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In dubbio, contro ogni cambiamento

Un terzo dei votanti non sono stati in grado di spiegare le ragioni della loro scelta in ambito nucleare Keystone Archive

Molta incertezza e poca conoscenza dei 9 temi sottoposti il 18 maggio a votazione federale: è quanto emerge da un’analisi Vox.

Pur non volendo nuove centrali atomiche, la maggioranza dei votanti hanno respinto ad esempio la moratoria sul nucleare.

Chiamato nuovamente alle urne lo scorso 18 maggio, il popolo svizzero ha respinto ben 7 dei 9 oggetti sottoposti a votazione federale.

Tutte le iniziative popolari sono state infatti bocciate, mentre soltanto le due revisioni di legge proposte dal governo, su esercito e protezione civile, hanno raccolto i favori dei votanti.

Un risultato tutt’altro che sorprendente: in un secolo e mezzo di democrazia, il popolo svizzero ha approvato appena una decina delle oltre 150 iniziative sottoposte al suo verdetto.

Sollevano invece una certa sorpresa – e anche non pochi interrogativi – alcune delle motivazioni che hanno determinato la scelta popolare.

Una grande insicurezza e una notevole mancanza di conoscenza dei temi in votazione emergono infatti dall’analisi VOX, condotta dall’Istituto di ricerche politich GfS e dall’Istituto di scienze politiche dell’Università di Zurigo.

Incertezze probabilmente alimentate anche dal numero eccezionalmente alto di oggetti in votazione. Lo studio non evidenzia tuttavia in che misura le difficoltà di comprensione siano dovute alla richiesta di esprimersi su ben 9 temi in un solo colpo.

Contro nuove centrali nucleari

In base all’inchiesta, che ha raccolto le opinioni di 2008 persone, ben un terzo dei votanti non è stato, ad esempio, in grado di spiegare le ragioni del suo voto sulle due iniziative anti-atomiche, “Moratoria più” e “Corrente senza nucleare”.

Dato ancora più sorprendente: una maggioranza di coloro che hanno bocciato “Moratoria più” sarebbero contrari alla costruzione di nuove centrali nucleari. E l’iniziativa, respinta dal 58% della popolazione, proponeva appunto di bloccare, per altri 10 anni, la costruzione di nuovi impianti atomici.

I politologi ritengono quindi che, nonostante il rifiuto delle due iniziative, sarà alquanto difficile nei prossimi anni far passare in Svizzera qualsiasi nuova proposta per l’apertura di altre centrali nucleari.

Metà dei votanti ignari

Anche dalle indicazioni in merito all’iniziativa “Per pigioni corrette”, respinta dal 71% dei votanti, traspare una grande insicurezza. La metà delle persone interrogate non riescono a fornire spiegazioni sulla loro scelta.

I ricercatori giungono alla conclusione che la maggior parte dei votanti hanno semplicemente seguito “una loro visione del mondo” oppure hanno tenuto soltanto conto della loro situazione personale.

Cosi, chi vive in una casa di sua proprietà e guadagna molto ha respinto l’iniziativa in modo molto più massiccio di coloro che vivono in affitto, con un reddito basso. Giustizia, pigioni più basse o protezione degli inquilini sono state anche le ragioni menzionate più spesso da coloro che hanno votato «sì».

Incertezza anche tra i simpatizzanti

Per quanto concerne l’iniziativa sulla salute (silurata dal 73% della popolazione), il Partito socialista non è riuscito a convincere nettamente neppure i suoi sostenitori: soltanto il 59% dei simpatizzanti socialisti hanno approvato il testo in votazione.

Il chiaro rifiuto popolare sembra dovuto in particolare alla grande insicurezza sulle ripercussioni finanziarie che avrebbe comportato un sì all’iniziativa. Per molti votanti non era infatti chiaro se i loro costi per l’assicurazione malattia sarebbero aumentati o meno.

Divisioni politiche

Le domeniche senz’auto sono state percepite da una scarsa metà delle persone interpellate come un aumento della qualità di vita. Il comitato dell’iniziativa – verdi e sinistra – non è riuscito a raggiungere una maggioranza al di fuori della propria cerchia.

L’iniziativa ha ricevuto un appoggio maggioritario solo dal campo politico di sinistra. Agli occhi degli avversari l’iniziativa aveva carattere costrittivo (limitazione della libertà personale), mancava di possibilità di realizzazione e aveva una limitata utilità ecologica.

Anche per quanto riguarda l’iniziativa «Parità di diritti per i disabili», la frattura tra favorevoli e contrari ha seguito le linee di conflitto politico.

Coloro che hanno votato a favore si definiscono di sinistra e preferiscono uno Stato forte e un’economia deregolamentata. Per la decisione di voto è stata determinante la scelta tra principio della parità o della priorità economica.

Divisione tra destra e sinistra pure sull’iniziativa sui posti di tirocinio, che proponeva la creazione di un fondo per la formazione professionale.

Solamente gli elettori socialisti e i simpatizzanti dell’estrema sinistra hanno approvato chiaramente l’iniziativa: secondo loro, l’economia ha il dovere di mettere a disposizione posti di tirocinio per i giovani.

Sostegno comune all’esercito

Le riforme dell’esercito, della protezione della popolazione e della protezione civile sono state invece approvate a maggioranza da tutto lo spettro politico e da tutti i gruppi sociali.

La linea di conflitto tra le persone favorevoli e contrarie, che si era resa sempre visibile nelle precedenti votazioni sull’esercito, non si è manifestata il 18 maggio 2003.

L’alternativa all’Esercito XXI – lo status quo dell’esercito 95 – non era un’opzione da prendere sul serio né per la sinistra, né per la destra. Tra i motivi hanno dominato risposte generali e vaghe. Per un notevole numero di votanti è stato difficile giustificare la loro decisione.

swissinfo e agenzie

Il 19 maggio scorso, 9 oggetti sono stati sottoposti a votazione federale.
Il popolo svizzero ha bocciato le 7 iniziative popolari.
Approvate invece le due proposte governative di revisione della legge sull’esercito e la protezione civile.

Con i sette nuovi «no» espressi dal popolo il 18 magggio scorso sale a 144 il numero delle iniziative respinte dal 1891, anno in cui è stato introdotto questo strumento di democrazia diretta.

Complessivamente sono state poste in votazione popolare 157 iniziative, di cui solo 13 (pari all’8,3 per cento) hanno saputo conquistarsi la maggioranza dell’elettorato e dei cantoni.

L’ultima iniziativa approvata – che godeva nel 2002 dell’appoggio del governo – è stata quella che ha portato all’adesione della Svizzera all’ONU.

Per ritrovare un altro successo bisogna risalire al 1994 quando il popolo disse di «sì» – contro il parere del Consiglio federale – all’iniziativa delle Alpi

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