Prospettive svizzere in 10 lingue

Iraq e Al Qaeda nel dialogo fra Svizzera e USA

Pamela Willeford rappresenta gli Stati uniti a Berna dal 25 novembre dell'anno scorso swissinfo.ch

La Svizzera potrebbe rappresentare un modello di riferimento nell’ambito della ricostruzione dell’Iraq. Lo ritiene l’ambasciatrice americana a Berna, Pamela Willeford.

Un anno dopo l’inizio della guerra in Iraq, swissinfo ha intervistato la rappresentante di Washington a Berna.

Secondo l’ambasciatrice Pamela Willeford, in carica dal 25 novembre 2003, una delegazione svizzera si è recata recentemente a Washington per discutere del processo di pace in Medioriente.

Al centro dei colloqui vi è stata anche le possibilità di impiegare il federalismo svizzero come modello per il futuro assetto politico iracheno.

La Confederazione ha inoltre ricevuto il plauso degli Stati Uniti per gli sforzi profusi per colpire le vie di finanziamento del terrorismo e per il contributo offerto alle indagini, che hanno permesso di arrestare un membro importante di Al Qaeda nel 2002.

Gli Stati Uniti sembrano invece meno entusiasti per quanto riguarda il piano di pace per il Medio Oriente presentato nel dicembre scorso e sviluppato anche grazie al sostegno della Svizzera.

swissinfo: Davvero il sistema federalista svizzero potrebbe essere impiegato per ricostruire la democrazia in Iraq?

Pamela Willeford: Ci congratuliamo per l’interesse manifestato dalla Svizzera nei confronti della ricostruzione e dello sviluppo del nuovo Iraq. Il vostro paese è riuscito a far convivere in un unico Stato popoli diversi e si tratta di un modello eccezionale di democrazia.

Sono convinta che l’esempio elvetico possa essere per gli iracheni un’esperienza a cui guardare con attenzione. I modelli di democrazia nel mondo sono tanti e sarà il popolo iracheno a stabilire quale forma dovrà assumere il governo del loro paese.

swissinfo: In che misura la Svizzera potrà partecipare alla ricostruzione dell’Iraq, per esempio per quanto concerne gli appalti, considerato che ha mantenuto una posizione neutrale per tutta la durata del conflitto?

P.W.: La Svizzera non può concorrere come appaltatrice principale per alcuni contratti che riguardano specificamente finanziamenti concessi dal Congresso americano. Ma potrebbe – ed è la benvenuta – partecipare come appaltatrice subordinata o secondaria.

Inoltre, ci sono molti altri concorsi e contratti in cui la Svizzera può essere coinvolta. Parallelamente ai bandi governativi, stiamo cercando di aiutare le imprese private di tutto il mondo a partecipare allo sviluppo economico iracheno.

swissinfo: Nella lotta internazionale al terrorismo sembra esserci stata una stretta collaborazione fra Svizzera e Stati Uniti. Per il governo americano, la Confederazione potrebbe fare di più?

P.W.: Penso che ognuno di noi potrebbe fare di più. Certamente abbiamo avuto dalla Svizzera aiuto e cooperazione – dal governo, dalle banche, dalle forze di polizia – e continuiamo a lavorare per migliorare questa collaborazione.

La partecipazione attiva della Confederazione è stata in alcuni casi cruciale, penso per esempio all’arresto nello scorso gennaio di otto persone sospettate di essere coinvolte nelle azioni terroristiche.

Ritengo molto importante che ognuno di noi – la Svizzera come gli Stati Uniti e come tutte le nazioni del pianeta – resti concentrato su questo obiettivo. Dobbiamo essere consapevoli che il terrorismo è lì fuori, che può colpire ovunque, che nessuno può dirsi al sicuro.

swissinfo: Parliamo di Medio Oriente. Qual è la posizione americana sull’Accordo di Ginevra, cresciuto col sostegno svizzero e lanciato il primo dicembre dello scorso anno?

P.W.: Come governo americano, siamo sempre pronti a prestare ascolto al dialogo fra individui che abbiano idee, che vogliano e possano contribuire al processo di pace.

Lo dimostra l’incontro, avvenuto nello scorso gennaio, fra il nostro segretario di Stato Colin Powell e due degli artefici dell’Accordo di Ginevra. Ma il nostro paese si è impegnato nella realizzazione della Road Map.

Il presidente Bush ritiene che gli Stati Uniti debbano partecipare attivamente alla ricerca di soluzioni per i conflitti regionali e il conflitto in Medio Oriente è uno dei più rilevanti del pianeta.

Sono necessari ancora molti passi affinché la Road Map possa proseguire il suo cammino. Per quanto riguarda l’Accordo di Ginevra, riteniamo che si tratti di un dialogo proficuo, utile e produttivo.

swissinfo: Una domanda personale: cosa sapeva della Svizzera, prima di venirci a vivere?

P.W.: Sapevo quello che sanno tutti: si tratta di un bellissimo paese. C’ero stata in visita e in vacanza nel passato e ne avevo un ottimo ricordo.

Adesso ho l’opportunità di constatare in prima persona quanto avevo letto e sentito dire: la Svizzera è riuscita ad integrare differenze etniche, religiose e linguistiche in una riuscita forma di democrazia.

swissinfo: C’è qualcosa invece che l’ha sorpresa?

P.W. Sorpresa no, non direi. È vero che la Svizzera è un laboratorio di esperienze e novità interessanti, specialmente in questo momento. Qualcuno potrebbe pensare che il vostro paese non sia interessante agli occhi della comunità internazionale e degli Stati Uniti. Ma credo non sia vero.

Gli USA hanno accolto con soddisfazione l’adesione della Confederazione elvetica come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite. La Svizzera ha un ruolo importante nel pianeta: è considerato un paese dai valori e dall’etica forti e può avere una posizione di primo piano nello scenario internazionale.

Quando ci soffermiamo su temi specifici della politica, nei quali le vedute della Svizzera divergono da quelle degli Stati Uniti, spesso tendiamo a dimenticare le nostre nazioni condividono valori fondamentali: entrambi crediamo nella democrazia, nei diritti umani, nel ruolo della legge.

Abbiamo la volontà di portare la pace e la prosperità in tutto il pianeta. Abbiamo costruito una società aperta. Credo che la Svizzera e gli Stati Uniti siano universalmente ammirati come portatori di questi valori.

swissinfo, Jonathan Summerton
(traduzione di Serena Tinari)

Il 25 novembre 2003, Pamela Willeford ha iniziato la sua attività di ambasciatrice a Berna.

La diplomatica americana ha sostituito l’ex-ambasciatore Mercer Reynolds.

Pamela Willeford ha lavorato a lungo nel settore dell’educazione e dei servizi comunitari nel Texas.

Negli ultimi 8 anni era impiegata presso l’Ufficio di coordinamento delle scuole superiori dello Stato del Texas.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR