Prospettive svizzere in 10 lingue

Importante tappa raggiunta da Svizzera e UE

La numero uno della diplomazia svizzera Micheline Calmy-Rey e la collega austriaca Ursula Plassnik soddisfatte dopo la firma degli accordi Keystone

La ministra svizzera degli esteri e i rappresentanti dell'UE hanno firmato a Bruxelles il memorandum d'intesa sul contributo elvetico al fondo di coesione.

Sempre lunedì, il Consiglio dei ministri dei Venticinque ha ratificato gli accordi bilaterali sulla libera circolazione delle persone, l’ambiente, i media e la statistica.

La Svizzera e l’Unione europea (UE) hanno siglato a Bruxelles il memorandum d’intesa sull’attribuzione del miliardo di franchi che Berna verserà nei prossimi cinque anni al fondo di coesione comunitario. Questo importo sarà destinato ai dieci paesi che hanno aderito all’UE il primo maggio 2004.

Il documento è stato firmato dalla consigliera federale Micheline Calmy-Rey, dalla ministra degli esteri austriaca Ursula Plassnik – in nome della presidenza semestrale dell’UE – e dalla commissaria europea alle relazioni estere Benita Ferrero-Waldner.

Secondo la commissaria europea, il contributo elvetico allo sviluppo sociale ed economico dei nuovi membri dell’UE “approfondisce e rafforza le eccellenti relazioni che già esistono fra la Confederazione e i Venticinque”.

Ratifica sbloccata

Da parte sua, la ministra svizzera degli affari esteri ha definito la firma “un gesto di solidarietà”, che rientra anche nell’interesse della Svizzera, nonché “una tappa importante”, che sblocca il processo di ratifica degli accordi bilaterali.

Lunedì mattina il Consiglio dei ministri dell’Unione europea ha infatti ratificato tre trattati che fanno parte del secondo pacchetto di accordi bilaterali raggiunti nell’ottobre 2004 da Berna e Bruxelles. Si tratta delle intese sui media, l’ambiente e la statistica.

I ministri europei hanno inoltre posto l’ultima firma al protocollo addizionale sull’estensione della libera circolazione delle persone ai nuovi Stati membri dell’UE.

La loro ratifica dipendeva dalla conclusione dell’accordo sul contributo elvetico al fondo di coesione, visto che Bruxelles aveva imposto un compromesso globale per mettere definitivamente in vigore i bilaterali bis.

La questione si era trascinata negli ultimi mesi a causa di un conflitto interno all’UE riguardo alla chiave di ripartizione della “manna” elvetica. Inizialmente, Bruxelles non voleva attribuire il miliardo di franchi soltanto ai 10 nuovi membri.

Altri dossier in sospeso

La visita della responsabile della diplomazia svizzera a Bruxelles segna quindi la fine di una lunga trafila, anche se rimangono in sospeso ancora alcuni temi del secondo pacchetto di accordi, in particolare la ratifica dei trattati di Schengen e Dublino, come pure quello sulla lotta contro la frode fiscale.

Berna e Bruxelles potranno così concentrare gli sforzi sui nuovi temi bilaterali, come la partecipazione al futuro sistema di navigazione satellitare GALILEO e i negoziati per un accordo sul mercato dell’elettricità.

La strada comunque non è priva di ostacoli. La Commissione europea esige concessioni dalla Confederazione sul principale nodo di eventuali nuovi negoziati: i vantaggi fiscali offerti da alcuni cantoni svizzeri, a cominciare da Svitto, Zugo, Nidvaldo e Obvaldo.

Le tariffe preferenziali adottate da questi cantoni, hanno spinto diverse società europee a spostare la loro sede in Svizzera, sollevando il malcontento dei rappresentanti di Bruxelles.

Nessun progresso

Secondo la Commissione europea, queste pratiche violerebbero addirittura l’Accordo sulla libera circolazione delle persone firmato nel 1972 dalla Svizzera e dalla Comunità europea.

Rappresentanti dell’UE e della Confederazione si sono già incontrati negli ultimi mesi per tentare di appianare queste divergenze. Ma finora senza registrare alcun progresso.

Bruxelles ha inoltre chiesto a Berna di trasmettere una dichiarazione sul tema della fiscalità. Ma è probabile che la posizione elvetica non soddisferà l’esecutivo europeo.

La Svizzera non intende tra l’altro fornire la lista delle imprese che beneficiano di facilitazioni fiscali, come chiede Bruxelles, che minaccia misure di ritorsione.

swissinfo e agenzie

La Svizzera verserà 1 miliardo di franchi nei prossimi cinque anni, quale contributo al fondo di coesione destinato a ridurre le disparità economiche e sociali nell’UE.
L’importo verrà ripartito in questo modo: Polonia 489 milioni, Ungheria 131, Cechia 110, Lituania 71, Slovacchia 67, Lettonia 60, Estonia 40, Slovenia 22, Cipro 6, Malta 3.
Due milioni di franchi saranno a disposizione per progetti prioritari.

Dopo il rifiuto del popolo elvetico al progetto di adesione allo Spazio economico europeo nel 1992, il governo svizzero ha seguito la via degli accordi bilaterali con l’UE.

Nel maggio del 2000, il primo pacchetto di accordi settoriali è stato approvato dai due terzi dei votanti.

Con l’ampliamento dell’UE nel maggio 2004, questi accordi sono stati automaticamente estesi ai 10 nuovi Stati membri, salvo quello relativo alla libera circolazione delle persone. Il protocollo aggiuntivo a questo accordo è stato accettato dal popolo svizzero nel settembre 2005.

I negoziati sul secondo pacchetto di accordi bilaterali sono iniziati nel luglio 2001. La loro firma è giunta nell’ottobre 2004.

L’adesione ai trattati di Schengen e Dublino, contro la quale era stato lanciato un referendum, è stata approvata dagli svizzeri nel giugno 2005.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR