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Il governo svizzero fa dietrofront sul diritto di ricorso

Visibilmente contrariato per la decisione dei suoi colleghi, Moritz Leuenberger è convinto che il Parlamento respingerà l'iniziativa Keystone

Le organizzazioni non devono più poter ricorrere contro progetti approvati dal popolo o dal parlamento. Il governo elvetico sostiene l'iniziativa popolare del Partito liberale radicale.

Nel settembre del 2006, il governo aveva invece respinto la proposta. Il cambiamento di rotta ha sollevato un coro di critiche tra le associazioni ecologiste e la sinistra.

La decisione farà sicuramente scorrere litri d’inchiostro: che il governo svizzero sostenga un’iniziativa popolare è assai raro, che poi la appoggi dopo averla respinta una prima volta è probabilmente un fatto unico nella storia politica elvetica.

Nella sua decisione del 13 settembre del 2006, il Consiglio federale aveva infatti chiesto alle Camere di respingere l’iniziativa popolare della sezione zurighese del Partito liberale radicale volta a limitare il diritto di ricorso delle organizzazioni.

Mercoledì ha invece fatto dietrofront. Un mutamento di direzione che il governo giustifica col fatto che i cambiamenti legislativi approvati nel frattempo dal parlamento non tengono conto di tutte quelle richieste dei promotori dell’iniziativa che l’esecutivo federale considera giustificate.

Per tale ragione, il governo chiede alle Camere di approvare l’iniziativa denominata “Diritto di ricorso delle organizzazioni: basta ostruzionismo – più crescita per la Svizzera”, senza opporle alcun controprogetto.

Leuenberger fa buon viso a cattivo gioco

L’iniziativa, che ha raccolto oltre 120’000 firme, è diretta soprattutto contro le organizzazioni ecologiste: il testo chiede di vietare il diritto di ricorso per quei progetti edilizi già approvati dal popolo o dal legislativo di un comune, di un cantone o della Confederazione.

In dicembre, il parlamento aveva approvato a larga maggioranza una modifica della legge sulla protezione dell’ambiente per limitare maggiormente – non vietandolo però completamente – il diritto di ricorso. Fino al cambiamento di rotta odierno, il governo aveva considerato questa modifica legislativa come un controprogetto indiretto all’iniziativa.

In una conferenza stampa indetta mercoledì, il ministro dell’ambiente socialista Moritz Leuenberger non ha voluto rispondere alle domande sul voltafaccia dell’esecutivo, rinviando alle motivazioni contenute nel comunicato.

Leuenberger, verosimilmente messo in minoranza dai suoi colleghi, ha però precisato di essere personalmente favorevole al diritto di ricorso e si è detto convinto che in fin dei conti le Camere respingeranno l’iniziativa.

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Numerose critiche

La decisione del governo è stata accolta con un coro di critiche dalle organizzazioni ambientaliste. Diciassette di loro, tra cui Pro Natura e WWF, hanno sottolineato che si tratta di un passo in contraddizione con quanto affermato dallo stesso esecutivo non più tardi dell’autunno scorso, un passo che scredita il lavoro del parlamento e che nuoce agli interessi dell’ambiente.

Il parlamento – viene deplorato – ha impiegato tre anni per trovare un compromesso che limita l’intervento delle associazioni e ora il governo ribalta la sua decisione. Le organizzazioni chiedono alle Camere federali di rimanere fedeli a quanto concordato, respingendo l’iniziativa.

Il Partito socialista parla dal canto suo di un passo inaudito e irresponsabile. Invece di proteggere l’ambiente, la maggioranza di destra che domina l’esecutivo ha voluto aiutare per motivi tattici il Partito liberale radicale (PLR), afferma il parlamentare grigionese Andrea Hämmerle.

Completamente sulla stessa linea anche i Verdi, che per bocca della parlamentare vodese Anne-Catherine Menétrey si dicono “costernati e infuriati” allo stesso tempo.

Per il Partito popolare democratico il compromesso raggiunto nelle aule parlamentari era buono: la portavoce Alexandras Perina-Werz ha espresso quindi la costernazione del partito, contrario all’abolizione del diritto di ricorso.

PLR e UDC soddisfatti

Il PLR, dal canto suo, ha preso atto con soddisfazione del cambiamento di rotta del governo, “che ha in tal modo riconosciuto che vi è un’urgente necessità di agire in questo campo legislativo”.

L’Unione democratica di centro (UDC, destra nazional-conservatrice), che sostiene l’iniziativa dei liberali radicali zurighesi, spera in una votazione in tempi brevi. Abolire il diritto di ricorso è necessario – sostiene l’UDC – perché ciò blocca numerosi grandi progetti.

swissinfo e agenzie

Dal 1966, la legge federale per la protezione della natura e del paesaggio prevede un diritto di ricorso contro dei progetti edilizi da parte delle organizzazioni nazionali di protezione dell’ambiente. Attualmente sono 30 le associazioni legittimate a ricorrere.

Negli ultimi anni, questo diritto è stato oggetto di molte discussioni. In particolare, le organizzazioni ambientaliste sono state attaccate per avere interposto ricorso e aver così bloccato la costruzione del nuovo stadio di calcio dell’Hardturm a Zurigo. Il progetto era stato approvato in votazione popolare.

In seguito a questo episodio, il Partito liberale radicale ha lanciato un’iniziativa popolare che chiede di escludere dalle vie di ricorso tutti quei progetti di costruzione che si fondano su una votazione popolare o sulla decisione di un potere legislativo.

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