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Il turismo svizzero sopravvive alla tempesta

Le tavole vuote dei ristoranti sembrano essere solo un brutto ricordo Keystone

Le previsioni negative sull'andamento della stagione turistica estiva in Svizzera sembrano finora essere state formulate in modo prematuro.

Il deficit di presenze determinato dall’affluenza ridotta di turisti statunitensi e giapponesi è stato compensato da altre presenze. A prendere il posto dei vacanzieri d’Oltreoceano sono gli svizzeri ed i turisti provenienti dall’Europa.

Le prospettive sull’andamento del turismo svizzero, che vengono effettuate su di un arco temporale di un anno, prevedono per lo scenario più pessimistico una diminuzione dell’1 percento.

“I dati raffrontati con quelli dello scorso anno evidenziano una leggera diminuzione verso il basso a causa della crisi dello scorso autunno. Noi siamo però ottimisti e ci aspettiamo che i dati sull’andamento estivo siano buoni”, dichiara a swissinfo la portavoce di Svizzera Turismo Silvia De Vito.

“I dati delle riservazioni per il periodo estivo mostrano un andamento relativamente positivo. Nel corso del mese di maggio abbiamo addirittura registrato un aumento del 2 percento sul mercato interno. Un incremento analogo lo abbiamo avuto anche sui mercati tradizionali della Francia, della Spagna e dell’Italia. Ottimi risultati li stiamo registrando anche sui mercati emergenti con i turisti provenienti dai Paesi del Golfo, dall’India, dalla Cina e dalla Russia. Il motivo del calo dei visitatori provenienti dagli Stati Uniti, dal Giappone e dalla Germania è imputabile soprattutto alla crisi economica che attraversano questi Paesi”.

Viaggi d’affari in crescita

La stagnazione del mercato turistico ha evidenziato però un incremento degli spostamenti turistici legati al settore dei viaggi d’affari. Sono infatti sempre più gli organizzatori di convegni internazionali che scelgono di tenere i loro congressi nelle città elvetiche, ritenendo la Svizzera un Paese più affidabile e sicuro di altri.

Le correzioni delle negative previsioni sull’andamento del turismo svizzero giungono al termine di un periodo d’incertezza per il settore. Il marcato calo dell’industria turistica mondiale registrato dopo gli attentati terroristici dello scorso 11 settembre a New York, avevano indotto gli analisti a previsioni dalle tinte fosche.

Con una prevista quota mancante di turisti statunitensi del 5,4 e giapponesi del 2,4 percento, il turismo elvetico temeva all’inizio dell’anno un calo del 40% nella sua cifra d’affari.

Il ritorno degli americani

Effettivamente il calo dei turisti statunitensi si è aggirato attorno al 30 percento rispetto ai numeri dell’anno precedente. Nel solo mese di maggio, i dati sui pernottamenti degli ospiti statunitensi evidenziano una diminuzione del 22% rispetto al corrispondente mese del 2001. Le prospettive sono comunque per un graduale ritorno in massa dei turisti provenienti da oltre Oceano.

Le statistiche sui pernottamenti turistici dello scorso mese di maggio registrano pure una diminuzione di turisti giapponesi del 27 percento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Le destinazioni più gettonate dai turisti americani e giapponesi sono Lucerna e la Svizzera centrale, Zermatt nel canton Vallese, Interlaken ed l’Oberlan bernese nel Canton Berna. Di conseguenza queste regioni hanno risentito maggiormente del calo dei turisti provenienti dagli Stati Uniti e dal Giappone.

Per rinvigorire la domanda negli Stati Uniti ed in Giappone, Svizzera Turismo ha lanciato una campagna a livello mondiale. La promozione del turismo svizzero passa anche attraverso programmi televisivi e affissioni pubblicitarie a New York sui mezzi di trasporto pubblici ed alla stazione ferroviaria Gran Central.

Nel 2001 i turisti provenienti dagli Stati Uniti sono stati 1 milione e 800 mila, con una spesa media quotidiana di 330 franchi. I giapponesi a visitare la Confederazione sono invece stati 829 mila con una spese media di 450 franchi al giorno.è

In Svizzera il settore turistico produce una cifra d’affari annuale di 13 miliardi di franchi. Il mercato turistico interno rappresenta il 44 percento dell’intero volume annuale.

Vincent Landon

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