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In calo l’efficacia degli antibiotici

Aumentano le malattie che gli antibiotici non possono guarire Keystone

Ogni anno in Svizzera muoiono mediamente almeno 80 persone a causa di batteri resistenti agli antibiotici.

Si tratta dei primi risultati di uno studio promosso dal Fondo nazionale svizzero della ricerca scientifica (FNS) e i cui risultati sono stati divulgati giovedì a Berna.

Stando agli esperti del Programma di ricerca 49 dell’FNS, circa mille pazienti contraggono annualmente una malattia contro la quale i normali antibiotici sono inefficaci. I costi di simili resistenze vengono stimati a svariate decine di milioni di franchi.

Lo studio sulle resistenze agli antibiotici, il primo del genere realizzato in Svizzera, si basa sui dati raccolti in 22 laboratori d’analisi microbiologica.

Seria minaccia

Le resistenze sono aumentate fortemente, precisa in una nota l’FNS citando Kathrin Mühlemann dell’istituto per le malattie infettive dell’università di Berna. Dieci anni fa venivano censiti pochi casi, oggi tale fenomeno ha frequenza settimanale, sostiene l’esperta.

“Se non dovessimo prendere delle misure adeguate, il problema potrà crescere fino a divenire una minaccia importante per la popolazione”, aggiunge la ricercatrice.

In causa ci sono diverse specie di batteri, ad esempio gli stafilococchi, in grado di generare infezioni molto gravi, quali malattie del sangue o polmoniti. In questi casi, le terapie si rivelano molto complicate o addirittura inutili.

Un ulteriore problema è dovuto al fatto che questi germi, spesso multi-resistenti, non riguardano più unicamente il settore ospedaliero.

“Possono diffondersi senza ostacoli tra la popolazione”, afferma la Mühlemann precisando tuttavia che in Svizzera casi del genere, a differenza di quello che accade negli Stati Uniti, restano piuttosto rari.

Un nuovo centro di sorveglianza

Per combattere questa tendenza, i ricercatori del programma scientifico federale chiedono il proseguimento della sorveglianza attraverso la creazione di un Centro nazionale sulla resistenza agli antibiotici (NARC).

Questo organo dovrebbe monitorare la situazione ed il consumo di antibiotici nonché fungere da piattaforma informativa e di consulenza.

Il centro dovrebbe costare 700’000 franchi all’anno, sostengono i ricercatori. Una parte del finanziamento (250’000 franchi) è già garantito.

Il Programma nazionale di ricerca 49 è dedicato allo studio della resistenza agli antibiotici. Dotato di 12 milioni di franchi, si prefigge di tracciare un quadro della problematica in Svizzera (esseri umani, animali, generi alimentari, ecc.).

L’obiettivo è di sviluppare un sistema di sorveglianza delle resistenze in Svizzera. Vengono studiate anche le conseguenze sociali, legali, etiche ed economiche legate alla resistenza agli antibiotici.

swissinfo e agenzie

Oggi in Svizzera si trovano tracce di antibiotici un po’ ovunque: i ricercatori ne hanno scoperto delle minime concentrazioni anche nelle falde freatiche.

Le più alte concentrazioni sono state ritrovate nelle acque di scarico degli ospedali. In questo modo è stato possibile provare la relazione tra la concentrazione di antibiotici e la presenza di batteri resistenti nelle stesse acque di scarico.

I ricercatori chiedono così agli ospedali di considerare la necessità di applicare dei sistemi specifici per il filtraggio delle loro acque usate.

In un paragone internazionale, il numero di batteri resistenti agli antibiotici scoperto nelle stalle svizzere è limitato.

Il problema permane tuttavia per quel che riguarda l’utilizzo di antibiotici sugli animali d’allevamento, visto che i batteri resistenti possono così trasmettersi agli esseri umani.

Al proposito, tra il 40% e il 60% dei test effettuati su prodotti alimentari hanno provato l’esistenza di geni resistenti agli antibiotici. La proporzione si è rivelata più elevata del previsto.

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