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Il Nazionale favorevole ad una equa procedura di naturalizzazione

Per il Nazionale la procedura di naturalizzazione non dovrebbe conoscere né discriminazioni, né procedure arbitrarie Keystone

La procedura di naturalizzazione non dovrebbe conoscere né discriminazioni, né procedure arbitrarie. Il Consiglio nazionale ha adottato giovedì con 102 voti contro 83, una mozione che chiede che sia studiata l'introduzione di un diritto di ricorso.

La discussione si è svolta nell’ambito del programma di legislatura 1999-2003 del governo, di cui il Nazionale ha preso atto. Ricordando il caso del comune lucernese di Emmen, i cui cittadini hanno rifiutato la nazionalità svizzera a 48 stranieri, per lo più di origine balcanica, vari oratori hanno chiesto una procedura più rispettosa dei diritti fondamentali.

Il problema – ha detto la socialista zurighese Regine Aeppli – non può essere ridotto al rispetto della volontà del popolo, dato che la democrazia si basa anche su uno Stato di diritto. Il consigliere nazuionale socialista ginevrino Jean-Nils de Dardel ha dal canto suo rilevato che se la Svizzera a un forte tasso di stranieri, ciò è dovuto anche al fatto che la nazionalità elvetica è concessa con il contagocce.

Il presidente della Confederazione Adolf Ogi avrebbe preferito un testo meno impegnativo della mozione. Ha infatti ricordato che un gruppo di lavoro sta studiando il problema delle naturalizzazioni in seno al Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP). Ogi ha colto l’occasione per sottolineare che la Svizzera resta un paese in cui è bello vivere. Comunque – ha aggiunto – anche il migliore dei sistemi va riveduto di tanto intanto.

Nel quadro dell’esame del programma di legislatura, le critiche maggiori sono state emesse dall’UDC. Dopo aver combattuto martedì la politica estera, l’UDC ha attaccato la politica sociale e degli stranieri del Consiglio federale. Il deputato UDC zurighese Toni Bortoluzzi è del parere che il «cuore del governo batti a sinistra». L’UDC si è opposta a tutte le proposte in favore di un’estensione delle prestazioni che comportano un aumento delle spese.

L’UDC ha sostenuto soltanto due mozioni che chiedono un rapporto sul futuro dell’AVS e sull’assicurazione malattia. In varie altre votazioni è invece uscita sconfitta. È il caso per la richiesta del Nazionale al Consiglio federale di allestire un rapporto sull’integrazione degli stranieri, sul mercato del lavoro, sull’uguaglianza tra i sessi e sull’introduzione di un reddito minimo vitale.

Il governo è pure stato chiamato a prendere misure per lottare contro la violenza contro le donne e per sostenere fiscalmente le famiglie. Tutta questa serie di mozioni e postulati va adarricchire i
testi già accolti martedì. Allora, i deputati avevano chiesto al governo di precisare la propria visione del servizio pubblico, di pianificare la rete delle strade nazionali per i prossimi 40 anni, d’integrare il concetto Swissmetro nel piano settoriale concernente il traffico ferroviario e di promuovere nuove tecnologie della comunicazione.

swissinfo e agenzie

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