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Il turista opta per il “mordi e fuggi”

Un aereo della Edelweiss Air in volo verso...mete lontane Keystone

Gli svizzeri sono un popolo di viaggiatori. Dal Piemonte alle regioni himalayane: la curiosità e la mobilità elvetiche sono pressoché illimitate.

Gli attentati dell’11 settembre e di Bali, hanno tuttavia alimentato i sentimenti di insicurezza e paura.

Gli svizzeri non hanno smesso di viaggiare, hanno cambiato semplicemente le loro abitudini. Lo hanno confermato anche le principali agenzie di viaggio elvetiche al Travel Trade Workshop di Montreux, l’unica fiera svizzera nel settore del turismo per soli addetti ai lavori.

Più spesso ma meno lontano

“La presenza dei turisti americani in Svizzera è nettamente diminuita”, ha spiegato Hanspeter Leu, delle Ferrovie svizzere. Per quanto riguarda i turisti svizzeri, constatiamo invece un vero e proprio boom nei viaggi brevi, in città vicine”.

Una tendenza confermata da Kuoni. Secondo Stefan Wehrle, responsabile della comunicazione, la gente opta per viaggi brevi e non riserva più il posto in aereo o in albergo tre mesi prima, ma un mese prima.

“Inoltre”, dice Wehrle, “in un clima di insicurezza psicologica ed economica, le persone cercano conforto nella vacanza-wellness”, dove l’accento è posto sul benessere e la bellezza di corpo e spirito. Verso questo tipo di ferie si orientano ormai sempre più operatori turistici sia in Svizzera che all’estero.

Il dopo 11 settembre

Gli attentati dell’11 settembre hanno avuto ripercussioni drammatiche soprattutto per quanto concerne il mercato americano. Alla fine del 2001, Kuoni ha registrato perdite del 98%. Nei primi sei mesi del 2002 il calo si aggirava ancora sul 45%.

“Il fatto più negativo”, dice Wehrle a swissinfo, “è che questa destinazione non si è ancora ripresa”. A livello generale, il calo delle prenotazioni per l’estero si situa sul 15,8%. Non sempre, tuttavia, è da collegare agli attentati dell’anno scorso. Anche la debolezza congiunturale internazionale ha avuto il suo peso.

Sicurezza sì, ma non ad ogni prezzo

Gli affari vanno bene per la giovane compagnia di bandiera Swiss che registra un aumento dei viaggi verso l’Estremo Oriente. “Anche il Sudafrica e gli Emirati arabi si vendono bene” afferma Stefan Gutknecht, vicepresidente della compagnia, entrata in funzione appena in aprile.

I turisti svizzeri cercano la sicurezza ma non sono disposti a pagare qualunque prezzo. Colonne davanti ai posti di frontiera, controlli dettagliati dei bagagli sono aspetti che i clienti elvetici non digeriscono bene.

“I turisti devono essere informati bene”, dice Hanspeter Nehmer, portavoce di Hotelplan, “ma noi non vogliamo trattare la nostra clientela come se fosse ancora minorenne e ci rifiutiamo di adottare regole restrittive come succede ad esempio negli Stati Uniti”.

Lingue in Spagna….

E allora, dove andare? “Dall’11 settembre la Spagna è diventata un “paese rifugio”, dichiara a swissinfo Azucena Salgado, dell’Ufficio del turismo spagnolo. “I turisti svizzeri viaggiano piuttosto individualmente. Sempre di più vengono in Spagna per frequentare corsi di lingue”.

C’è invece chi preferisce mete decisamente lontane ed esotiche, come le regioni himalayane del Tibet, del Nepal, del Bhutan, della Mongolia, di Ladakh. Sono alcune delle destinazioni proposte da Tibet, Culture and Trekking Tour, una giovane agenzia di viaggi, presente per la prima volta a Montreux.

Alla ricerca di sè stessi nell’Himalaya….

“Nei primi sei mesi del 2002 abbiamo venduto bene”, dichiara a swissinfo Peter Meyer, direttore operativo dell’agenzia. “I viaggi verso il Pakistan e il Nepal sono diminuiti. Il Tibet invece, resta per molti un sogno”.

La clientela del TCTT – che per realizzare questi sogni deve sborsare parecchio – ha in media sulla quarantina di anni. “Sono persone interessate alla cultura e alle tradizioni locali, al buddismo ma anche alle montagne. Spesso questi viaggi sono una specie di ricerca di sé stessi”.

L’ars vivendi italiana….

Fra le mete più antiche e ambite restano comunque le regioni italiane. Gli svizzeri in Italia si piazzano al settimo posto fra le dieci nazioni che visitano la Penisola. Nei primi sei mesi del 2002 un milione di cittadini elvetici hanno scelto come meta di vacanza l’Italia.

“In questo periodo gli svizzeri hanno speso 800 milioni di euro: il 7,4% in più dello stesso periodo dell’anno prima”, dichiara a swissinfo Italo Somarriello, direttore dell’ENIT.

Per quanto riguarda la sicurezza, dai dati di un recente studio è emerso che l’Italia è uno dei Paesi più sicuri del mondo. “Inoltre”, dice Italo Somarriello, “nonostante il numero crescente di turisti che visitano il nostro Paese, non siamo diventati una fabbrica di turismo.

Noi non “ghettizziamo” i turisti. Li integriamo nel nostro tessuto sociale. Questa è la nostra forza”.

Elena Altenburger, swissinfo

I turisti svizzeri partono per vacanze più corte, più vicine. Prediligono l’Italia, la Francia, la Germania. Non disdegnano Paesi lontani come il Sudafrica, gli Emirati o le regioni dell’Himalaya. Vogliono riposarsi, godersi la vita e stare bene. La sicurezza li preoccupa solo relativamente.

Nei primi sei mesi del 2002:
45% in meno di prenotazioni per gli Stati Uniti (Kuoni)
15,8% calo medio delle prenotazioni per l’estero (Kuoni)
Boom delle destinazioni vicine
800 milioni di euro spesi dagli svizzeri in Italia

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