Prospettive svizzere in 10 lingue

Il muro israeliano è illegale

Un muo di quasi nove metri d'altezza... Keystone

Secondo la Corte internazionale di giustizia dell’Aja, il muro costruito da Israele in Cisgiordania è illegale. Il verdetto è stato pronunciato venerdì.

Berna ritiene che la decisione confermi la posizione più volte espressa dal Dipartimento federale degli affari esteri.

Il muro “costituisce una violazione di diversi obblighi relativi alla legge umanitaria internazionale ed agli strumenti dei diritti umani”.

Lo afferma il parere non vincolante della Corte internazionale di giustizia letto all’Aja dal presidente del tribunale, il cinese Shi Jiuyong.

Secondo i giudici, il governo israeliano deve ora smantellare la barriera ed elargire dei risarcimenti ai palestinesi le cui proprietà sono state confiscate per permettere la costruzione del muro.

Israele dovrà inoltre “garantire il libero accesso ai luoghi santi che sono sotto il suo controllo”.

La corte lancia infine un appello all’Assemblea generale ed al Consiglio di sicurezza dell’ONU affinché mettano fine alla “situazione illegale” che risulta dalla costruzione del muro.

Interesse e soddisfazione

“Abbiamo preso conoscenza con grande interesse dell’avviso della Corte”, dice a swissinfo Alessandro Delprete, portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri.

“Constatiamo con soddisfazione che è stato chiarito un punto essenziale per la Svizzera: l’applicabilità della quarta convenzione di Ginevra ai territori occupati”.

La Svizzera è convinta che una pace giusta in Medio oriente potrà essere raggiunta soltanto tramite una soluzione negoziata. “Il segnale della Corte deve ora fungere da guida per le due parti. La soluzione del conflitto deve basarsi sul diritto internazionale”, aggiunge Delprete

Opinioni contrastanti

Venerdì, swissinfo non è riuscito a raggiungere telefonicamente l’ambasciata israeliana a Berna.

Il ministro della giustizia israeliana Josef Lapid ha tuttavia chiarito che lo Stato ebraico non intende considerare la decisione dell’Aja.

“Non accetteremo un verdetto pronunciato da un tribunale nel quale siedono giudici europei che non sono bendisposti versi Israele“, ha dichiarato.

“Si tratta di una giornata positiva”, rileva invece Peter Leuenberger dell’Associazione Svizzera-Palestina. “Ci attendevamo una decisione del genere”.

Leuenberger spera ora in una risoluzione dell’UNO, temendo tuttavia che gli USA, quali membri permanenti del Consiglio di sicurezza, faranno uso del loro diritto di veto.

Barriera difensiva o “muro dell’apartheid“?

Israele ha già messo a punto circa un quarto del suo controverso sbarramento di sicurezza che dovrebbe misurare circa 700 km e dividere il territorio israeliano dalla Cisgiordania.

In gran parte, l’impianto consiste in reticolati elettrici completati da zone di sicurezza, fossati, telecamere e sistemi d’allarme. Nelle zone abitate ed in alcuni importanti crocevia, per proteggersi da presunti cecchini palestinesi, Israele sta invece costruendo un muro di cemento alto circa 9 metri.

Lungo la barriera è prevista una complicata serie di varchi e di postazioni difensive.

Il governo israeliano parla di un elemento fondamentale nella propria lotta contro il terrorismo palestinese. Per il governo di Ariel Sharon, la barriera non costituisce un confine geopolitico bensì una misura contro gli attentati.

Da parte loro, i palestinesi non si dicono contrari alla definizione di una frontiera, condannano tuttavia lo sbarramento definendolo il “muro dell’apartheid”.

L’impianto rispetta soltanto in parte le frontiere del 1967. Spesso penetra profondamente nel territorio palestinese. Migliaia di ettari di terreno sono così stati confiscati ai proprietari palestinesi.

Numerose critiche

L’iniziativa ha sollevato numerose critiche nei confronti dello Stato ebraico.

La maggioranza dei paesi dell’Unione europea ha chiesto di bloccare la sua costruzione e nel novembre 2003 il Papa, dopo aver condannato ogni forma di terrorismo, ha detto che “non di muri ha bisogno la Terra Santa ma di ponti”.

L’anno scorso, inoltre, l’Assemblea generale dell’ONU ha approvato una risoluzione in cui ha chiesto ad Israele di porre fine alla sua costruzione.

Centinaia di migliaia di palestinesi, circa 300’000 secondo l’ONU, saranno sempre più ostacolati dal muro nei loro tragitti verso i posti di lavoro, i campi, gli ospedali o le scuole.

Israele difende tuttavia il principio che la “vita (di Israele) è più importante della qualità della vita (dei palestinesi)”. Secondo i dati del governo, dall’inizio dei lavori nell’ottobre del 2002, il numero delle vittime d’attentati in Israele si è ridotto del 50%.

swissinfo e agenzie

Ottobre 2002: Israele decide la costruzione del muro;
I lavori sono iniziati nel giugno 2003;
Ad opera terminata, lo sbarramento misurerà circa 700 km;
Fino ad oggi ne è stato realizzato circa un quarto.

Il Tribunale internazionale dell’Aja è stato chiamato in causa dall’Assemblea generale dell’ONU nel dicembre 2003.

Le udienze sono state effettuate in febbraio 2004. Il verdetto (non vincolante) è stato pronunciato venerdì.

La decisione è stata presa a 14 giudici contro uno, quello americano.

L’eventuale applicazione di sanzioni ad Israele diventa ora di competenza del Consiglio di sicurezza o dell’Assemblea generale dell’ONU.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR