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Invecchiamento: sfide e chance per la Svizzera

Nei paesi industrializzati, vecchiaia non è più sinonimo di povertà, ma le vittorie sociali vanno preservate Keystone Archive

Associare gli anziani alle decisioni che li riguardano: ecco l'invito di Ruth Dreifuss espresso alla Conferenza di Madrid sugli anziani.

Vent’anni dopo la Conferenza di Vienna, si svolge nella capitale spagnola la seconda assemblea mondiale dell’ONU sull’invecchiamento.

Quest’assemblea ministeriale intende adottare un nuovo piano d’azione internazionale destinato alle autorità, al fine di promuovere la salute ed il benessere degli anziani e di circondarli di un ambiente a loro favorevole.

Una scelta di società

Di fronte alla sfida dell’invecchiamento della popolazione nelle società industrializzate, la ministra svizzera dell’Interno, Ruth Dreifuss, ha sottolineato a Madrid la necessità d’integrare pienamente gli anziani nei processi di riflessione e decisionali.

La ministra dell’Interno ha detto inoltre di apprezzare “il piano d’azione proposto dalla conferenza poiché non si limita ad un catalogo di diritti individuali, ma dettaglia pure le situazioni nelle quali è importante che l’anziano venga ascoltato e associato alle decisioni che lo riguardano”.

Un ampio dibattito

Le linee dell’approccio svizzero alla questione sono state presentate a Madrid sotto forma di un rapporto intitolato: “Longevità: sfida sociale e chance culturale”.

Il rapporto fa notare come un’evoluzione demografica non basta per generare una “società della lunga vita”. Per questo occorrono una presa di coscienza collettiva e una politica capace di tradurre in atti i vantaggi di questo cambiamento.

Gli esperti mettono tuttavia in evidenza un paradosso: il numero di anziani continua ad aumentare ma la loro influenza politica non si sviluppa in maniera equivalente. Un problema che, secondo loro, va tenuto in debita considerazione.

Sistema sanitario, pianificazione del territorio e gestione della mobilità sono altri aspetti che riguardano da vicini gli anziani da non dimenticare.

Gli immigrati

In Svizzera, una persona su sei è pensionata. Lo scenario ufficiale prevede che nei prossimi trent’anni questa proporzione salirà fino ad una su quattro.

Come ha segnalato Ruth Dreifuss, fortunatamente, nella Confederazione, vecchiaia non è più sinonimo di povertà. Ma i traguardi sociali “raggiunti a fatica” vanno difesi e completati.

In Svizzera, considerato l’alto tasso di stranieri residenti, problemi particolari esistono soprattutto nel mondo degli immigrati. “Molti immigrati anziani non sanno se rientrare al loro paese d’origine o restare in Svizzera con i loro figli” dice la Dreifuss.

Un terzo di loro decide poi effettivamente di partire. Secondo numerosi sociologi, spesso tuttavia il ritorno “a casa” coincide con una delusione. Il luogo d’origine non è più lo stesso dei tempi dell’emigrazione.

Ciò può rivelarsi doppiamente duro per gli anziani migranti che hanno atteso per anni la possibilità del ritorno. La casa che avevano lasciato non esiste più e la Svizzera non è mai diventata una “vera” casa.

swissinfo

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