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In attesa del prossimo caso di influenza aviaria

Esperti ginevrini mostrano l'immagine di uno smergo maggiore, il primo volatile contagiato in Svizzera dall'H5N1 Keystone

Finora, in Svizzera, è stato identificato soltanto un uccello contagiato dal virus, trovato morto nel Lemano. Ma gli esperti sono sicuri che vi saranno altri casi.

In attesa, in collaborazione con gli altri paesi europei e l’Organizzazione mondiale della sanità, le autorità federali e cantonali coordinano le attività per prevenire un’epizoozia.

Dopo il primo caso di influenza aviaria riscontrato domenica in Svizzera, le analisi sugli uccelli proseguono a pieno regime.

Lunedì il laboratorio competente di Zurigo ha effettuato un’altra decina di test, risultati tutti negativi. Le autorità sanitarie e veterinarie svizzere stanno comunque rafforzando i controlli, in previsione di nuovi casi.

“Siamo convinti che nei prossimi giorni troveremo altri volatili contagiati dall’H5N1”, ha dichiarato a swissinfo Marcel Falk, portavoce dell’Ufficio federale di veterinaria (UFV).

Misure di prevenzione

Domenica uno smergo maggiore, un uccello nuotatore simile alle anatre, era stato trovato morto nel Lago Lemano, a Ginevra. Dai primi test è risultato portatore del H5.

I campioni prelevati sono stati inviati a Londra, per accertare se si tratta della forma altamente patogena del temuto H5N1.

Da ottobre ad oggi sono già stati testati quasi 120 pennuti in Svizzera. Dal momento del ritrovamento di un uccello morto a quello in cui sono pronti i risultati delle analisi trascorrono circa due giorni.

Per prevenire il rischio di un’epizoozia, le autorità sanitarie federali e cantonali stanno moltiplicando in questi giorni i contatti in modo da rafforzare il loro dispositivo di controllo e d’intervento.

“Ogni settimana abbiamo contatti regolari con i responsabili veterinari cantonali per coordinare le nostre attività”, spiega Marcel Falk.

Coordinamento con l’UE

Gli uffici federali competenti stanno inoltre coordinando i programmi di prevenzione con i responsabili sanitari e veterinari dell’Unione europea (UE) e, in particolare, dei paesi vicini.

“Il coordinamento con l’Unione europea non solleva difficoltà, dal momento che il nostro approccio è alquanto simile”, osserva Marcel Falk.

Le autorità elvetiche hanno inoltre informato la Commissione europea in merito al caso di contagio da H5N1, rilevato domenica nel Lemano.

Per ora l’Unione europea non prevede alcun divieto di importazione di pollame e di altri prodotti di volatili elvetici, come è prassi quando emerge un caso sospetto in un paese terzo.

In base all’accordo agricolo firmato con l’UE, nel commercio di animali vivi la Svizzera viene trattata come un paese membro, mentre in quello di carne come un paese terzo, ha spiegato il portavoce della Commissione europea Philip Tod.

Eventuali restrizioni al commercio con la Svizzera o con determinate regioni del paese dovrebbero essere decise dalla Commissione europea. Dapprima si valuterà comunque la situazione insieme alle autorità svizzere, ha comunicato ancora Tod.

Hotline surriscaldata

Il primo caso di influenza aviaria in Svizzera comincia intanto a suscitare preoccupazione tra la popolazione: alla hotline dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) sono giunte lunedì centinaia di chiamate.

A chi chiama, l’UFSP spiega, tra l’altro, che il pericolo di contagio è minimo. Finora, l’influenza aviaria si è trasmessa soltanto dall’animale all’uomo. Solo in caso di mutazione del virus, vi sarebbe un rischio di pandemia, ossia di una diffusione su vasta scala della malattia a livello umano.

“Ci stiamo comunque preparando anche per l’eventualità di una pandemia, in caso di mutazione del virus”, ha spiegato a swissinfo Daniel Koch, portavoce dell’Ufficio federale della sanità.

“Anche in questo campo, per prevenire le conseguenze di un’eventuale pandemia stiamo collaborando con gli altri paesi europei, come pure con l’Organizzazione mondiale della sanità”, ha sottolineato Koch.

swissinfo e agenzie

Finora, in Svizzera, è stato identificato soltanto un caso di influenza aviaria su uno smergo maggiore ritrovato a Ginevra.
Bisognerà ancora attendere le analisi del laboratorio di riferimento europeo di Weybridge, in Inghilterra, per sapere se si tratta effettivamente della forma altamente patogena dell’H5N1.
Lunedì il laboratorio di Zurigo ha effettuato altri 11 test su volatili. Nessuno è risultato positivo.
Finora, 118 uccelli sono stati esaminati in Svizzera dall’ottobre del 2005.

Lunedì, sulle radio nazionali, i direttori dell’Ufficio federale di veterinaria (UFV) e dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) hanno lanciato un nuovo appello alla calma.

I provvedimenti adottati finora mirano unicamente ad evitare che il virus si diffonda al pollame. La popolazione non deve modificare le sue abitudini alimentari.

Gli svizzeri si inquietano tra l’altro per la salute dei loro cani e gatti. Lunedì, le hotline dell’UFV e dell’UFSP sono state sommerse dalle telefonate.

La maggior parte delle persone vogliono sapere se i loro animali domestici rischiano di contrarre l’influenza aviaria, in caso di contatto con volatili all’aperto.

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