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In netto aumento gli arresti alle frontiere svizzere

Sono circa 2000 le guardie addette alla sorveglianza delle frontiere svizzere Keystone

Nel 2006, le guardie di confine elvetiche hanno consegnato 49'000 persone alla polizia, contro i 37'000 casi dell'anno precedente. Un aumento mai osservato prima.

L’Amministrazione federale delle dogane ha pure indicato che si prospetta un negoziato tra Svizzera ed Unione europea per evitare le ricadute negative delle misure doganali che Bruxelles adotterà contro il terrorismo.

L’anno scorso, le guardie di confine elvetiche hanno consegnato alla polizia 48’984 persone. Si tratta di un netto aumento rispetto al 2005, quando il numero è stato di 37’104.

In circa il 25% dei casi – ha segnalato martedì l’Amministrazione federale delle dogane (AFD) durante l’annuale conferenza di bilancio – le guardie hanno agito in base ad un mandato di ricerca. I motivi vanno dal mancato pagamento di multe all’omicidio, passando dal furto a mano armata.

In 22’191 occasioni, le persone sono state affidate alla polizia perché sospettate di attività criminali (trasporto di attrezzi di scasso o di beni rubati, possesso illegale di armi, di documenti falsi oppure alla guida di veicoli rubati).

Le persone che hanno tentato di entrare illegalmente in Svizzera sono state 5’858, 400 in più rispetto al 2005.

Più armi, ma meno droga

Durante i controlli doganali e di polizia, il Corpo delle guardie di confine ha confiscato oltre 1’700 documenti falsificati (1’599 nel 2005) e 230 invii contenenti rappresentazioni pornografiche o violente punibili.

Nel 2006 sono pure state scoperte più armi (2’500), sovente camuffate in modo estremamente abile.

Per ciò che concerne gli stupefacenti, i servizi doganali hanno sequestrato 59 kg di eroina e 193 kg di cocaina. Sono per contro diminuite (da 296 a 95 kg) le confische di prodotti a base di canapa (hascisc, marijuana), di khat (da 1’322 a 690 kg) nonché quelle di sostanze psicotrope come ecstasy, anfetamine o LSD (da 190’400 a 49’500 unità di consumo).

Il valore delle merci contraffatte bloccate ammonta a circa quattro milioni di franchi (10,7 milioni nel 2005). In primo piano vi sono i beni di lusso, quali abiti, scarpe, articoli sportivi, orologi e gioielli. Quasi due terzi di tutte le contraffazioni provengono dall’Asia (di cui il 40% dalla Cina).

Violenza in aumento

Il potenziale di violenza è rimasto ad un livello importante alla frontiera occidentale, soprattutto nei pressi di Ginevra e Basilea.

Per far fronte ai rischi, i funzionari alle dogane hanno dovuto ricorrere allo spray al pepe a 15 riprese. Sei volte hanno dovuto utilizzare un’arma a fuoco. Inoltre, 759 conducenti hanno invertito il senso di marcia alla loro vista, 246 controlli sono stati forzati e 448 persone sono fuggite durante il controllo.

Tutti questi indicatori, ha rilevato l’AFD, sono aumentati rispetto al 2005.

Negoziati in vista con Bruxelles

Sempre martedì, l’AFD ha segnalato che la Svizzera intende negoziare con l’Unione europea (Ue) in merito all’obbligo di notifica. Questo per evitare le ricadute negative delle misure doganali che adotterà Bruxelles per lottare contro il terrorismo.

«Negozieremo ancora quest’anno un regime speciale», ha affermato Rudolf Dietrich, direttore generale delle dogane.

Il Consiglio federale ha indicato di voler avviare le trattative, in quanto la nuova regolamentazione potrebbe «perturbare gravemente gli scambi commerciali intensi che la Svizzera intrattiene con l’Europa».

Da parte europea, non è stato redatto alcun documento. Secondo Dietrich, Bruxelles ha tuttavia l’interesse a regolare il problema, visto l’importante traffico europeo nord-sud che attraversa la Svizzera.

All’origine delle preoccupazioni svizzere vi è la volontà dell’Ue di seguire gli Stati Uniti e di introdurre l’obbligo di notificare in anticipo (24 ore prima) gli invii di merci in provenienza da paesi terzi. Nel quadro della lotta al terrorismo, gli USA hanno iniziato a controllare le merci alla partenza, al fine di evitare l’entrata nel territorio di droga e armi chimiche o nucleari.

swissinfo e agenzie

Il Corpo delle guardie di confine è l’organo in uniforme e armato dell’Amministrazione federale delle dogane, la quale dipende a sua volta dal Dipartimento federale delle finanze.

I circa 2000 membri del Corpo, tra cui un centinaio di donne, svolgono il loro servizio presso i 91 posti di guardia frontiera e i 35 posti mobili lungo i 1881 km del confine svizzero.

Non si tratta unicamente di lottare contro la migrazione illegale, la criminalità transfrontaliera e il contrabbando organizzato, bensì di combattere anche la falsificazione di prodotti e documenti o il commercio di animali e piante protette, di armi e materiale pornografico.

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