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Il mistero del popolo migratore

La stazione mobile nell’oasi mauritana di Indini, una cinquantina di chilometri dalla costa. Vogelwarte

Finita l’estate, miliardi d’uccelli lasciano le zone di nidificazione dell’Europa per svernare nel Mediterraneo o in Africa.

Una missione della stazione ornitologica svizzera è in Mauritania per svelare uno dei misteri della migrazione degli uccelli: il sorvolo del Sahara.

Da nord a sud con l’approssimarsi dell’autunno, nella direzione contraria in primavera. Sono i viaggi che fanno gli uccelli nel loro perenne migrare, da un continente all’altro per proseguire il ciclo della vita.

La migrazione degli uccelli, una spettacolare avventura attraverso un mondo celeste dominato da correnti d’aria. Uno dei fenomeni naturali in assoluto più affascinanti che si conoscano e che è stato magistralmente mostrato nel film “Il popolo migratore”, del regista francese Jacques Perrin.

Perché una rondine percorre migliaia di chilometri ogni anno per volare, con cadenza stagionale, dai luoghi di riproduzione estivi nell’Europa centro-settentrionale ai lidi invernali dell’Africa?

Progetto Sahara

“Nella ricerca sulle migrazioni degli uccelli tramite radar la Svizzera è oggigiorno leader”. Non ha dubbi il professor Bruno Bruderer, della Stazione ornitologica svizzera di Sempach.

Da un paio di mesi è in Mauritania a capo di una squadra di una trentina d’ornitologi per portare avanti il Progetto Sahara.

La missione è riuscire a quantificare il volume della migrazione che utilizza la rotta del Sahara; investigare le condizioni fisiche, l’habitat ed il comportamento degli uccelli nel deserto e spiegare la relazione tra l’altitudine di volo e le condizioni meteorologiche.

Il sorvolo del deserto

La base logistica è installata nella capitale della Mauritania Nouakchott. Una trentina gli specialisti svizzeri, affiancati da una decina di collaboratori locali, impegnati per tre mesi nella seconda fase del progetto, che ha preso avvio a metà luglio.

Due le stazioni d’avvistamento fisse: una lungo la costa atlantica, l’altra nel deserto del Sahara, ed un radar mobile istallato su un fuoristrada sono gli strumenti dell’indagine scientifica diretta dai professori Bruno Bruderer e Lukas Jenni.

Dopo gli studi preliminari, effettuati nell’autunno del 2001 e nella primavera del 2002, la scorsa primavera ha preso avvio la prima campagna scientifica d’avvistamento, imperniata sulla migrazione verso le zone di nidificazione dell’Europa settentrionale.

L’ultimo grande mistero

Ora l’equipe della Stazione ornitologica svizzera di Sempach studia invece la migrazione verso i lidi di svernamento africani.

“Per scoprire come gli uccelli migratori riescano a sorvolare i 2 mila chilometri dell’inospitale deserto del Sahara, è fondamentale capire i meccanismi di comportamento che adottano quando sono sottoposti a condizioni estreme”, puntualizza il responsabile del Progetto Sahara.

In questo specifico campo, il team della Stazione ornitologica svizzera di Sempach ha al suo attivo un’importante scoperta: l’osservazione di uccelli in volo a 7 mila metri di quota che utilizzano il jet stream per spostarsi, ossia la corrente a getto che ha consentito allo svizzero Bertrand Piccard di diventare il primo uomo a fare il giro del mondo in mongolfiera.

Miliardi in volo

La diffusione del fenomeno migratorio coinvolge migliaia di specie in tutto il mondo. Per la sola Europa, gli ornitologi stimano in 5 miliardi il movimento di individui che, con l’approssimarsi della fine dell’estate, volano verso sud per svernare.

I due terzi degli uccelli migratori si spostano la notte, quando le turbolenze atmosferiche sono loro più favorevoli, orientandosi con le stelle.

Il maggior ostacolo che devono superare nei viaggi d’andata e ritorno tra Europa ed Africa è il Sahara, il più vasto deserto del mondo.

“Vogliamo capire le strategie migratorie degli uccelli, che ogni autunno ed ogni primavera volano per migliaia e migliaia di chilometri, affrontando disagi enormi”, spiega il professor Bruderer.

Risposte scientifiche da appurare sul terreno, in Mauritania, e da elaborare a Sempach.

Risposte certe, come il calcolo dell’efficienza energetica della rondine. Quest’uccellino di appena 20 grammi di peso per percorrere i 6 mila chilometri di distanza, che separano i luoghi di nidificazione in Svizzera da quelli di svernamento in Nigeria, impiega 120 ore di volo, ad una velocità di crociera di 50 chilometri orari, e consumando l’equivalente energetico di una lampadina elettrica da 60 Watt accesa per due ore.

swissinfo, Sergio Regazzoni

La migrazione degli uccelli, un fenomeno che affascina l’uomo sin dall’antichità.

Cosa spinge, infatti, una rondine a riprodursi in Svizzera ed a passare l’inverno in Africa, affrontando un volo di 6 mila chilometri pieno d’ostacoli ambientali e climatici?

Per cercare di conoscere il comportamento degli uccelli migratori in condizioni estreme, come il sorvolo del deserto del Sahara, una missione scientifica della Stazione ornitologica svizzera di Sempach è in Mauritania.

5 miliardi, gli uccelli che migrano con cadenza stagionale dalle zone di nidificazione dell’Europa centro-settentrionale verso il bacino del Mediterraneo e l’Africa
120, le ore di volo impiegate da una rondine per andare dalla Svizzera ai lidi invernali dell’Africa, volando ad una velocità di crociera di 50 chilometri orari
30 mila chilometri, la migrazione più lunga fra gli uccelli. Il primato spetta alla Sterna codalunga, che nidifica lungo le coste settentrionali dell’Europa e degli Stati Uniti ed in inverno migra nella parte opposta della terra, superando a volte il Circolo polare artico

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