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Il treno che ancora fa sognare i bregagliotti

Un'esperienza per grandi e piccini Andrea Tognina

Pochi lo sanno, ma anche in Val Bregaglia era pianificata la costruzione di una ferrovia. La mostra itinerante ''La ferrovia nel Grigionitaliano. Tra visioni, storie e realtà'' illustra tre esperienze diverse della storia ferroviaria grigionese.

È stato il centenario della Ferrovia del Bernina, il famoso trenino rosso della Valposchiavo, a suggerire alla Pro Grigioni Italiano (Pgi) di programmare una mostra itinerante che avesse per tema la mobilità ferroviaria nelle valli italofone del cantone retico.

“Però avevamo il grosso problema che nel Moesano la ferrovia c’era ma non c’è più e in Bregaglia non c’è mai stata”, racconta a swissinfo.ch Sacha Zala, presidente della Pgi. “Ma cercando un po’ negli archivi abbiamo scoperto questo piano del 1918 ed è nata subito l’idea di realizzare quest’opera che non è mai stata costruita”.

Progetti irrealistici e tanta diffidenza

Non sta scritto sui libri di storia e ormai sono in pochi a ricordarlo, ma le prime discussioni per la costruzione di un collegamento ferroviario nord-sud attraverso la Val Bregaglia risalgono già alla metà dell’800.

“La Bregaglia era un’importante zona di transito transalpino fin dal medioevo, e i primi progetti ferroviari qui arrivano relativamente presto”, spiega a swissinfo lo storico Andrea Tognina. “Ma si tratta di progetti irrealistici che puntano a fare della Bregaglia un asse di transito transalpino importante. E naturalmente questo non regge la concorrenza del Gottardo che viene poi realizzato nel 1882.”

Alla fine del 19° secolo gli abitanti della valle nutrono ancora una certa diffidenza nei confronti della ferrovia – di cui stentano a vedere i vantaggi per la popolazione locale – e anche la disponibilità dei comuni ad assumersi parte dei costi appare scarsa.

I fatti

La Bregaglia fa fatica ad adattarsi all’idea che bisogna puntare sulle ferrovie turistiche a scartamento ridotto, e solo un anno dopo l’apertura della Ferrovia del Bernina, nel 1911, si forma un forte movimento di opinione in favore della ferrovia. Ma ormai i tempi non sono più favorevoli.

“Siamo alla vigilia della prima guerra Mondiale”, precisa Tognina. “Durante la guerra è naturalmente impossibile costruire una ferrovia e nel primo dopoguerra la situazione finanziaria della Ferrovia retica non permette di pensare realisticamente alla costruzione di una linea di questa portata.”

Nel 1918 la Ferrovia retica presenta un piano dettagliato per una linea regionale tra San Moritz e Chiavenna, ma i lavori non inizieranno mai. Nel 1926 il medico bregagliotto Agostino Santi tenta di rilanciare la discussione con un nuovo progetto ma 10 anni dopo la Ferrovia retica rinuncia definitivamente alla costruzione di una linea ferroviaria che attraversi la Val Bregaglia.

Il treno-bici, la rivincita multimediale della Bregaglia

Quel treno non fu mai costruito e il progetto del 1918, un piano di spettacolare precisione ingegneristica, è rimasto chiuso negli archivi fino a quando la sezione bregagliotta della Pgi ha deciso di rispolverarlo per un progetto multimediale interattivo che ne ricostruisce il tracciato.

“Il treno-bici è una sorta di gioco video interattivo pilotato da una vecchia bicicletta”, ci spiega l’artista multimediale Gregory Petitqueux. “Prima di essere un treno-bici è stata una bicicletta interattiva che ho realizzato 2 anni fa per il festival della creatività di Firenze e che in seguito, entrando in contatto con la Pgi Val Bregaglia, è stata adattata a questo progetto di ricostituzione della ferrovia in 3D.”

È una Graziella degli anni ‘80 montata su un home trainer a controllare la proiezione visibile su un grande schermo. E chi pedala interagisce con un mondo virtuale tridimensionale nel quale è stato ricostruito fedelmente il tracciato originale del 1918. “Oltre alla dimensione del gioco questo progetto si basa su un aspetto ingegneristico legato alla ricostituzione sul territorio di una ferrovia – precisa Petitqueux – e siccome io mi occupo più del lato design e creativo dell’interazione, ho chiesto a Martin von Gunten, amico ed appassionato di georeferenzialità applicata al digitale, di collaborare al progetto.”

La mappatura è stata realizzata sul modello informatico in 3D dell’ufficio Federale di topografia swisstopo – un modello contemporaneo ottenuto da riprese aeree – sul quale è stato digitalizzato il percorso del treno relativo alla tratta svizzera. Il materiale è stato inoltre arricchito da edifici noti e da visioni che, oltre a dare un’idea di come la ferrovia in Bregaglia avrebbe plasmato il territorio, permettono anche di ricordare significativi aneddoti della storia della valle.

Una delle ferrovie più belle del mondo

La curiosità creata dal tema e da questa simulazione è dimostrata anche dal grande afflusso e dall’eterogeneità di pubblico che ha visitato la prima tappa della mostra. “La palestra di Bondo è diventata per due settimane il punto d’incontro dei bregagliotti, non pochi anche gli italiani” ha detto a swissinfo.ch Romana Walther, operatrice della Pgi Val Bregaglia. “Ma la cosa che più mi ha stupita è stato vedere tanti visi diversi, gente che mai avrei creduto un giorno di riuscire a sedurre con una proposta culturale – impiegati dell’azienda idroelettrica, contadini, politici, insegnanti, scuole, pensionati, bambini, casalinghe, bancari, turisti – tutti che non smettevano di pedalare e celebrare il treno-bici.”

Piccoli e grandi pedalano a gran forza, entrano nei tunnel, calcolano i dislivelli e si immaginano una Bregaglia diversa. E di tanto in tanto premono il pulsante rosso e partono affascinanti dai viaggi “in volo” per avventurarsi sulle cime e guardare dall’alto come sarebbe stata la valle se il treno ci fosse stato davvero.

“Credo che questo progetto sia un’esperienza multimediale completa riuscita veramente bene”, ricorda Sacha Zala. “Ma è anche un messaggio latentemente sbarazzino che dice: ecco, questa ferrovia che era stata promessa non è mai stata realizzata e allora la costruiamo noi oggi con i nostri minimi mezzi di fortuna.”

Al di là del successo, ciò che questa simulazione permette di visualizzare è l’impatto che la ferrovia avrebbe avuto nella valle. E sia restando ancorati ai binari che guardandola dall’alto possiamo allora dar ragione a Gottardo Segantini – figlio del pittore Giovanni – che in una citazione leggibile lungo il percorso virtuale dice “questa linea sarebbe stata una delle più belle non solo della Svizzera, tanto ricca di bellissime linee ferroviarie, ma forse anche di tutto il mondo”.

Nel rapporto tecnico allegato alla planimetria del 1918 si trova scritto che i costi dei ca. 65 km della tratta San Moritz -Castasegna erano allora stimati a 31 milioni di franchi.

Secondo lo stesso documento il tratto più ripido della ferrovia, quello tra Maloja e Castasegna, avrebbe avuto una pendenza del 30 ‰ (ferrovia del Bernina 70‰, ferrovia dell’Albula 35‰). Dalla planimetria del progetto si capisce invece che il raggio minimo previsto per le curve non sarebbe stato inferiore ai 160m (ferrovia del Bernina 45m).

Da questi dati gli esperti deducono che questa ferrovia sarebbe stata percorribile anche a velocità elevate (fino a 60 km/h nelle curve, e in altri punti a più di 80 km/h) e quindi che avrebbe potuto permettere il collegamento tra Chiavenna e San Moritz in meno di un’ora.

La ferrovia della Val Bregaglia non sarebbe stata solo un treno per turisti ma anche un efficiente mezzo di trasporto per la popolazione locale e avrebbe probabilmente evitato i grossi problemi di traffico automobilistico. Solo per ricordare un numero: il rilevatore automatico del traffico stradale installato a Castasegna, nel 2009 ha quasi raggiunto il milione e mezzo di veicoli.

Nell’ambito del tema annuale 2010 «Mobilità e trasporti» la Pro Grigioni Italiano (Pgi) ha organizzato una mostra itinerante intitolata «La Ferrovia nel Grigionitaliano. Tra visioni, storie e realtà«.

Testi e immagini tratteggiano fatti, fortuna e insuccessi di 3 vicende distinte della storia ferroviaria grigionese: quella del treno che c’è ed è famoso in Valposchiavo, quella del treno che è stato smantellato e ora rivive solo in senso nostalgico e turistico in Mesolcina e quella di un treno progettato ma mai costruito in Bregaglia.

In mostra è presente anche un interessante progetto multimediale interattivo in 3D che, sulla base di un piano di spettacolare precisione ingegneristica, datato 1918, ricostruisce il percorso del treno che avrebbe dovuto attraversare la Val Bregaglia.

Già presentata a Bondo e a Poschiavo, dal 16 al 31 ottobre la mostra sarà al Deposito SEFT di Grono in Mesolcina.

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