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Il mouse come forchetta

I piaceri della tavola passano anche dalla rete Keystone

Un gruppo di promotori svizzeri ha lanciato una piattaforma online – iTaste – che consente ai buongustai di scambiarsi pareri e consigli in merito ai ristoranti, e ai ristoratori di dialogare direttamente con i clienti.

«Lì si mangia bene»: molto spesso basta il parere entusiastico di un conoscente per convincerci a sperimentare la cucina di un nuovo ristorante. Partendo da questa considerazione, alcuni investitori elvetici hanno lanciato iTaste.

Di che si tratta? «La nostra idea è stata quella di realizzare uno strumento a metà strada tra Facebook e una guida Michelin», spiega a swissinfo.ch l’ingegnere e imprenditore Paul de la Rochefoucauld, ideatore del sito. «Più precisamente, sono i vostri stessi amici a elaborare per voi una guida gastronomica».

Infatti, ogni persona iscritta al sito in questione può pubblicare recensioni e commenti relativi a un ristorante, condividendoli con i propri contatti. È inoltre possibile effettuare ricerche specifiche: per esempio, selezionando la città di Ginevra, si riescono a visualizzare i ristoranti preferiti dai banchieri, quelli apprezzati dai parigini, quelli preferiti dalle donne…

Passaparola

Dando la parola ai clienti stessi, spiega Paul de la Rochefoucauld, i consumatori possono sfruttare una fonte d’informazione attendibile e chiara. I commenti dei critici gastronomici sono infatti spesso redatti da professionisti che valutano sulla base di criteri diversi da quelli di un normale avventore.

«Non vi è soluzione migliore per ricevere dei buoni consigli che chiedere a un amico con cui condividiamo i gusti. D’altronde, sono convinto che tutto il settore alberghiero e della ristorazione sarà rivoluzionato da questo tipo di strumenti capaci di mettere i clienti in comunicazione tra loro».

Rispetto ad altre piattaforme on-line che consentono agli utenti di valutare alberghi e ristoranti, come tripadvisor.com, iTaste vuole offrire qualcosa in più: «Mediante il nostro sito, è possibile identificare chiaramente chi interviene fornendo la propria opinione. Proprio come su facebook!», sottolinea Paul de la Rochefoucauld.

Nessuna pubblicità

Per garantire la propria completa indipendenza, iTaste non accetta pubblicità. La fonte di guadagno della piattaforma deriva dalla possibilità, per i ristoratori, di entrare direttamente in contatto con il proprio pubblico.

«I ristoratori hanno la possibilità di acquistare un abbonamento che consente loro di conoscere gli utenti che hanno recensito o consigliato un dato ristorante, e contattarli direttamente», spiega Paul de la Rochefoucauld.

Il settore della ristorazione, aggiunge, è infatti confrontato con una difficoltà particolare: i responsabili di un esercizio pubblico non conoscono il nome di buona parte dei propri frequentatori.

«È questo il nostro asso nella manica: garantiamo a chi gestisce un ristorante l’opportunità di organizzare una sorta di banca dati dei clienti, con i quali interagire». Per esempio, fa notare l’imprenditore, il ristorante potrebbe decidere di ringraziare con un omaggio i clienti più fedeli, oppure segnalare i cambiamenti nell’offerta gastronomica.

Lungo percorso

Luigi Bosia – critico gastronomico attivo da decenni e autore di numerose pubblicazioni – ricorda dal canto suo l’evoluzione in questo settore: «Fino a una cinquantina di anni or sono, non vi era una sostanziale differenza tra l’apertura di un ristorante e quella di un salone da parrucchiere. Il pubblico riceveva un semplice comunicato di servizio».

Mancavano infatti sia l’interesse per un commento critico sulla qualità di cibo e servizi, sia le persone in grado di redigerlo. In seguito, segnatamente in Francia e Italia, la situazione si è modificata: «I critici gastronomici sono nati perché c’erano persone interessate a leggere pareri qualificati sui cibi e sui locali».

La qualità paga

Ovviamente, fa notare Bosia, le guide più conosciute classificano i ristoranti in base a criteri simili, e spesso i ristoranti maggiormente citati sono quelli già «pluristellati» . Di conseguenza, aggiunge, un progetto come iTaste – che si avvale della vasta comunità di Internet – «può far conoscere al pubblico parecchi ristoranti degni di nota ma ancora poco conosciuti».

Anche la rete non è immune dalla pubblicità occulta mascherata da finta oggettività. A questo proposito, Bosia conclude: «Il vero ago della bilancia è costituito dalla qualità dell’offerta: un ristorante che non vale niente è destinato a essere riconosciuto come tale dal pubblico. La gente è tutt’altro che stupida e sa giudicare».

Andrea Clementi, swissinfo.ch

Il sito, disponibile in francese e inglese, copre per ora i ristoranti situati in Svizzera e Francia. In futuro è tuttavia previsto un ampliamento dell’offerta.

Per facilitare ulteriormente l’accesso alla piattaforma, iTaste ha sviluppato un’applicazione speciale dedicata all’iPhone e vuole essere presente anche su facebook.

Nel corso del 2008, i clienti degli hotel e dei ristoranti svizzeri hanno speso complessivamente 20,3 miliardi di franchi, ossia 1,3 miliardi in più rispetto all’anno precedente.

Le spese per mangiare e bere fuori dal proprio domicilio ammontavano a 17,8 miliardi di franchi.

Nel settore alberghiero e della ristorazione, la crescita è stata di circa il 10% durante i mesi di maggio, luglio e agosto. In giugno – durante i campionati europei di calcio – il giro d’affari è invece risultato nullo per i ristoranti; gli alberghi hanno del canto loro registrato un calo del 6%.

Le regioni di montagna e sulle rive dei laghi sono state quelle maggiormente penalizzate, mentre nelle grandi città i ristoranti hanno sofferto meno.

Nel 2009, il settore prevede una flessione legata alla crisi economica mondiale.

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