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Jean Nuttli e la storia del record

Riuscirà Jean Nuttli a battere il record del britannico Chris Boardmann? Keystone Archive

Venerdì, a Bordeaux, il ciclista svizzero attacca il record dell'ora sullo stesso velodromo che portò bene a Rominger nel '94.

Da qualche settimana, Jean Nuttli ha una sola cifra che gli frulla per la testa: 49,441 km, il primato di Boardmann.

Sulle orme di Egg

Colui che si è distinto nel passato è senza dubbio Oscar Egg, il ciclista svizzero che abbattè, a tre riprese, il record tra il 1912 e il 1914.

Erano altri tempi, anche se il risultato fu davvero incoraggiante: Egg passò dai 42,360 km ai 44,247 km, a testimonianza che si andava forte già allora.

Ritorno al passato

Riuscirà Jean Nuttli a battere il record ciclistico dell’ora detenuto dall’inglese Chris Boardmann dal 27 ottobre 2000?

Per rispondere alla domanda invitiamo i lettori a fare un piccolo viaggio nel passato, al fine di contestualizzare la storia di una competizione che ha sempre suscitato fascino ma anche polemiche.

Due anni fa, sul velodromo di Manchester (al coperto) Boardmann cancellò 28 anni di storia: il tempo trascorso cioè dal mitico primato stabilito da Eddy Merckx nel 1972 a Città del Messico, in altura.

Moser il tecnologico

Ma come è possibile che si sia dovuto attendere 28 anni prima migliorare un primato dell’ora?

Facciamo un salto indietro nel tempo e torniamo al 19 gennaio 1984: data che costituisce la prima tappa verso un ciclismo “tecnologico”, costituito da telai rivoluzionari, manubri ricurvi e ruote lenticolari.

Francesco Moser, grazie anche a questa bicicletta del “futuro” ha detronizzato Merckx a due riprese, a distanza di quattro giorni.

Il giorno 18 si fermò a 50,808 km, il 23 arrivò fino a 51,151 km, aprendo una nuova era. Moser aveva sfondato un muro, quello dei cinquantun chilometri percorsi in un’ora.

Obree e la “lavatrice”

Nove anni dopo, il 17 luglio 1993, uno scozzese di nome Graeme Obree fece ancora meglio, con un mezzo meccanico che lui stesso definì “lavatrice”.

Il britannico sosteneva infatti di aver riciclato materiale della sua vecchia lavatrice per costruire un telaio leggero che favoriva una posizione più aerodinamica in sella.

Il record fu portato a 51,596 km prima di venir polverizzato da un certo Tony Rominger, secondo svizzero a potersi fregiare del record dell’ora.

Indurain pigliatutto

Poi fu il turmo di Chris Boardmann che, sempre nel 1993, si spinse fino
a 52 chilometri e 270 metri in sessanta minuti.

Obree però – forse spinto anche dalla rivalità tra inglesi e scozzesi – non gradì e si preparò per migliorare il primato e ci riuscì il 27 aprile 1994 con 52,719 km.

Miguel Indurain, colui che vinse cinque edizioni del Tour de France, abbinò il suo nome al record dell’ora, firmando un’impresa: 53 chilometri e 40 metri. Era il 2 ottobre 1994.

Rominger a 55 all’ora…

L’evoluzione delle biciclette ha subito un’impennata: la continua ricerca di nuovi materiali – per favorire la leggerezza del mezzo, a vantaggio della ricerca di velocità – spinse i costruttori ad una vera e propria competizione…tecnologica.

Fatto sta che otto anni fa Tony Rominger stupì tutti: il 22 ottobre arrivò a 53,832 km mentre tre settimane più tardi (il 5 novembre) andò oltre ogni più rosea aspettativa, firmando il secondo miglior risultato di sempre.

Rominger si fermò – si fa per dire – a 55 chilometri e 291 metri pedalati tutti d’un fiato. Fu impresa storica.

Boardmann come un treno

L’era delle biciclette “selvagge” stava per finire: tuttavia vi fu la zampata del solito Chris Boardmann, che il 6 settembre 1996, a Manchester, si spinse fino a 56,375 km.

Allora, si dirà il lettore, il record ha subito parecchie variazioni tra il ’72 e il 2000!

Qui casca l’asino, nel senso che nell’ottobre del ’96, in occasione dei
Campionati del Mondo (vinti da Museuw con Mauro Gianetti secondo),
la Commissione materiale dell’Unione Ciclistica Internazionale (UCI) ha
deciso di mettere tra parentesi i primati conseguiti tra il 1984 ed il 1996.

Il motivo? La “carta di Lugano” ha stabilito che le biciclette “carenate” erano soltanto parenti lontane di quelle tradizionali.

Basta Superman

Ciò non significa che il ciclismo è tornato all’età delle biciclette in…legno. Basti pensare che Boardmann – l’unico a potersi fregiare di due primati- a Manchester ha utilizzato una bicicletta costruita con acciaio, mangansio, cromo, vanadium, e che pesava soltanto 1,583 kg.

Questa bicicletta ha permesso all’inglese di avere una posizione allungata in sella ma che rientrava nei limiti imposti dal nuovo regolamento.

Sembra una storia incredibile, invece è tutto vero. Jean Nuttli, 28 anni, il ciclista svizzero che tenterà l’assalto al record dell’ora, cinque anni fa pesava 125 chilogrammi!

Viaggio nel mondo di un carrozziere lucernese che ha scelto la bicicletta
come miglior metodo per dimagrire?

Mangiava troppo

Correva il 1996, Jean Nuttli, carrozziere di Kriens, tutti i giorni si recava al lavoro ma faceva fatica a portare in giro tutta la sua mole.

Stufo degli sberleffi dei colleghi di lavoro, Nuttli allora ebbe la fulminante idea: perché non inforcare la bicicletta per il tragitto casa-lavoro?

Detto fatto: nello spazio di pochi mesi, Nuttli perse cinquantasei chilogrammi e, al contempo, si appassionò sempre più al ciclismo, quello dei professionisti.

Venerdì 15 novembre alle 15, sul velodromo di Bordeaux – in anteprima all’Omnium delle Nazioni – Nuttli tenterà l’assalto ai 49,441 km di Boardmann.

Filippo Frizzi

Jean Nuttli, il 28enne ciclista lucernese, arrivato al professionismo quasi per caso, tenterà di battere il record dell’ora di 49,441 km, stabilito dall’inglese Chris Boardmann. Tutti i record stabiliti dal 1984 al 1996 erano stati sospesi dalla Commissione dell’Unione ciclistica per l’irregolarità delle biciclette usate.

Record dell’ora nel 2000: Chris Boardmann (GB) 49,441 km
Record nel 1914: Oscar Egg (CH) 44,247 km
Record assoluto (non considerato dai giudici) nel 1996: Chris Boardmann 56,375 km

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