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Il Premio Nobel: fiore all’occhiello dell’orgoglio nazionale

L'effige di Alfred Nobel sulla medaglia del Premio per l'economia. www.nobel.se

In questi giorni si festeggia il centenario del Premio Nobel. Dal 1901 la Svizzera ha fatto registrare il maggior numero di Nobel pro capite, più cioè di qualsiasi altro paese al mondo.

“Uno dei motivi sta nelle cospicue risorse stanziate per alcuni rami della ricerca scientifica,” spiega la sociologa Ariane Miéville dell’Università di Losanna, coautrice di un saggio sui premi Nobel svizzeri.

“Ma ci sono anche motivi storici. Da sempre la Svizzera rappresenta un rifugio per i ricercatori che intendono studiare in un contesto di stabilità, soprattutto per quelli perseguitati nel loro paese. Alcuni di loro hanno poi ottenuto la cittadinanza svizzera.

“Infine, gli scienziati svizzeri sono ben integrati nella comunità scientifica internazionale. Prima della Seconda guerra mondiale coltivavano ottime relazioni con i colleghi tedeschi e la Germania era famosa per le sue conoscenze scientifiche.

“Dal 1945 gli svizzeri sono stati, per così dire, sotto influenza americana. Sono gli americani, naturalmente, a detenere il primato dei Nobel, e gli scambi sono stati numerosissimi.”

Non è facile compilare una lista dei premiati usando il criterio della nazionalità. Albert Einstein, che vinse il Nobel per la fisica nel 1921, ne aveva tre.

Anche Wolfgang Pauli vinse il Nobel per la fisica, nel 1945. Pauli era un ebreo austriaco che trascorse la maggior parte della sua vita al Politecnico federale di Losanna, ma ottenne il passaporto svizzero solo dopo aver vinto il prestigioso riconoscimento. Daniel Bovet (Nobel per la medicina, 1957), invece, nacque e studiò a Neuchâtel, ma proseguì la carriera in Italia.

In definitiva, Miéville e la sua coautrice Isabelle Honorez hanno evidenziato due categorie. La prima comprende gli scienziati che, nati in Svizzera, vi hanno svolto la maggior parte degli studi, ma con una carriera professionale all’estero. Nella seconda figurano stranieri che hanno trascorso tutta o una parte della carriera qui e che hanno ottenuto la cittadinanza elvetica.

La classifica finale delle tre discipline scientifiche (fisica, chimica e medicina) contiene 18 nomi.

Sull’assegnazione dei Nobel non sono mancate le polemiche. Einstein, ad esempio, fu nominato a più riprese. Quando, finalmente, vinse il Nobel nel 1921, fu per aver scoperto la legge dell’effetto fotoelettrico e non per la sua teoria della relatività generale.

Nel 1948, Paul Hermann Müller fu premiato con il Nobel della medicina “per aver scoperto l’alta efficacia del DDT come veleno contro svariati artropodi”, recita la citazione ufficiale.

“A quel tempo il DDT era considerato un vero e proprio beneficio per l’umanità; la verità sui suoi effetti nefasti è venuta a galla solo di recente” fa notare Miéville.

Nell’elenco dei premiati mancano tuttavia alcuni nomi illustri, come l’americano Thomas Edison, inventore del fonografo e della lampadina elettrica, e il chimico russo Dmitri Mendeleev, per la sua classificazione degli elementi nel sistema periodico.

La Svizzera ha conseguito ottimi risultati anche in altre discipline. Se da un lato manca a tutt’oggi un Nobel svizzero per l’economia, quello per la letteratura è stato attribuito al poeta Carl Spitteler (1919) e a Hermann Hesse (1946), cittadino tedesco poi naturalizzato svizzero.

Il Nobel per la pace venne attribuito a Henri Dunant nel 1901 e successivamente, in svariate occasioni, al Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) e all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, di stanza a Ginevra.

L’ultimo svizzero ad essere premiato è stato Rolf Zinkernagel, con il Nobel per la medicina nel 1996.

Oltre ad essere un segno di stima internazionale, il Nobel è anche una ricompensa finanziaria non indifferente: la dotazione di ciascun premio è di oltre 1,5 milioni di franchi.

Vincent Landon

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