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In bici od in bus, ma non in automobile

Il manifesto della giornata "In città senz'auto". energiestadt.ch

Un centinaio di comuni svizzeri celebrano la tradizionale giornata internazionale senz’auto, alla quale partecipano più di un migliaio di città, soprattutto europee.

L’azione vuole sensibilizzare la popolazione all’aumento del traffico cittadino.

Chi oggi è andato al lavoro in automobile, rischia di subire le “occhiatacce” di chi invece ha deciso di spostarsi con i mezzi pubblici, in bicicletta o a piedi.

Un centinaio di comuni svizzeri partecipano infatti mercoledì alla giornata “In città senz’auto”. I pendolari sono così invitati a lasciare il loro veicolo in garage e ad usare i trasporti in comune.

Va bene sensibilizzare, ma bisogna fare di più

Questa giornata, celebrata internazionalmente in un migliaio di città soprattutto europee, ha lo scopo di promuovere una “mobilità intelligente”, invitando la gente a riflettere sull’aumento del traffico, soprattutto nelle agglomerazioni.

“Queste manifestazioni sono molto utili, perché permettono di sensibilizzare la popolazione sui vari aspetti della mobilità e di renderla cosciente delle misure prese nell’ambito della politica dei trasporti”, indica a swissinfo Vincent Kaufmann, direttore del Laboratorio di sociologia urbana del Politecnico di Losanna.

Precisando che non bisogna tuttavia aspettarsi “miracoli” da queste giornate, Kaufmann ammonisce le autorità di “non agire semplicemente per mettersi la coscienza a posto, senza poi impegnarsi in una politica di fondo coerente”.

Più critica è invece Noëlle Petitdemange, portavoce dell’Associazione traffico e ambiente, per la quale “una giornata di questo tipo è semplicemente un’azione simbolica. Comuni ed autorità fanno sì qualcosa, ma non abbastanza”.

Petitdemange vorrebbe una limitazione del traffico cittadino su tutto l’arco dell’anno. “In Svizzera, non ci possiamo certo attendere città senza automobili, ma le autorità dovrebbero comunque riflettere a delle misure per ridurre il traffico”.

Pendolari nel mirino

La giornata senz’auto, sostenuta dall’Ufficio federale dell’energia, della sanità pubblica e dall’Unione dei trasporti pubblici, vuole opporsi al numero crescente di pendolari, ovvero delle persone che utilizzano l’automobile per rendersi sul posto di lavoro.

“La mobilità delle persone, spiega Kaufmann, è aumentata a partire dalla metà degli anni ‘90”.

Un fenomeno che l’esperto in sociologia urbana mette in relazione con lo sviluppo delle agglomerazioni, le quali non hanno cessato di crescere ed estendersi.

Secondo l’addetto stampa del Touring club svizzero (Tcs) Joël Grandjean, la soluzione al problema va trovata considerando anche l’evoluzione dei costumi e delle abitudini della popolazione.

“Se in passato le gente convergeva verso le città, la mobilità coinvolge oggi sempre più le regioni periferiche, zone nelle quali la copertura dei mezzi pubblici è spesso insufficiente”.

“Non si può dunque imporre un mezzo di trasporto invece di un altro. Ci vuole invece uno sviluppo parallelo e complementare delle varie possibilità di spostamento”, aggiunge Grandjean.

Domeniche senz’auto e… senza aerei

L’idea delle giornate senz’auto ha già una lunga storia nella scena politica svizzera.

Le prime pratiche sono state intraprese negli anni ’30, all’epoca della prima legge federale sulla circolazione di automobili e ciclomotori. Lo scopo era di proibire i veicoli a motori durante alcune domeniche, invano.

In seguito alla crisi del petrolio del 1973, il popolo ha depositato un’iniziativa per dodici domeniche all’anno senza automobili e persino senza aerei. Una proposta che è stata anch’essa bocciata.

Ultima in ordine cronologico, l’iniziativa “Per una domenica senz’auto per stagione” è stata respinta nel maggio 2003 dalla grande maggioranza del popolo. Con grande soddisfazione del Tcs.

“Ci opponiamo categoricamente ad ogni imposizione di questo tipo sul piano legale”, ci dice Grandjean.

Senz’auto anche in Ticino

Anche nella Svizzera di lingua italiana sono numerosi le istituzioni pubbliche e private che hanno deciso di aderire all’azione in occasione della giornata europea “In città senz’auto”.

Una decina di comuni organizzano così eventi per coinvolgere la popolazione in generale o i giovani, come nel caso del Pedibus per gli allievi delle scuole.

“Quest’anno, la novità consiste nel fatto che molti comuni hanno collaborato
tra di loro per dare maggiore incisività e visibilità alle loro
manifestazioni”, ci indica Claudio Caccia, consulente energetico presso SvizzeraEnergia.

I comuni svizzeri interessati possono scegliere liberamente quali misure adottare (limitazione del traffico, chiusura temporanea di alcune zone).

Alcune città hanno deciso di sensibilizzare i propri cittadini proponendo addirittura la “Settimana della mobilità”, che vede appunto nella giornata senz’auto il suo atto conclusivo.

swissinfo e agenzie

La prima città ad aver organizzato la giornata “In città senz’auto” è stata La Rochelle (Francia) nel 1998.

In Europa, sono più di un migliaio le città che partecipano alla manifestazione, che si prolunga nella “Settimana della mobilità”.

Montréal è la sola località nordamericana ad aderire all’azione, mentre in Brasile si contano una ventina di città.

In Asia, l’evento è celebrato in Giappone e a Taiwan.

17% della popolazione era pendolare nel 1970.
57,8% dei pendolari lavorava al di fuori del comune del proprio domicilio nel 2000.
49,2% dei pendolari usava l’automobile nel 2000.
23,3% nel 1970.

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