dovesse raggiungere i suoi scopi, preferirebbe trascinare tutti nella sua caduta,” ha rincarato la dose il vice-presidente del CdA.

“Il solo scopo è quello di eliminarmi asservendosi la fondazione Kuoni-Hugentobler,” ha ribattuto Affolter, ritenendo che i suoi avversari non abbiano da rimproverargli alcun fatto concreto. La maggioranza del consiglio di amministrazione tenterebbe secondo lui di costituire un amalgama fuorviante tra la fondazione Kuoni-Hugentobler e il gruppo Kuoni.

Ora, il bonus all’origine della polemica – 8,1 milioni di franchi per Affolter e 4 milioni per gli altri membri della fondazione – provengono esclusivamente dalle casse della fondazione e non da quelle del gruppo, ha sottolineato Affolter. Quest’ultimo ha d’altro canto smentito l’intenzione di diventare presidente della direzione.

Alfred Kuoni, figlio del fondatore del gruppo Kuoni e creatore della fondazione, ha nuovamente preso le difese di Affolter. La fondazione, che è a scopo di lucro, può disporre liberamente dei suoi fondi e Affolter avrebbe dimostrato i suoi meriti in passato impegnandosi per garantire l’indipendenza di Kuoni di fronte alle offerte straniere.

“Si tratta di una guerra personale e non di una questione d’argento”, ha aggiunto Tommaso Zanzotto, amministratore favorevole a Daniel Affolter. A prova di ciò, Zanzotto ha citato il fatto di aver chiesto lui stesso dei chiarimenti dopo aver ricevuto notizia delle transazioni nella fondazione e di aver ricevuto la risposta, a indagini concluse, che “tutto era in regola”.

Hans Lerch, presidente della direzione dell’agenzia di viaggi, ha dal canto suo risposto punto per punto alle accuse di “errori di management” proferite nei suoi confronti da Affolter. Il consiglio di amministrazione sarebbe venuto a conoscenza a tempo debito del caso di abuso della filiale giapponese della Kuoni.

I conti 2000 non sarebbero stati ritoccati attraverso la dissoluzione delle riserve, come affermato da Affolter, secondo Lerch. “Ma abbiamo dovuto fare alcune correzioni dell’ammontare di 23 milioni di franchi,” ha riconosciuto.

La rivalutazione si spiegherebbe con l’incertezza del pagamento delle fatture dei clienti. Il gruppo ha incontrato qualche difficoltà in Europa (Italia, Austria e Scandinavia), ma ciò riguarda anche altri operatori del settore.

Viste le circostanze, l’assemblea ha deciso di rinviare a più tardi il voto sul discarico al consiglio di amministrazione. La riunione si è conclusa nella confusione, dopo la rielezione in CdA di Roland Rasi, contestata da Affolter per un non chiaro conteggio dei voti.

Un’assemblea straordinaria avrà luogo a metà luglio. Solo punto all’ordine del giorno, la destituzione di Affolter.

swissinfo e agenzie

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