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Il nucleare divide la Svizzera

La Svizzera dovrà decidere se costruire nuove centrali nucleari o sostituire i vecchi impianti Keystone

Il rapporto sul clima presentato dagli esperti dell'ONU ha portato nuovamente sotto i riflettori il dibattito sulla costruzione di un'ulteriore centrale nucleare in Svizzera.

I politici sono coscienti dell’importanza dell’approvvigionamento energetico, che deve restare una priorità. Ma sull’ampliamento della produzione di energia atomica le opinioni divergono.

Dopo la pubblicazione del rapporto Onu sui cambiamenti climatici venerdì scorso, il dibattito energetico, in particolare quello sulla costruzione di una nuova centrale nucleare, torna ad essere di prima attualità in Svizzera.

Per la classe politica, l’approvvigionamento energetico deve diventare una priorità, ma i pareri divergono sui mezzi.

In un’intervista al domenicale «NZZ am Sonntag», il ministro liberale radicale Pascal Couchepin dichiara che si deve considerare la possibilità «che la Svizzera abbia ancora bisogno di centrali a gas». Un parere in disaccordo con il suo partito, per il quale le centrali a gas non sono una buona soluzione siccome producono troppo CO2.

In merito al nucleare, Couchepin si oppone a modifiche di legge per accelerare le procedure di autorizzazione in vista della costruzione di una nuova centrale atomica, anche se ammette che in altri paesi le cose procedono molto più in fretta.

Accelerare le procedure

Il suo collega di partito e di governo Hans-Rudolf Merz, interpellato dall’altro domenicale «Südostschweiz», ritiene invece che l’energia nucleare rimane indispensabile. E auspica che le condizioni di base per la costruzione di un nuovo impianto siano rapidamente definite in modo da poter trovare in tempo degli investitori.

Secondo Merz, non è necessario modificare la legislazione attuale. Le procedure di autorizzazione vanno tuttavia accelerate, «senza deteriorare gli standard di sicurezza».

Anche Christoph Blocher vorrebbe termini più brevi per l’ottenimento di un’autorizzazione. «Non è possibile che la pianificazione di una centrale richieda 15 anni o più a causa della procedura di autorizzazione», ha dichiarato il consigliere federale democentrista alla «SonntagsZeitung».

Il nucleare quale riserva

Il ministro dell’energia Moritz Leuenberger dice da parte sua nel «SonntagsBlick» che il dibattito avviato nell’ultima seduta governativa è stato improntato a un grande senso di responsabilità.

Leuenberger, che in un’intervista prima di Natale si era dichiarato possibilista sull’opzione nucleare suscitando le ire del suo Partito socialista, puntualizza tuttavia che prima di costruire nuove centrali atomiche bisognerà sfruttare tutte le altre possibilità.

Contrari sette cittadini su dieci

Sempre sul «SonntagsBlick», un sondaggio rileva che il 56,3% degli svizzeri ha paura dei cambiamenti climatici in atto e che secondo il 62,8% l’esistenza dell’umanità è minacciata a lungo termine dal riscaldamento del pianeta.

Un’ampia maggioranza delle 1001 persone interrogate dall’istituto zurighese Informar si dichiara pronta a contribuire personalmente alla protezione dell’ambiente per far fronte al problema: l’84,8% accetterebbe di pagare di più per energie rinnovabili, l’80,8% di usare di meno l’automobile, il 67,5% di viaggiare meno in aereo e il 63% di pagare una tassa sui trasporti aerei.

D’altro canto, se gli svizzeri dovessero pronunciarsi oggi sulla costruzione di una centrale nucleare, sarebbero oltre il 70% a opporsi: il 68,7% nella Svizzera tedesca e il 76,3% in Romandia. Fra le donne il tasso di contrari è quasi dell’80%.

Un altro sondaggio, commissionato l’anno scorso da Swissnuclear (che riunisce sei imprese del settore energetico) giungeva a conclusioni molto diverse: il 50% delle persone interrogate risultavano favorevoli e soltanto il 43% contrario.

Nel 2003, i cittadini elvetici avevano respinto due iniziative che chiedevano di prolungare per altri 10 anni il blocco della costruzione di nuovi impianti e di spegnere, entro il 2014, tutte le centrali atomiche.

swissinfo e agenzie

Consumo di energia in Svizzera secondo i fornitori (Ufficio federale dell’energia, 2004):
Carburanti: 31,3%.
Olio da riscaldamento: 25,7%.
Elettricità: 23,1%.
Gas: 12,1%.
Energie rinnovabili: 0,9%.
Resto (legno, carbone,…): 6,9%.

La Svizzera dispone di 5 centrali nucleari: Beznau I e II (nel canton Argovia, entrate in funzione nel 1969 e 1972), Mühleberg (Berna, 1972), Gösgen (Soletta, 1978) e Leibstadt (Argovia, 1984).

La percentuale di energia atomica nella produzione totale svizzera di elettricità è del 38% in media annuale (inverno: fino al 45%). Media annuale in Europa: 33%.

In base alla nuova legge sull’energia nucleare, entrata in vigore il 1.febbraio del 2005, i progetti di nuove centrali nucleari sottostanno al referendum facoltativo.

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